L’importazione in Brasile richiede la presentazione di una licenza; a tal fine è necessario presentare la fattura proforma rilasciata dal fornitore. Prima di avviare un’importazione, l’impresa brasiliana deve:
- qualificarsi nel “Sistema Integrado de Comércio Exterior” (Siscomex) – tramite il “Sistema de Rastreamento da Atuação dos Intervenientes Aduaneiros” (Radar) – un database nel quale devono essere registrate tutte le operazioni di commercio estero, affinché sia permesso alle autorità Brasiliane il loro controllo
- registrarsi sul “Registro de Exportador e Importador” (REI).
La merce introdotta nel territorio brasiliano in importazione definitiva (vale anche per l’importazione temporanea ed i campioni commerciali) è oggetto di dichiarazione di importazione (DI - Declaração de Importação), mediante caricamento della stessa nel sistema informativo delle dogane (Sistema Integrado de Comércio Exterior - Siscomex). Tali dichiarazioni devono essere predisposte dall’importatore o da un suo rappresentante alla competente autorità doganale. Una serie di verifiche sono poi a carico dell’operatore brasiliano prima di presentare la dichiarazione in dogana.
Il sistema elabora le informazioni e classifica l’importazione in una delle seguenti tipologie:
- canale verde "canais verde": la merce non viene sottoposta a controllo
- canale giallo "canais amarelo": viene eseguito il controllo documentale della merce in importazione
- canale rosso "canais vermelho": viene eseguito il controllo fisico e documentale della merce in importazione
- canale grigio ("canais cinza"): viene eseguito un controllo completo e approfondito dell'operazione.
Le merci in arrivo in Brasile, in funzione del Paese di origine, vengono classificate in 4 distinte categorie, con il loro conseguente assoggettamento a diversi livelli tariffari. Per le merci originarie della Ue (come attestato dal certificato di origine comune o non preferenziale), il Brasile applica la clausola della nazione più favorita (“MFN – Most Favoured Nation”).
Le procedure di sdoganamento possono impiegare anche alcuni giorni (tempo molto variabile in funzione del punto in ingresso nel Paese). Procedure definite “simplificado” possono essere richieste, ma anche sulla base delle referenze che può presentare l’importatore. L’agente responsabile del controllo può decidere per una verifica sistematica del prodotto.
Documenti di spedizione
- Dichiarazione doganale.
- Fattura proforma.
- Fattura commerciale – quest’ultima in 2-3 (alcune fonti citano 5) esemplari, se possibile in portoghese (alternativo francese, spagnolo, inglese) e deve riportare per ogni articolo: descrizione dettagliata della merce, paese di acquisizione, paese di origine e paese di provenienza, prezzo unitario, prezzo
- totale, eventuali sconti e commissioni, importo totale del valore delle merci, spese di spedizione. Si consiglia, anche se non viene riportato in alcun testo ufficiale, di riportare nella fattura e sulla polizza di carico, il numero di registrazione presso l’albo delle Camere di Commercio dell’importatore brasiliano e quello delle merci con la nomenclatura brasiliana dei prodotti importati.
- Documenti aggiuntivi possono essere richiesti per particolari tipologie di prodotti.
Assicurazione trasporto: le spedizioni devono essere assicurate, sulla base della normativa locale, presso una compagnia con sede nel paese.
Gli imballaggi in legno (casse di legno, gabbie, pallets) destinati al Brasile devono essere trattati e marchiati secondo la normativa NIMP n°15; questo comporta che l’imballo debba essere esposto alla fumigazione di Bromuro di Metile.
Normativa del settore agroalimentare
Il Brasile appartiene al Mercosur (Mercado Común del Sur), ovvero l’Unione commerciale dei Paesi sudamericani. Per quanto riguarda la normativa al settore alimentare, bisogna quindi far riferimento sia alle disposizioni emanate dal Mercosur, sia quelle interne.
In materia di sicurezza alimentare, il Brasile aderisce alle disposizioni del Codex Alimentarius per quanto riguarda: contaminanti chimici, limiti massimi tollerati per residui fitosanitari.
La legislazione brasiliana prevede procedure che regolano l’importazione di prodotti alimentari nel territorio nazionale in relazione al settore merceologico:
- vino e suoi derivati
- latticini
- prodotti di origine animale e ittici
- ortofrutta.
