29 marzo 2013

Esportare prodotti eno-agroalimentari in Cina

di lettura

Procedure doganali, documenti di spedizione, norme etichettatura e informazioni pratiche per esportare in Cina vino, salumi, formaggi e dolciumi.

Esportare prodotti eno-agroalimentari in Cina

Le imprese cinesi che possono importare i prodotti devono essere munite della licenza di commercio estero (Foreign Trade Rights) che viene rilasciata dal Ministero del Commercio Estero (MOFTEC - Ministry of Foreign Trade and economic cooperation).

Per quanto riguarda Hong Kong esistono norme specifiche valevoli solo sul territorio della ex colonia Britannica (per indicazioni specifiche si rimanda al sito istituzionale del “Food and Environmental Hygiene Department”).

L'autorità di riferimento in materia doganale è la GAC - General Administration of Customs. Le procedure di sdoganamento all'importazione possono essere espletate presso l’ufficio GAC più vicino al punto di ingresso della merce o quello più vicino al luogo di destinazione (per la merce importata). Esistono però modalità diverse tra i vari uffici GAC, è quindi opportuno valutare attentamente quello su cui operare.

Per le merci originarie della Ue (come attestato dal certificato di origine comune o non preferenziale), l'India applica la clausola della nazione più favorita (“MFN – Most Favoured Nation”).

Documenti di spedizione

  • Dichiarazione doganale
  • Fattura commerciale – in 3 esemplari, redatta in inglese; deve essere firmata
  • dall’importatore
  • Certificato di origine - il certificato deve essere redatto sul formulario
  • Comunitario
  • Documenti aggiuntivi possono essere richiesti per particolari tipologie di prodotti.

L’esportatore deve essere in possesso anche del contratto di vendita o la conferma d’ordine.

Gli imballaggi in legno (casse di legno, gabbie, pallets) destinati alla Cina devono essere trattati e marchiati secondo la normativa NIMP n. 15; questo comporta che l’imballo debba essere esposto alla fumigazione di Bromuro di Metile.

Normativa del settore agroalimentare

La norma di riferimento in Cina per quanto riguarda la sicurezza alimentare è la Food Safety Law of the People's Republic of China e relative Implementation Regulations approvati nel febbraio 2009 che si basa sui principi del White Paper on Food Quality and Safety del novembre 2007 (che prevede quattro dipartimenti: salute, agricoltura, controllo e supervisione della qualità).

Il CAAC (Certification and Acreditation Administration of China) è l’ente che rilascia le autorizzazioni in tema di certificazione/controllo della qualità e sicurezza alimentare. Il modello di riferimento è l’HACCP.

Ulteriori misure sono state prese di recente in merito alla sicurezza alimentare come:

  • Measures for the Safety Administration of Imported and Exported Food del 2011 (in
  • vigore dal 2012)
  • Measures for the Supervision and Administration of the Inspection and Quarantine of
  • Imported and Exported Meat Products del 2011
  • Measures for the Supervision and Administration of Inspection and Quarantine of
  • Imported and Exported Aquatic Products del 2011
  • Standard Nazionali (GB) predisposti dalle autorità per quasi ogni categoria di prodotto
  • (soprattutto nel caso di prepackaged food come vino, caffè, acqua, latte, formaggi).

I provvedimenti presi nei confronti delle aziende che non rispettano la normativa contemplano la pubblicazione in una lista pubblica (List of unlawful enterprises) e successivamente, in caso di una seconda violazione la loro chiusura.

Tutta la catena dal produttore al distributore del prodotto è ritenuta responsabile della qualità/sicurezza dell'intero ciclo produttivo. Anche l’agenzia di pubblicità è responsabile con il produttore in relazione alla qualità/sicurezza del prodotto pubblicizzato.

Da un punto di vista amministrativo, l’importazione di prodotti alimentari in Cina dipende dal'Entry-Exit Inspection and Quarantine Bureau (EEIQB siti su base regionale ad esempio per l’area di Shanghai), che ha il compito di controllare che i prodotti alimentari importati siano conformi alla normativa cinese ed il loro sdoganamento.

Etichettatura e registrazione dei prodotti alimentari

L’ente cinese AQSIQ (Amministrazione generale di supervisione di qualità, ispezione e quarantena della Repubblica Popolare Cinese - General Administration of Quality

Supervision, Inspection and Quarantine of the People’s Republic of China) deve approvare le etichette, relative ai prodotti o confezionati e distribuiti in Cina, almeno 90 giorni prima dell'importazione o della vendita.

