12 febbraio 2015

Nuove tendenze e soluzioni nella scelta della legge applicabile ai contratti internazionali: la posizione della ICC

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Vediamo in questo articolo uno studio che presenta la posizione innovativa della ICC circa la scelta della legge applicabile nella maggior parte dei modelli di contratto messi a punto dalla stessa: sottoposizione del contratto ai principi di diritto generalmente riconosciuti nel commercio internazionale.

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Quando, nel corso della negoziazione di un contratto internazionale, si tratta di scegliere la legge applicabile, le parti si trovano spesso davanti all'alternativa della scelta della legge nazionale di una di esse. Se una delle parti dispone di una maggiore forza contrattuale, essa potrà cercare di imporre l'applicazione della propria legge nazionale.

Tuttavia, quando ciò non avviene o quando le parti desiderano comunque giungere ad una soluzione equilibrata, si aprono essenzialmente due strade:

  • quella di optare per la legge di un paese terzo (Svizzera, Inghilterra, Svezia)
     
  • quella di sottoporre il contratto ad un sistema alternativo di norme a-nazionali.

La Camera di Commercio Internazionale ha seguito questa seconda impostazione nella maggior parte dei modelli di contratto messi a punto dalla stessa, prevedendo, in alternativa alla scelta di una specifica legge nazionale,  la sottoposizione del contratto ai principi di diritto generalmente riconosciuti nel commercio internazionale insieme ai Principi Unidroit sui contratti commerciali internazionali.

Trattandosi di una scelta innovativa, che viene vista con notevole sospetto da una buona parte dei giuristi tradizionali, è parso opportuno spiegarne dettagliatamente le ragioni e, soprattutto le varie implicazioni, in modo da consentire ai negoziatori una scelta ragionata della soluzione oggettivamente più  opportuna.

Lo studio ICC sul ricorso a norme a-nazionali

A tal fine un gruppo di lavoro presieduto dal sottoscritto e dal prof. Franco Silvano Toni di Cigoli ha elaborato lo studio intitolato "Developing neutral legal standards for international contracts. A national rules as the applicable law in international commercial contracts with particular reference to the ICC Model Contracts". Scarica e consulta lo studio.
http://store.iccwbo.org/content/uploaded/pdf/Developing%20neutral%20legal%20standards%20for%20Intl%20contracts.pdf

Il documento in questione spiega dettagliatamente l'approccio seguito nelle clausole dei modelli di contratto dell'ICC, che comunque costituisce una possibile alternativa, rimanendo in ogni modo aperta la possibilità di sottoporre il contratto ad una specifica legge nazionale scelta dalle parti.

La scelta a-nazionale consiste nel sottoporre il contratto ai principi generali del diritto (la cosiddetta lex mercatoria), escludendo le leggi nazionali, ed integrando questi principi estremamente generici con una normativa specifica sui contratti, costituita dai Principi Unidroit.

Questo abbinamento tra i principi piuttosto generici della lex mercatoria ed un sistema dettagliato di norme sui contratti, che tiene conto delle specifiche esigenze dei rapporti commerciali internazionali,  permette  di "costruire" un sistema normativo capace di offrire un grado di certezza e prevedibilità non inferiore ad una legge nazionale, soprattutto riguardo ai contratti atipici, che costituiscono la maggior parte dei contratti utilizzati nel commercio internazionale (come ad es. concessione di vendita, licenza di marchio e brevetto, subfornitura, franchising, ecc.).

Lo studio affronta dettagliatamente le questioni relative all'efficacia di un'eventuale scelta di norme a-nazionali, chiarendo che essa è raccomandabile solo a condizione che eventuali controversie vengano sottoposte ad arbitrato, essendo improbabile che tale scelta possa essere riconosciuta dai tribunali ordinari.

E' importante sottolineare che la taskforce della Camera di Commercio Internazionale, non ha inteso "promuovere" la soluzione a-nazionale rispetto ad altre possibili opzioni. In molti casi la scelta di una legge nazionale, se del caso di un paese terzo, potrà costituire la soluzione preferibile. Ciò che importa è che coloro che negoziano e redigono contratti internazionali possano disporre di uno strumento aggiuntivo per trovare soluzioni accettabili ad ambedue le parti e che siano messi in grado di valutare con obiettività se ed in che misura tale strumento può rispondere alle loro esigenze.

Considerando tutto ciò credo che lo studio in questione costituisca un contributo importante per lo sviluppo della contrattualistica internazionale.


Prof. Avv. Fabio Bortolotti

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