Per ogni settore merceologico sono definite procedure sia a carico dell’importatore che dell’esportatore.
Mentre per introdurre prodotti di altri settori merceologici è sufficiente il rispetto della procedure che regolamentano l’etichettatura e la registrazione presso il Ministero dell’Agricoltura brasiliano.
L’etichettatura e la registrazione dei prodotti alimentari
La norma tecnica per la corretta presentazione delle etichette è complessa ed articolata e prevede, in particolare per il calcolo energetico dei valori nutrizionali, regole precise. I contenuti minimi che devono essere presenti in una etichetta sono i seguenti:
- denominazione del prodotto
- ragione sociale e indirizzo dell’importatore
- istruzioni di utilizzo
- peso netto o volume (per i liquidi) secondo il sistema metrico
- origine del prodotto: nome, indirizzo del fabbricante, produttore e
- imbottigliatore (per liquidi), paese di origine e città identificando ragione
- sociale e registro presso l’autorità responsabile; per identificare l’origine dovranno essere utilizzate le seguenti espressioni: “fabbricato in…”; “prodotto da…”
- identificazione del numero del lotto
- validità: giorno, mese, anno e “da consumare preferibilmente prima di…”
- dichiarazione dei componenti nutrizionali (notizie che illustrano le proprietà nutrizionali che un prodotto possiede in relazione al suo valore calorico ed al contenuto in carboidrati, in proteine, in grassi e fibre alimentari, in vitamine e minerali)
- informazioni complementari sui componenti nutrizionali.
Inoltre, si deve riportare obbligatoriamente la percentuale dei grassi vegetali che in Brasile sono denominati “trans” o “in forma trans” oltre l’indicazione dell’eventuale presenza di “glutine” a causa della malattia celiaca.
La legislazione brasiliana volta alla tutela dei consumatori, impone regole severe per quanto riguarda la pubblicità ingannevole, in particolare è vietata la pubblicità che crea false aspettative riguardo al prodotti, omissione di informazioni, informazioni che inducano in errore il consumatore (origine del prodotto, quantità, qualità, ecc.).
La lingua ufficiale per l’etichettatura dei prodotti alimentari è il portoghese (secondo quanto specificato dall’Acordo ortográfico da língua portuguesa). L’etichetta può essere anche in lingua originale del Paese esportatore, ma con retro-etichetta in portoghese.
La registrazione dell’etichetta del prodotto, nel caso di alimenti, presso il Ministero dell’Agricoltura brasilian è prevista per alcuni settori (es. pasta, olio di oliva).
Vino
Il consumo di vino in Brasile è piuttosto contenuto; nonostante questo la produzione è cresciuta in quantità e qualità sia pure concentrata in aree geografiche specifiche. Parallelamente sono anche aumentate le importazioni di vino.
I vini italiani sono apprezzati, le barriere doganali sono però complesse per i vini che non provengono dai Paesi che non aderiscono al Mercosur.
La normativa di riferimento per il vino è la “Instrução Normativa Nº 54, de 18 de novembro de 2009 “- stabelece para verificação dos padrões de identidade e qualidade de vinho e derivados da uva e do vinho os procedimentos para colheita e destinação de amostras; para realização de análise pericial ou perícia de contraprova e de análise ou perícia de desempate de amostra; de amostragem de importados e para exportação e importação” (Secondo tale Normativa N° 54 del 18 novembre 2009 del Ministero dell’Agricoltura brasiliano non è più necessaria la Registrazione dell’impresa e tantomeno dei Vini e Aceti come avveniva in precedenza).
Tutti i dati relativi alla documentazione ed etichettatura sono riportati nella suddetta normativa e negli annessi. Di seguito si riportano i riferimenti principali.
Per ogni spedizione di vino è necessario allegare il Certificato di origine e quello di analisi del vino:
- il certificato di origine deve riportare i riferimenti della cantina, nome del vino,
- marchio del vino, N° di casse - N° di bottiglie, Volume totale, firma e timbro del Responsabile della Camera di Commercio della città dove la cantina è ubicata
- il certificato di analisi del vino deve essere redatto da un laboratorio italiano, datato e firmato; i certificati di analisi devono essere vidimati da un Consolato brasiliano del paese di origine della merce.
