In qualità di unica autorità nazionale competente in materia doganale, l’Agenzia delle Dogane provvede alla riscossione di dazi, IVA e diritti di confine. L’Agenzia contribuisce agli introiti dello Stato italiano con la riscossione:
- dei diritti doganali (prevalentemente dazi e IVA all’importazione)
- delle accise sugli alcoli, sui prodotti energetici, e sui tabacchi
- sui giochi.
Il contributo all’Erario relativo al settore Dogane, alimentato quasi interamente da dazi all’importazione e IVA, è pari a 18,32 miliardi di euro e ha registrato un incremento del 48,94 per cento rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente alla ripresa dei traffici commerciali a seguito dell’allentamento delle restrizioni. Il contributo di dazi e IVA registrato nel 2021 è pari rispettivamente a 2,64 e 15,32 miliardi.

Nel triennio 2019-2021 il numero delle dichiarazioni doganali di importazione è aumentato di oltre 8 milioni (136,86 per cento) e il numero di dichiarazioni di esportazione di oltre 6 milioni di unità (42,69 per cento).
L’incremento del valore delle importazioni nel 2021 rispetto al 2020 di 62.583,96 milioni di euro è stato causato per circa trenta milioni dall’incremento dei prezzi e per i restanti trentadue milioni dall’incremento delle quantità importate.
Allo stesso modo, l’aumento del valore delle esportazioni di 58.701,33 milioni di euro è stato causato per circa 28,4 milioni di euro dall’aumento dei prezzi e per i restanti 30,3 milioni di euro dall’aumento delle quantità esportate.
L’effetto prezzo ha giustificato nel 2021 circa la metà dell’incremento del valore delle importazioni e delle esportazioni rispetto al precedente esercizio finanziario, inglobando tanto l’apprezzamento inflazionistico, quanto il mix dei beni prodotti.
Violazione normativa made in Italy
Nel 2021 ADM ha sequestrato 1.554.161 prodotti per violazione della normativa made in Italy, registrando 153 schede sequestro (89 casi di sequestro sono connessi a dichiarazioni doganali per cui i beni hanno come paese di provenienza la Cina).
I maggiori quantitativi di pezzi sequestrati per la violazione della normativa made in Italy sono: “Materiali di imballaggio” (384.000 pezzi), “Altre calzature” (168.891 pezzi), “Calzature sportive” (151.925 pezzi), “Borse - valigie” (13.200 pezzi) e “Camicie, camicette e t-shirt a maglia” (10.888 pezzi).
Il porto rappresenta il principale spazio doganale presso cui ADM ha intercettato illeciti con il maggior valore della merce (88,79 per cento), segue l’aeroporto (6,70 per cento), altro (4,36 per cento) e la dogana di frontiera (0,15 per cento).
Conseguenze del conflitto Russia – Ucraina per l’Italia
I dati delle dichiarazioni doganali permettono di analizzare l’impatto della guerra sull’interscambio di beni tra l’Italia e i paesi coinvolti nel conflitto. Nel primo semestre del 2022 il saldo del commercio aggregato di beni dell’Italia con Russia, Ucraina e Bielorussia è stato negativo per 15,8 miliardi di euro. Si tratta di un peggioramento notevole rispetto allo stesso periodo del 2021 quando il deficit dell’Italia era stato inferiore ai 3 miliardi di euro.
La causa principale di questo trend è stata la forte crescita nel controvalore complessivo dei beni importati dovuta soprattutto ai forti rincari subìti da numerose materie prime di cui l’Italia è importatore netto (nel secondo trimestre 2022 il valore delle importazioni è aumentato del 138 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Anche l’andamento delle esportazioni ha contribuito, seppure in minor misura, al deterioramento del saldo commerciale dell’Italia con l’aggregato composto dai tre paesi considerati. In questo caso, a pesare è stato soprattutto il crollo delle quantità esportate: -50,7 per cento nel secondo trimestre 2022 rispetto allo stesso trimestre del 2021.
Interscambio con la Russia
L’esame delle importazioni di beni dalla Russia evidenzia un forte incremento dei controvalori monetari: 18,1 miliardi di euro tra gennaio e giugno 2022, corrispondente a un incremento di oltre il 180 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. La componente più rilevante nel forte incremento del valore delle importazioni dalla Russia è rappresentata dai combustibili e oli minerali, che rappresentano quasi l’85 per cento del controvalore totale delle merci importate nel primo semestre 2022. La spesa complessiva per l’acquisto di merci rientranti in questa macro-categoria è stata pari a 15,3 miliardi di euro (6,1 nel primo trimestre e 9,2 nel secondo) a fronte di 4,7 miliardi di euro nella prima metà del 2021, qualificando pertanto un incremento eccezionale del 258 per cento.
Decisamente più contenuto è stato invece l’aumento delle quantità importate (+19,7 per cento), che nei primi sei mesi del 2022 si è attestato a 21.903 migliaia di tonnellate (a fronte delle 18.299 migliaia di tonnellate importate nello stesso semestre dell’anno precedente).
Macchine e congegni meccanici rappresentano circa il 30 per cento dell’intero export italiano verso controparti russe. Nei primi tre mesi del 2022 le vendite di questa tipologia di merci alla Federazione Russa sono ammontate a 403,5 milioni di euro, in calo del 30,3 per cento rispetto al trimestre precedente.
Più gravoso è stato, nella prima metà del 2022, l’andamento delle esportazioni di macchine, apparecchi e materiali elettrici che rappresentano tipicamente tra il 5 e il 6 per cento delle vendite complessive di merci italiane alla Federazione Russa: sia il primo che il secondo trimestre del 2022 hanno sperimentato un calo significativo nei controvalori e nei volumi, traducendosi in una brusca interruzione del trend positivo che aveva caratterizzato il 2021.
Fonte: ADM