I prodotti privi di etichetta, possono essere etichettati in Cina. Le etichette sulle singole confezioni del prodotto destinate alla vendita ai consumatori, devono essere in cinese e devono contenere, di norma, le seguenti informazioni:

  • nome ed indirizzo del produttore e del distributore
  • numero di registrazione del produttore
  • denominazione esatta del prodotto
  • nome commerciale e marchio
  • composizione degli ingredienti compresi additivi, conservanti e coloranti
  • composizione degli elementi nutritivi
  • peso netto (e peso sgocciolato per i prodotti in un liquido) in grammi o kilogrammi o volume in millilitri o litri
  • istruzioni per la conservazione
  • data di produzione e di scadenza
  • numero di lotto
  • paese d'origine
  • nominativo e indirizzo dell’importatore/distributore.

La normativa regolamenta anche il colore, la forma ed i caratteri da usare sull’etichetta (che devono essere in contrasto con lo sfondo), che deve essere redatta in cinese mandarino (cinese semplificato); solo i marchi registrati possono essere scritti anche nella lingua originale.

Eventuali informazioni in lingue straniere devono corrispondere esattamente a quelle espresse in lingua cinese; sono ammesse pure informazioni delle lingue delle minoranze etniche cinesi, purché sia rispettato quanto sopra indicato.

I prodotti privi di etichetta e/o istruzioni in lingua cinese non possono essere importati.

Inoltre, l’etichetta non deve separarsi dal contenitore del prodotto e deve restare leggibile fino al momento dell’acquisto da parte del consumatore finale.

Il simbolo QS (Quality and Safety) sull’etichetta può essere apposto solo dalle aziende a cui le autorità cinesi hanno rilasciato una particolare licenza.

Messaggi falsi o esagerati (ad esempio affermazioni su proprietà terapeutiche del prodotto) non sono permessi.

Al fine di esportare un prodotto alimentare in Cina, è necessario che i prodotti vengano registrati e, generalmente, occorre produrre i seguenti documenti:

  • Business licence del produttore (italiano) e dell’ importatore (cinese)
  • Certificato di Origine
  • Flowchart del processo di lavorazione
  • Certificato sanitario del prodotto se necessario
  • Campionature del prodotto per testing (almeno 3)
  • Scansione delle etichette (10 copie in formato A4; alcuni testi riportano 7).

L’approvazione e la registrazione delle etichette (di obbligo in lingua cinese) viene effettuata presso l’AQSIQ; generalmente le procedure vengono avviate dall’importatore cinese.

Il prodotto, all’arrivo in dogana, viene controllato dalla China Inspection and Quarantine. In caso di esito favorevole, la CIQ emette un certificato di ispezione attestante la conformità del prodotto alle norme cinesi “Label approved”.

In caso di esito negativo, invece la CIQ può ordinare la distruzione o il ritorno del prodotto all’esportatore. In questo caso vene emessa una dichiarazione di reso (return notice).

La registrazione di una marca in Cina non è un requisito cogente per l’esportazione, ma consigliabile per avviare una esportazione continuativa e prevenire che altri registrino il marchio. Infatti, la Cina è uno dei Paesi firmatari del Convegno di Parigi e dell'Accordo di Madrid (per la registrazione simultaneamente dei marchi nei Paesi aderenti) ma, al contempo, consente la protezione di un marchio solo se questo è registrato presso in Cina.

Vino

In Cina il vino ha grandi potenzialità sia in termini di esportazione sia per quanto riguarda la crescente qualità e quantità della produzione locale. La quota di mercato del vino Italiano in Cina, soprattutto quello in bottiglia è in costante aumento.

I dazi doganali sul vino sono stati radicalmente ridotti favorendo quindi la crescita vertiginosa dell’importazione, ampliando quindi la conoscenza del prodotto, ma al contempo, per favorire l’industria nazionale, sono state aumentate le barriere non tariffarie.

