L’Amministrazione statunitense, sotto la guida del Presidente Donald J. Trump, ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi doganali alle importazioni in arrivo da tutti i Paesi, con una maggiorazione specifica per i prodotti europei. Le misure, formalizzate con l’Ordine Esecutivo 14256, entreranno in vigore in due fasi: una prima tariffa del 10% si applica già dal 5 aprile, mentre un ulteriore 10% colpirà esclusivamente l’Unione Europea a partire dal 9 aprile. Il totale per i beni europei – Italia inclusa – sarà quindi pari al 20%, salvo alcune eccezioni.
L’obiettivo: correggere il deficit commerciale USA
La misura, ufficialmente motivata come risposta a pratiche commerciali ritenute scorrette e a un deficit strutturale della bilancia commerciale statunitense, si inserisce in un clima di crescente protezionismo economico. Il provvedimento ha già suscitato reazioni da parte dei partner commerciali internazionali e preoccupazione tra le imprese esportatrici.
Chi è colpito e chi no
Secondo quanto comunicato dall’Agenzia ICE, i nuovi dazi si applicano in aggiunta a quelli già esistenti. Tuttavia, alcune categorie merceologiche risultano escluse, almeno nella fase iniziale:
- Settore automobilistico e componentistica (es. HS 8701-8708)
- Prodotti farmaceutici (HS 3001-3005)
- Rame e semiconduttori (HS 7401-7419; 8541-8542)
- Componentistica aerospaziale e per la difesa (HS 8802-8805; 9301-9306)
- Materie prime critiche e legname (HS 4403-4415)
Restano invariati i dazi già in vigore su acciaio (25%) e alluminio (10%), mentre semilavorati tecnologici e prodotti strategici potrebbero essere soggetti a dazi differenziati tra il 10% e il 15%, a seconda del contenuto tecnologico e della rilevanza per la sicurezza nazionale USA.
Cosa devono fare le imprese italiane
Per le imprese italiane che esportano negli Stati Uniti, ICE suggerisce una serie di azioni immediate:
- Verificare il codice doganale (HS) del prodotto per controllare l’applicabilità dei nuovi dazi.
- Controllare gli accordi Incoterms con il cliente USA per capire chi è tenuto a pagare il dazio.
- Coordinarsi con spedizionieri e doganalisti per gestire correttamente lo sdoganamento e l’eventuale pagamento.
- Monitorare eventuali esenzioni o deroghe, che potrebbero essere concesse per specifici prodotti o aziende in casi motivati.
Incertezza e rischio di escalation
Il contesto resta fluido. Possibili modifiche o ampliamenti dell’elenco dei prodotti soggetti ai dazi potrebbero essere annunciati nei prossimi giorni. In particolare, l’Amministrazione statunitense ha segnalato la possibilità di introdurre ulteriori misure per beni ritenuti critici per la sovranità economica e la sicurezza nazionale.
Conclusione
Il nuovo scenario richiede massima attenzione e prontezza da parte delle aziende italiane, in particolare nei settori più esposti all’export USA. La parola chiave, oggi più che mai, è diversificazione: di mercati, filiere e strategie commerciali.
Fonte: Agenzia ICE