Germania: Iva Ecommerce
Dal 1° ottobre 2019 nuovi obblighi per il commercio elettronico svolto da soggetti stranieri mediante marketplace (Amazon, ecc.). I commercianti online della UE che vendono ai consumatori tedeschi devono fornire a tutte le piattaforme in cui sono attivi un certificato IVA (Bescheinigungen nach 22f UStG) rilasciato dall'ufficio delle imposte tedesco. Tale obbligo è gia in vigore dallo scorso marzo per tutti gli operatori extra UE.
Si ricorda che gli operatori UE (italiani) con un volume d’affari in Germania superiore ai 100.000 euro sono obbligati ad avere una partita IVA in Germania.
L’ufficio Iva mediante il modello Ust TJ acquisisce i dettagli del venditore: attività commerciale; Partita IVA; eventuali dettagli del consulente fiscale: agente autorizzato designato (venditori extra UE); ecc.
Francia: Iva Ecommerce
Anche la Francia vuole introdurre a far data gennaio 2020 nuovi obblighi IVA per gli operatori del commercio elettronico. In maniera analoga alla Germania e ad altri paesi UE vuole introdurre certificati di regolarità IVA (verifica della correttezza degli adempimenti per tutti coloro che vendono online a consumatori privati francesi) e rendicontazione periodica da parte di tutti i marketplace sulle attività svolte attraverso la piattaforma.
Stati Uniti: Iva Ecommerce
Dal 1° Ottobre molti Stati introdurranno obblighi fiscali relativi all’applicazione della sales tax per gli operatori stranieri che svolgono commercio elettronico attraverso piattaforma, marketplace. In particolare importanti Stati come Arizona, Kansas, Maryland, Massachusetts, Minnesota, Tennessee e Texas dal prossimo mese introdurranno obblighi fiscali basati sulla regola del “nexus”.
Nigeria: Iva Ecommerce
Dal 1 Gennaio 2020 la Nigeria ha deciso di applicare IVA del 5% sulla transazioni commerciali on-line degli operatori stranieri. L’IVA in oggetto verrà riscossa all’atto del pagamento trattenendo il 5% sul totale pagato (tale sistema simile applicazione delle ritenute è applicato anche in Argentina).
Romania: Obblighi dichiarativi
La Romania ha deciso di introdurre dal gennaio 2020 e per i grandi contribuenti IVA gli obblighi dichiarativi SAF-T (Standard Audit File for Tax). Tale obbligo dovrebbe venire esteso entro il 2021 a tutti i soggetti passivi IVA rumeni.
LA dichiarazione SAF-T è parte di un progetto OCSE del 2005 che ha come obiettivo l’introduzione di uno schema standard per lo scambio di dati fiscali tra le autorità fiscali e le imprese di tutto il mondo. È già in atto in nove paesi europei su base volontaria. La Polonia è l'unico paese ad oggi che prevede un obbligo dichiarativo mensile. L'Ungheria prevede di introdurre la dichiarazione SAF-T nel 2021.
Arabia Saudita: Iva
Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha raccomandato all'Arabia Saudita di raddoppiare l'aliquota IVA dal 5% al 10% a causa dei continui bassi prezzi del petrolio e dell’elevato debito del paese. L'Arabia Saudita ha introdotto l'IVA nel 2018. Lo ha fatto a seguito dell'accordo nel 2017 con gli altri cinque membri del Consiglio di cooperazione del Golfo arabo per attuare un'Unione IVA armonizzata. Ad oggi, solo l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein hanno introdotto l’ IVA . Il Bahrain, Qatar e il Kuwait sono in attesa di applicazione.
Gian Luca Giussani
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