Le misure non tariffarie per l’ingresso del prodotto in Cina prevedono:

  • Etichettatura (la contro-etichetta - l'etichetta sul retro della bottiglia - deve essere interamente tradotta in lingua cinese e sostituire quella originale, quindi attualmente un semplice adesivo non è più sufficiente). Tra i dati specifici da riportare sull’etichetta/contro etichetta, oltre a quanto sopra indicato:
  • Tipo di vino (es. rosso, bianco; dolce, semidolce, secco)
  • Volume espresso in ml
  • Contenuto di alcol in termini %
  • Contenuto di zucchero (g/l)
  • rispetto della normativa relativa agli imballaggi in legno (che spesso vengono
  • utilizzati per il prodotto).

Gli esperti raccomandano di apporre sull’etichetta/contro etichetta o su documentazione poste in una etichetta a parte anche, sia pur non vincolanti, le seguenti informazioni:

  • autorizzazione (numero di licenza di produzione e di imbottigliamento dell'impresa produttrice o imbottigliatrice)
  • modalità relative al consumo (consigli inerenti il consumo, quantità da
  • consumare, effetti indotti da consumo eccessivo, valori calorici e nutritivi).

L’importatore deve essere in possesso della licenza di commercio estero (foreign trade rights) concessa dal Ministry of Foreign Trade and economic cooperation.

Al fine dell’approvazione da parte dell’ AQSIQ del prodotto è necessario inviare, oltre ai documenti sopra indicati:

  • Certificato di origine
  • Certificato di analisi
  • Licenza di esercizio della cantina
  • Certificato di idoneità sanitaria rilasciato dall'organo competente del Paese di
  • Origine.

Fonte:  www.winesitaly.it

Salumi

La conservazione della carne, ed in particolare di quella di maiale, è una preparazione conosciuta ed apprezzata dai cinesi anche se la lavorazione della carne di maiale in Cina ha caratteristiche e metodi di preparazione molto diversi da quelli della gastronomia italiana.  Nonostante ciò, i prodotti della norcineria italiana sono tra quelli di importazione più apprezzati perché più affini ai gusti cinesi dato il loro gradimento per i sapori salati, forti e piccanti.

Per l’esportazione di prodotti a base di carne suina stagionati, dato che sono state pubblicate delle “Liste ufficiali”, deve essere predisposta la documentazione prevista per l’iscrizione nelle liste di abilitazione all'esportazione di alimenti di origine animale.

La documentazione deve essere corredata dal “Verbale di sopralluogo per l’accertamento dell’idoneità strutturale ed igienico sanitaria degli stabilimenti”.

Deve essere, inoltre, predisposta della documentazione aggiuntiva come definita nelle note, del 2007 e 2009, del Ministero della salute (www.salute.gov.it) alla sezione “Procedura per la presentazione delle domande di iscrizione in liste di abilitazione all'esportazione di alimenti”.

La documentazione aggiuntiva è stata definita a seguito della sottoscrizione con le autorità cinesi dei protocolli sanitari che stabiliscono i requisiti sanitari da applicare alle carni suine stagionate e trattate termicamente destinate all'esportazione dall'Italia verso la Cina.

Sulla base di tali protocolli si è poi giunti a concordare con AQSIQ (Amministrazione Generale per la Supervisione della Qualità, l'Ispezione e la Quarantena della Repubblica Popolare Cinese) il modello di certificato sanitario da utilizzare.

In tali documenti sono definiti anche:

  • i requisiti per i suini da macello
  • i requisiti per i macelli e gli stabilimenti per la lavorazione
  • i requisiti per i prosciutti crudi stagionati
  • i requisiti di etichettatura.

Ulteriori indicazioni sono state poi fornite in merito alla certificazione integrativa richiesta dalle Autorità cinesi in merito all’assenza di segni clinici dell’influenza A/H1N1 (influenza suina) nell’allevamento di origine e durante l’ispezione ante-mortem.

Il format del Certificato ufficiale veterinario per le carni suine stagionate destinate all’esportazione nella Repubblica Popolare Cinese è reperibile presso il sito del Ministero della salute sezione Sicurezza Alimentare.  

Formaggi-latticini

L’industria lattiero-casearia presenta delle prospettive di crescita significative in Cina. Nonostante i latticini e i derivati non facciano parte della tradizionale dieta cinese (che apprezza il formaggio di soia – tofu), anche a causa di un deficit di enzimi nella popolazione di alcune aree che non riesce, conseguentemente, a ben metabolizzare il prodotto, i consumatori cinesi stanno apprezzando tali prodotti anche in relazione alla tendenza a variare e migliorare la propria dieta alimentare.

