Nel corso degli anni Duemila, in Umbria l’attività economica ha evidenziato un andamento negativo, peggiore rispetto al resto del Paese. Sulla dinamica ha inciso principalmente la diminuzione della produttività e la modesta capacità innovativa del settore produttivo (spesa in ricerca e sviluppo, domande di brevetto e grado di digitalizzazione assai contenuti nel confronto italiano ed europeo).
Nell’industria le vendite si sono ulteriormente ridotte, per il negativo andamento degli ordinativi interni. La persistente debolezza della manifattura si è riflessa in un incremento delle richieste di Cassa integrazione. Le esportazioni hanno ripreso a espandersi.
Il settore delle costruzioni ha continuato a fornire un contributo positivo, seppure in rallentamento. Il ridimensionamento degli incentivi all’edilizia privata sono stati controbilanciati dall’accelerazione degli investimenti pubblici e degli interventi di ricostruzione post‑sisma.
Nel terziario la crescita è rimasta moderata nonostante l’ulteriore espansione del comparto turistico che ha interessato tutti i comprensori. Nel 2024 le presenze turistiche hanno raggiunto un nuovo massimo, grazie alla crescita del 6,4% rispetto all’anno precedente (+2,5% in Italia). La dinamica si è confermata più vivace per il turismo straniero e per le strutture extralberghiere (+11,6% e 9,2%, rispettivamente). Nel primo trimestre del 2025 le presenze sono ulteriormente cresciute dell’8%.
Il traffico passeggeri presso l’aeroporto San Francesco d’Assisi è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al picco raggiunto nel 2023; al deciso incremento di passeggeri nei voli nazionali (59,8%) è corrisposto un calo in quelli internazionali (-16,4%), che comunque rappresentano ancora oltre il 60% dei flussi complessivi.
Esportazioni 2024
Dopo il calo del 2023, lo scorso anno le esportazioni regionali a prezzi correnti sono aumentate del 5,3%, a fronte della lieve flessione registrata in Italia (-0,4%).
L’agroalimentare e l’abbigliamento hanno fornito i principali contributi alla dinamica dell’export; quello della meccanica è risultato invece lievemente negativo per effetto della riduzione delle vendite registrata nella seconda metà dell’anno.
La dinamica dell’export verso i paesi dell’Unione europea è stata contenuta (0,9 %). All’espansione delle vendite di prodotti agroalimentari, diffusa a quasi tutti i paesi comunitari, si è contrapposta la riduzione delle esportazioni di macchinari, in particolare verso la Germania (in calo di oltre un quarto).
Sono aumentati soprattutto i flussi verso i paesi extraUE (12%) trainati dalle esportazioni di manufatti dell’abbigliamento negli Stati Uniti e in Cina.
Negli ultimi anni, l’esposizione diretta dell’export regionale al mercato statunitense è cresciuta; nel triennio 2022-24 ha raggiunto l’11,6% del totale, un valore superiore alla media italiana (10,5%).
Il settore più esposto al mercato statunitense è stato quello dei mezzi di trasporto, le cui vendite verso gli Stati Uniti tuttavia influivano in minima parte sul totale delle esportazioni regionali (0,5%). Sia il comparto dei macchinari sia quello dell’abbigliamento hanno destinato verso gli USA oltre un quinto delle loro vendite all’estero, pari rispettivamente al 4,6% e al 3% dell’export complessivo umbro.
Fonte: Nota redatta dalla Filiale di Perugia della Banca d’Italia (dati disponibili al 29 maggio 2025).