In particolare, fra l’altro, a far data dal 1 gennaio 2018 è in essere una storica riforma delle aliquote fiscali con l’introduzione di una flat tax del 21% e con l’abrogazione della Corporate Alternative Minimum Tax (AMT).
La pregressa normativa relativa ai redditi societari prevedeva 4 fasce di reddito progressive articolate come segue:
- 15 % per i redditi tassabili da $ 0 a $ 50.000;
- 25% per i redditi imponibili da $ 50.001 a $ 75.000;
- 34% per i redditi imponibili da $ 75.001 a $ 10.000.000;
- 35% per i redditi imponibili oltre i $ 10.000.000.
La nuova legge modifica essenzialmente l’assetto precedente eliminando le varie aliquote fiscali associate ai segmenti progressivi di reddito, avviando una modalità di tassazione con aliquota unica al 21%.
La riduzione si è estesa anche ai redditi individuali con una contrazione più contenuta, come in breve indicato di seguito:
- Con la precedente normativa gli individui erano sottoposti ad un sistema di tassazione progressiva con sei fasce di reddito associate a sei aliquote variabili dal 10%, 15%, 28%, 33%, 35% sino ad una aliquota massima del 39.6%.
- Con la nuova legge le aliquote fiscali diventano sette in corrispondenza di sette livelli di reddito con la seguente progressione: 10%, 12%, 22%, 24%, 32%, 35% e 36%.
Appare evidente che i redditi societari hanno beneficiato in misura maggiore rispetto a quelli individuali.
Senza entrare nella dinamica specifica delle tax brackets individuali basti pensare che le società hanno goduto dell’abbattimento del “top graduated rate” del 35% che è stato convertito nella misura fissa del 21%.
L’aliquota massima “individuale” del 39,6% invece si è ridotta al 36% restando gli altri scaglioni poco interessati dalle modifiche introdotte.
Inoltre, con la soppressione della AMT – che aveva l’obiettivo di contenere il sistema delle deduzioni fiscali per i redditi più elevati – le società possono, di fatto, diminuire ulteriormente la pressione fiscale al di sotto della soglia del 21%.
Va detto che l’essenziale della riforma fiscale interessa le C Corporation posto che le S Corporation non sono tassate a livello societario, ma direttamente in capo ai singoli azionisti che molto spesso sono persone fisiche secondo una modalità molto diffusa negli USA nota come “pass-through system”.
Nondimeno, la S Corporation è riservata ai residenti statunitensi mentre gli investitori stranieri si avvalgono normalmente della C Corporation.
Nella descritta situazione, ai bassi costi di costituzione e “gestione” di un business in questo grande paese - che nel secondo semestre ha registrato una crescita “asiatica” superiore al 4% - si affianca una tassazione particolarmente competitiva.
Avv. Maurizio Gardenal