Tra i parametri richiesti nel certificato di analisi (alcol etilico in %, v/v, a 20°C., acidità totale in meq/l (milliequivalenti per litro), acidità volatile in meq/l., rapporto peso alcol/estratto secco ridotto, cloruro totale, nel cloruro di sodio, in g/l., ceneri in g/l., alcol metilico, in g/l, zuccheri totali in g/l di glucosio, altri eventuali parametri richiesti dalle autorità locali competenti).
La normativa brasiliana (prevede, inoltre, che tutte le bottiglie di vino debbano avere un “bollo di controllo” (Receita Federal emesso dalla Agenzia delle Entrate brasiliana) con il relativo codice d’identificazione, che riporta le informazioni sul prodotto importato, (importatore responsabile).
L’importatore deve essere stato autorizzato in via preventiva ai fini dell’importazione da parte del Fisco brasiliano. È lui che si occupa di richiedere il sigillo indicando le quantità esatte che deve importare.
Il “bollo di controllo” ha la finalità di combattere le adulterazioni, le frodi, il contrabbando e le evasioni fiscali. Conseguentemente l’importatore deve essere un operatore commerciale in possesso delle necessarie autorizzazioni per il commercio di alcolici e registrato come tale presso il Ministero dell’Agricoltura (www.agricultura.gov.br sezione Sistema de Vigilância Agropecuária Internacional VIGIAGRO).
L’etichetta retro aggiunta (in lingua portoghese) deve avere la stessa dimensione di quella italiana e deve riportare:
- Nome del Prodotto
- Produttore/Imbottigliatore
- Indirizzo
- Marchio
- Capacità della bottiglia 750ml, 500ml, 1 litro
- Ingredienti
- Origine delle Uve
- Conservanti/Additivi
- Gradazione alcolica
- Contiene o non Contiene glutine
- Validità
- Rappresentante Importatore
- Indirizzo
- Numero di registrazione del Rappresentante
- Avvertenze per le bevande alcoliche.
Non è richiesta la registrazione delle etichette.
Approfondire con l’importatore la possibilità di importare in Brasile vino in una gradazione alcolica massima superiore al 13%.
Salumi
La vendita in Brasile di salumi e più in generale di prodotti di origine animale, prodotti in Italia si colloca ad un rapporto alto in termini di qualità/prezzo, ma risulta fortemente assediata dalla concorrenza di prodotti locali che si caratterizzano con diciture di “tipo italiano” che ingannano i consumatori.
Per quanto riguarda il settore della salumeria le importazioni sono limitate dalla legislazione del Paese che richiede, per ragioni igienico-sanitarie, per i prodotti a base di carne un processo di cottura a temperatura di 70°C al centro del prodotto e per un periodo minimo di 30 minuti (alcune fonti riportano 120°C), o , in alternativa, per i prodotti stagionati un periodo di stagionatura di minimo 10 mesi (caratteristica di alcuni prodotti pregiati come ad esempio il Prosciutto di Parma – da 10 a 12 mesi e San Daniele – 13 mesi). Quindi di fatto sono vietati in Brasile prodotti crudi o con una breve stagionatura.
Per l’esportazione di prodotti a base di carne suina (analogamente a tutti gli altri alimenti di origine animale), dato che sono state pubblicate delle “Liste ufficiali” deve essere predisposta la documentazione di cui al paragrafo “Procedura per la presentazione delle domande di iscrizione in liste di abilitazione all'esportazione di alimenti di origine animale”.
La documentazione deve essere corredata dal “Verbale di sopralluogo per l’accertamento dell’idoneità strutturale ed igienico sanitaria degli stabilimenti”.
Per tutti i prodotti di origine animale, le autorizzazioni definitive vengono rilasciate da parte brasiliana dal Ministero dell'Agricoltura (MAPA dati disponibili in www.agricultura.gov.br – sezione Animal): una volta ricevuti i dati dal Ministero italiano della Salute del nominativo dell’azienda italiana interessata ad esportare verso il Brasile.
Una volta che l’azienda è presente sul sito del MAPA può inviare una “Richiesta di autorizzazione dell’etichettatura” (“Rotulo”), attraverso un formulario secondo quanto specificato dal “Regulamento técnico para rotulagem de produto de origem animal embalado”, questa procedura è gestita in loco dal partner commerciale o dall’agente locale e, in presenza di documentazione corretta, può richiedere anche due mesi.
