I principali obiettivi della normativa in discussione sono:
- ridurre il numero di imballaggi (il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040)
- ridurre i rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040)
- limitare fortemente i formati di imballaggio monouso
- eliminare le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti
- vietare l’uso delle cosiddette “sostanze chimiche per sempre” negli imballaggi alimentari.
La proposta di Regolamento UE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio nella sua formulazione iniziale avrebbe avuto pesanti ricadute su molte filiere produttive (come il divieto di commercializzazione degli imballaggi monouso per l’ortofrutta, o di articoli monouso riciclabili destinati all’HoReCa…).
Dopo il pressing delle associazioni di categoria, i parlamentari europei il 22 novembre scorso hanno approvato importanti emendamenti al nuovo regolamento imballaggi (PPWR) trovando un più equo bilanciamento tra riuso e riciclo.
L’esenzione dall’obbligo di riuso è prevista per tutti i paesi che raggiungano una percentuale di riciclo dell’85%. L’Italia, con un tasso di riciclo complessivo degli imballaggi pari al 73,3%, ha già superato nel 2021 l’obiettivo comunitario del 70% entro il 2030.
I prossimi passaggi istituzionali prevedono il vaglio del Consiglio UE. Una volta che il Consiglio avrà adottato la sua posizione, il Parlamento avvierà i colloqui con i governi nazionali.
La soddisfazione del mondo del packaging
Dopo l’approvazione delle modifiche al Regolamento Packaging PPWR , che ha ridimensionato gli aspetti più controversi della proposta, si susseguono i commenti delle associazioni di categoria e delle realtà coinvolte dagli esiti della votazione.
EUROPEN riconosce che l’eliminazione da parte del Parlamento di alcuni divieti arbitrari e di obiettivi di riutilizzo che non sono basati su adeguate prove scientifiche è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, il voto non include un’adeguata armonizzazione dei requisiti di sostenibilità e gestione dei rifiuti e permangono ostacoli che minacciano le catene del valore e rischiano di frammentare il mercato unico.
Secondo FEFCO - European Corrugated Packaging Association, il voto ha definito la strada per un packaging sempre più sostenibile, mantenendo il sistema di gestione dei rifiuti esistente. Questo approccio complementare tra riciclo e riuso è capace di garantire la competitività armonizzando il mercato interno.
Flexible Packaging Europe (FPE), che rappresenta i fornitori di imballaggi flessibili in tutti i materiali, accoglie con favore i miglioramenti su diversi punti, in particolare: le scadenze più chiare per i requisiti di riciclabilità che consentano all’industria di adattare la progettazione degli imballaggi e di adeguare le infrastrutture di raccolta e riciclaggio; le esenzioni dagli obiettivi specifici di riutilizzo per gli imballaggi flessibili fondamentali per il trasporto utilizzati a diretto contatto con gli alimenti.
Secondo l’Associazione Italiana Scatolifici l’Italia è uno dei paesi più virtuosi per ciò che riguarda il riciclo della carta e l’Europa ha capito che questa è la direzione giusta da tenere. È rassicurante notare che il divieto dei contenitori monouso per i prodotti alimentari sia stato scongiurato, prendendo in considerazione la sostenibilità di tali imballaggi e la loro sicurezza alimentare, tutelata da severe normative.
Per Federalimentare con il voto dell’Europarlamento che esenta al riuso degli imballaggi gli Stati membri che abbiano raggiunto una percentuale di riciclo pari all’85%, passa la linea della ragionevolezza e delle evidenze scientifiche dell’Italia che ha opposto, alla visione ideologica emersa in Commissione Ambiente, dati, numeri e analisi a sostegno delle sue tesi.