Il concetto di Halal (lecito) si contrappone a quello di Haram (illecito), termine che nel Corano identifica alimenti e bevande che un musulmano non può assolutamente consumare.
I prodotti con la certificazione Halal sono considerati leciti in quanto garantiscono - sull’origine di ogni singolo ingrediente/componente e sulla filiera di produzione del prodotto che viene acquistato ed utilizzato - l’aderenza alle prescrizioni religiose. In alcuni paesi, inoltre, la certificazione Halal rappresenta un requisito doganale imprescindibile per l’ingresso di certi prodotti e per la loro successiva commercializzazione.
In termini generali, le procedure di certificazione Halal ricordano quelle della certificazione per i prodotti biologici e per i prodotti Kosher. Le certificazioni Halal si dividono in:
- certificazioni volontarie, da applicare a quei prodotti per cui non esistono specifiche prescrizioni
- certificazioni obbligatorie, necessarie per i paesi in cui la vendita è preclusa a prodotti non certificati in base ai requisiti stabiliti dagli organismi preposti, presso i quali è necessario che l'ente certificatore siaaccreditato.
Laddove è richiesta la certificazione obbligatoria, ai prodotti certificati viene garantito il superamento dei controlli doganali, semplificando quindi i processi di import/export.
Opportunità per le aziende del settore cosmetico
Questa certificazione, da un lato consente alle imprese italiane che esportano prodotti cosmetici di raggiungere anche i mercati di fede islamica (in cui sta crescendo sia il potere d’acquisto sia l’attenzione alla cura della persona) dall’altro contribuisce all’integrazione della sempre più numerosa comunità islamica residente nel nostro Paese.
Ai prodotti con la certificazione Halal sono, inoltre, sensibili anche i consumatori che, pur non essendo di fede mussulmana, sono interessati al consumo di prodotti per cui sia garantita una produzione in conformità con aspetti ambientali ed ecologici. Sul mercato sono presenti anche prodotti cosmetici senza alcool e senza profumo, pensati appositamente per il Pellegrinaggio alla Mecca.
Caratteristiche di un cosmetico Halal
Le indicazioni di base, non esaustive, per la certificazione Halal dei cosmetici e, più in generale, dei prodotti per la cura del corpo, sono molto numerose e non esiste un disciplinare condiviso universalmente. Tali indicazioni si riferiscono sia agli ingredienti che ai metodi di fabbricazione.
Gli ingredienti
Affinché un cosmetico sia considerato Halal, non devono essere contenuti questi ingredienti:
- derivati da suini (caso piuttosto raro perché le aziende cosmetiche raramente fanno ricorso a questo tipo di ingredienti)
- derivati da animali permessi dalla religione musulmana, ma non macellati secondo il rituale prescritto, o morti prima della macellazione
- alcol etilico, sostanze inebrianti o qualsiasi sostanza ritenuta dannosa per la salute
- provenienti da organismi geneticamente modificati (OGM).
Inoltre:
- gli ingredienti ammessi non devono venire a contatto con prodotti derivati da suini o alcool
- la presenza di etanolo in profumi, fragranze, acque distillate, prodotti struccanti, lozioni per capelli/viso/corpo, rende questi prodotti proibiti (Haram)
- anche i conservanti e le varie sostanze presenti all’interno dei prodotti devono essere Halal
- ci sono interpretazioni diverse da ente ad ente sull'uso di glicerina e glicole propilenico, due sostanze molto utilizzate nei prodotti di bellezza a scopo di idratazione; è dunque necessario trovare delle alternative soddisfacenti tra le migliaia di ingredienti utilizzati in ambito cosmetico
- esistono altri prodotti considerati potenzialmente “illeciti”, ma in questo caso il divieto di usufruirne dipende dalla scuola di diritto islamico a cui si fa riferimento
- alcuni enti di certificazione richiedono che le modalità di estrazione degli oli essenziali prevedano la distillazione a vapore, invece che chimica, per evitare il ricorso all'alcool
- un’ulteriore richiesta formulata da alcuni enti riguarda il divieto di test sugli animali in fase di sperimentazione di un ingrediente.
Per la valutazione dell’idoneità degli ingredientiin molti casi è sufficiente il possessodei certificati dei fornitori, confermanti che le materie prime utilizzate sono Halal.
Filiera di produzione
La certificazione Halal comporta che tutta la filiera di produzione debba essere Halal:
- deve essere evitato anche il solo contatto con prodotti impuri
- in caso di contaminazione l’intero ciclo di produzione deve essere sanificato
- le procedure di igienizzazione e sanificazione della filiera devono essere rigorose e documentate (il riferimento sono le normative HACCP)
- i prodotti igienizzanti e sanitizzanti, utilizzati sulle linee di produzione e confezionamento non devono avere alcool tra i loro componenti.
Per un’impresa che opera nel settore cosmetico si aprono quindi due possibilità:
- creare un’apposita linea per i prodotti Halal con linee di produzione dedicate
- programmare la produzione Halal subito dopo la sanificazione degli impianti.
Scelta dell’ente di certificazione
Per ottenere la certificazione Halal è necessario rivolgersi a un ente di certificazione tra i moltissimi presenti sia in Italia sia nei paesi che hanno rilevanti scambi con nazioni di fede islamica.
Le normative a cui gli enti di certificazione fanno riferimento sono però diversificate e non tutte sono accettate dai consumatori o dalle procedure doganali dei paesi di destinazione. A complicare la situazione si registra la sostanziale limitazione, e in alcuni casi assenza, di riconoscimenti reciproci tra enti o tra paesi.
Il ricorso a un supporto consulenziale qualificato diventa, a questo punto, utile, anche se si registra una situazione non sempre trasparente, poiché alcuni enti di certificazione forniscono anche servizi di consulenza e formazione. In tal modo, non si viene a creare una soddisfacente e qualificata autonomia professionale.
Per poter scegliere l’ente di certificazione più adatto alle proprie esigenze, e la società di consulenza che meglio può supportare il conseguimento del marchio Halal, è bene considerare questi criteri:
- scegliere i prodotti da certificare in base al paese di destinazione (o almeno all’area geografica), privilegiando enti e società di consulenza che possano vantare una specifica esperienza nel territorio di riferimento, anche in relazione alla vigente scuola di diritto islamico
- tenere conto di accordi di partnership con associazioni di categoria (es. UNIPRO nel settore cosmetico)
- considerare anche le indicazioni provenienti dalle Camere di Commercio italiane presenti nei paesi di destinazione.
Monica Perego