Per scaricare i modelli dei certificati sanitari per l'esportazione di prodotti alimentari a base di carne suina - in Brasile (bilingue Italiano – portoghese), nonché per i modelli dei documenti sopra citati si faccia riferimento anche al sito della Ambasciata Italiana a Brasilia – sezione “Fare affari nel Paese” – “Procedure specifiche per l’abilitazione all'esportazione verso il Brasile di prodotti a base di carne suina”, oppure il format è reperibile presso il sito del Ministero della salute sezione Sicurezza Alimentare.
Infine, il certificato di non contaminazione da diossina può essere richiesto per le carni suine ed il pollame (alcune fonti riportano esclusivamente per i prodotti avicoli).
Formaggi-latticini
Il formaggio di origine europea importato in Brasile è considerato di alta qualità e quindi soggetto ad alti costi di vendita.
Anche per l’iter di esportazione valgono le medesime indicazioni riportate alla voce “Salumi”, quindi, per l’esportazione di prodotti a base di latte (analogamente a tutti gli altri alimenti di origine animale), dato che sono state pubblicate delle “Liste ufficiali”, deve essere predisposta la documentazione di cui al paragrafo “Procedura per la presentazione delle domande di iscrizione in liste di abilitazione all'esportazione di alimenti di origine animale”.
La documentazione deve essere corredata dal “Verbale di sopralluogo per l’accertamento dell’idoneità strutturale ed igienico sanitaria degli stabilimenti”.
Per scaricare i modelli dei certificati sanitari per l'esportazione di prodotti alimentari a base di latte in Brasile (bilingue Italiano –portoghese) si faccia riferimento anche al sito della Ambasciata Italiana a Brasilia - sezione “Fare affari nel Paese” - “Procedura di abilitazione all'esportazione verso il Brasile di latte e di prodotti a base di latte”, oppure il format è reperibile presso il sito del Ministero della salute sezione Sicurezza Alimentare.
Il Certificato di non contaminazione radioattiva è richiesto per il latte e le carni di pollame, ma non per i derivati del latte.
Olio
In Brasile non esistono quasi olivi, conseguentemente l’olio di oliva è totalmente importato con costanti e significativi margini di crescita; sono, inoltre molto apprezzati gli oli aromatizzati.
L’olio proveniente dall’Italia è considerato di altissima qualità e quindi venduto ad un prezzo maggiore rispetto a quello degli altri produttori che, sia pure con qualità inferiori, hanno quasi saturato il mercato (tra questi anche quelli di origine argentina e cilena). In ogni caso la ricerca di un prodotto di migliori caratteristiche organolettiche e l’aumento del potere di acquisto determinano una costante crescita del prodotto di origine italiana quasi esclusivamente nelle grandi città.
Non sono stati individuati particolari adempimenti per l’esportazione dell’olio di oliva in Brasile, sia pure alcune fonti riportino che per importare l’olio di oliva è necessario avere l’Autorizzazione del Ministero della Salute Brasiliano.
Frutta
Nonostante il Brasile sia un paese tropicale, ricco di frutta, si rivolge all´Italia, con trend sensibilmente crescenti, per l´importazione di frutta, ed in particolare di quella invernale. Il prodotto maggiormente esportato in Brasile è il kiwi.
Il Certificato fitosanitario è richiesto per l’esportazione di frutta, i legumi, le sementi e altri vegetali in Brasile. Nel dettaglio, le importazioni di prodotti agricoli sono regolamentati e autorizzati dal Ministero della Agricoltura tramite un sistema chiamato VIGIAGRO.
L'esportazione di piante, parti, prodotti e sottoprodotti è subordinata al rispetto di requisiti fitosanitari stabiliti sulla base di un'analisi dei rischi e della presenza di parassiti.
- Per i prodotti quali oli, frutta sciroppata, pasta, succhi di frutta, prodotti congelati e in scatola, non è necessaria la licenza di importazione o il certificato fitosanitario.
- Per quelli che non sono direttamente soggetti a parassiti delle culture (come semi oleosi e leguminose) non è necessaria la licenza di importazione o il certificato fitosanitario ma sono tuttavia soggetti a controllo all’ingresso.
- Prodotti ortofrutticoli freschi richiedono l'autorizzazione all’importazione.