In particolare, sono apprezzati il latte e lo yogurt (soprattutto nelle diete per i bambini), mentre i formaggi presentano un mercato limitatissimo (le ricerche citano un consumo di pochi grammi pro-capite). La cultura alimentare è infatti molto distante dall’abituale consumo di formaggi e si sta lentamente modificando con l’aumento dei ristoranti occidentali nelle città.

Non sono stati individuati particolari adempimenti per l’esportazione di formaggi e latticini in Cina, neanche dalla consultazione di fonti ufficiali (es. Ministero della salute); si consiglia di approfondire con l’importatore e come minimo di allegare alla documentazione il Certificato sanitario.

Olio

L’olio di oliva è un prodotto in grande espansione sul mercato cinese soprattutto per la fascia più benestante di consumatori che sta orientando le proprie abitudini alimentari verso una dieta più semplice (condimenti a crudo per verdure e pesce, minori grassi, sistemi di cottura più semplici e veloci con conseguente riduzione della tradizionale frittura cinese che fa ampio ricorso ad olio di semi), a scapito degli olii di semi (arachide, soia e mais più diffusi). Il trend di importazioni è quindi in continua crescita.

L’ostacolo alla diffusione del prodotto è rappresentato dal suo elevato costo (di norma 10 volte superiore al costo di olio commestibile locale) e dalla difficoltà che hanno i consumatori cinesi a scegliere tra la varietà di oli di origine vegetale proposti.

La produzione locale è inesistente e quindi l’olio di oliva è un prodotto che viene identificato esclusivamente con la provenienza estera, anche se, di norma, il consumatore non è in grado di individuare significative differenze in base al paese di provenienza del prodotto, nonostante al prodotto italiano sia associato, di norma (come a tutto il settore agroalimentare), il top della gamma, con un conseguente impatto anche sul prezzo di vendita.

Nel 2012 c’è stata una maggiore attenzione da parte delle dogane cinesi (in alcuni casi si è trattato di un vero e proprio blocco) sulle importazioni dell’olio di oliva italiano, a causa della presenza sul mercato cinese di prodotti che non contenevano, nonostante commercializzate in Italia, olio di oliva Made in Italy, ma provenivano da miscele di diversa origine.

Non sono stati individuati particolari adempimenti per l’esportazione di olio di oliva in Cina.

Dolciumi

Prodotti da forno

I prodotti da forno, considerando l’ampia gamma (secchi, pasticceria, merendine, snack, prodotti dietetici, per intolleranti, ecc.) presentano una domanda potenziale enorme ed hanno ottenuto grande successo in termini di volumi di vendite, anche se non fanno parte della tradizione gastronomica cinese che non contempla la cottura in forno (se non in casi trascurabili) e il prodotto lievitato.

In Cina sono presenti produzioni locali, nella maggior parte dei casi in joint venture con imprese multinazionali.

Cioccolato

Il cioccolato in Cina ha riscosso un successo crescente ed inaspettato, tenendo conto di quanto questo prodotto non faccia parte della tradizione locale. In commercio si trova cioccolato prodotto in loco, quello prodotto in joint venture con multinazionali (che dispone di grandi investimenti promozionali) e quello importato; si tratta ovviamente di prodotti di prezzo e qualità crescenti.

I prodotti italiani sono tra i più apprezzati e “vantano” anche casi di imitazione puniti in modo severo. La legislazione in merito alle diverse percentuali di ingredienti e surrogati ammessi è rigorosa e piuttosto restrittiva, in ogni caso non più vincolante di quella prevista per la commercializzazione del prodotto nella UE.

Gelati

Il mercato dei gelati in Cina, analogamente a quello degli altri dolciumi, presenta importanti trend di crescita dovuti al fatto che l’abitudine al consumo del gelato si sta affermando lungo tutto l’anno. I consumi pro capite sono ancora limitati, ma c'è da tenere presente che la natura del prodotto non rende facile la sua distribuzione su tutto il territorio. La qualità del prodotto locale è in costante crescita anche grazie e materie prime di importazione.

Non sono stati individuati particolari adempimenti per l’esportazione di dolciumi in Cina; si tenga comunque conto, data la variabilità dei prodotti (presenza di additivi, coloranti, conservanti) di verificare, con l’importatore, che tali ingredienti siano ammessi dalla legislazione locale.

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