Il Decreto Legge ha introdotto modifiche significative alla Legge Federale n. 2 del 2015 sulle società commerciali, eliminando l'obbligo per le società onshore di avere un’azionista emiratino (sponsor) che detenga una quota di almeno il 51% del capitale sociale. Ricordiamo che nelle società costituite in Free Zone è invece sempre stata ammessa la proprietà del 100% del capitale sociale in capo agli stranieri.
E’ stata anche abolita la disposizione che imponeva la nomina del service agent, ossia un soggetto emiratino (persona fisica o giuridica) che svolga il ruolo di punto di collegamento tra la filiale o ufficio di rappresentanza della società straniera e le autorità locali.
Il ministro dell'Economia Abdulla Bin Touq Al Marri ha affermato "La modifica alla legge sulle società commerciali mira a rafforzare il vantaggio competitivo del paese e fa parte degli sforzi del governo degli Emirati Arabi Uniti per facilitare gli affari". Le modifiche alla legge sulle società rafforzeranno l'appeal degli Emirati Arabi Uniti come destinazione sia per gli investitori che per gli imprenditori stranieri e incoraggerà anche il flusso di investimenti verso alcuni settori economici vitali.
Modifiche più rilevanti introdotte
Il requisito per una società onshore degli Emirati Arabi Uniti di avere il 51% di proprietà nazionale degli Emirati Arabi Uniti è stato rimosso. Ciò significa che anche una società costituita sul territorio emiratino potrà non avere un azionista locale, ma potrà essere detenuta integralmente da investitori stranieri, a condizione che non svolga attività con un "impatto strategico".
Il Consiglio dei ministri determinerà quali attività hanno un “impatto strategico”, tenendo conto delle proposte di un comitato composto da rappresentanti del Dipartimento dello sviluppo economico (DED) in ciascun emirato, e pubblicherà un elenco di tali attività.
Al momento sono considerate di interesse strategico l'esplorazione di petrolio e gas, i servizi di pubblica utilità e i trasporti, nonché tutte le attività svolte dagli enti statali.
Il Dubai Economic Department ha già pubblicato una lista di oltre 1.000 attività commerciali e industriali che possono essere svolte da società senza sponsor locale.
Le aziende che svolgono attività con un impatto strategico saranno soggette a requisiti di proprietà locale che saranno determinati dal Dipartimento Economico di ciascun emirato. Ciò significa che allo stesso settore potrebbero essere applicate diverse restrizioni alla proprietà straniera, a seconda dell'emirato in cui ha sede la società.
Per quanto riguarda le società già costituite, sarà possibile:
- una riduzione della quota percentuale detenuta dal partner emiratino
- la sua completa uscita dalla compagine societaria, attraverso apposite procedure previste dalle autorità locali.
La nuova normativa del 2020 abroga il decreto legge n. 19 del 2018 sugli investimenti diretti esteri che era stato emesso per promuovere gli investimenti stranieri negli Emirati Arabi Uniti. Tale decreto consentiva sì la proprietà straniera al 100% nelle società onshore, ma solo a fronte di un investimento iniziale minimo (spesso di importo molto elevato) per ben determinate categorie di attività.
Oggi, quindi, non esiste più questo obbligo di investimento minimo, fermo restando che saranno sempre le autorità locali a valutare quale sia l’adeguato capitale sociale minimo di cui dovrà dotarsi la società in funzione dell’attività che andrà a svolgere.
Come detto, una nuova importante novità è l’abolizione anche della figura del service agent. In passato, era sempre stato richiesto un agente di servizio locale per le società straniere che stabilivano una filiale o un ufficio di rappresentanza negli Emirati Arabi Uniti.
Per quanto concerne gli amministratori delle Joint stock company (simile alla nostra SpA), per quelle società che non svolgono attività aventi un impatto strategico il Decreto elimina il requisito che il presidente e la maggioranza del consiglio di amministrazione di un debba essere formato da cittadini degli Emirati Arabi Uniti.
L’autorità competente ha ora il potere di determinare di volta in volta quale debba essere il coinvolgimento di soggetti locali nel consiglio di amministrazione di una JSC. Tutto questo consentirà alle società, e agli investitori stranieri, di costituire consigli di amministrazione più diversificati.
Il Decreto consente infine agli investitori esteri di costituire una società unipersonale, sempreché non svolga attività aventi un impatto strategico. La normativa del 2015 aveva in realtà già introdotto il concetto di società con un unico azionista, ma questo si applicava solo alle società con azionisti emiratini.
Si può oggi affermare che le novità introdotte rendono ancora più attrattivo per l’imprenditore italiano sviluppare il proprio business negli Emirati Arabi Uniti.
Stefano Meani