Nel periodo successivo alla pandemia l’attività economica in Sicilia ha registrato una dinamica più sostenuta rispetto alla media italiana; ciononostante, nel 2023 (ultimo anno per cui sono disponibili i dati) il valore aggiunto prodotto in regione risultava ancora inferiore, di oltre 4 punti percentuali, rispetto al 2007. Tra i principali settori produttivi, il valore aggiunto si è ridotto in misura marcata nell’industria in senso stretto (di quasi un quarto).
Nel 2024 il valore aggiunto delle costruzioni, fortemente in espansione nel triennio precedente, è cresciuto a ritmi più contenuti secondo le stime di Prometeia, ma ancora superiori a quelli dell’Italia.
Nei servizi la dinamica è stata lievemente positiva (0,5%), ma molto più debole rispetto alla media del Paese (7,8%).
Le presenze turistiche sono cresciute del 5,1% (+11,3% nel 2023), più della media nazionale. L’incremento dei pernottamenti è stato trainato dagli stranieri, che hanno rappresentato oltre la metà del totale. L’aumento delle presenze si è concentrato soprattutto nelle province di Palermo, Messina e Trapani.
Il traffico di passeggeri negli aeroporti dell’Isola è cresciuto del 10,3%, sostanzialmente in linea con la media nazionale; l’incremento è stato nettamente maggiore per i voli internazionali.
Il traffico di passeggeri nei porti siciliani è cresciuto del 2,4%. Le movimentazioni di merci, che nel 2023 erano lievemente cresciute, si sono invece ridotte (-3,2%), soprattutto per il calo dei prodotti petrolchimici (che rappresentano circa i sei decimi del totale).
Le start up innovative, concentrate soprattutto nei servizi ad alta intensità di conoscenza, sono meno diffuse rispetto all’intero Paese, ma forniscono un contributo significativo all’attività brevettuale.
Esportazioni 2024
Nel 2024 le esportazioni di merci siciliane si sono ridotte, ma meno dell’anno precedente (-8,3% a prezzi correnti); la contrazione è stata più marcata rispetto alla media nazionale (-0,4%).
Il calo è dipeso dal settore petrolifero (-15,2%) che ha costituito quasi i tre quinti delle esportazioni regionali. Sulla dinamica del settore hanno inciso sia l’andamento delle quantità esportate, in diminuzione dell’8,9%, sia quello delle quotazioni.
Le esportazioni di prodotti non petroliferi sono aumentate del 3,3%, diversamente da quanto osservato nella media nazionale (-0,6); alla dinamica ha contribuito soprattutto il comparto chimico, in aumento del 20%, cui si è contrapposto il calo di quello elettronico (-23,3%).
Complessivamente la riduzione dell’export ha interessato soprattutto i paesi al di fuori dell’area dell’euro: tra i maggiori mercati i cali più intensi si sono registrati verso le economie dinamiche dell’Asia, gli Stati Uniti e la Turchia.
Gli Stati Uniti rappresentano uno dei più importanti mercati di destinazione dell’export siciliano: l’esposizione diretta al mercato statunitense nel 2024 è stata pari al 7,6% (10,3% la media nazionale); un terzo delle esportazioni era costituito da apparecchi elettrici, una quota pressoché analoga da prodotti petroliferi e un quinto da quelli agro-alimentari. Per questi settori gli Stati Uniti rappresentavano rispettivamente il primo, il nono e il terzo mercato estero di destinazione, con quote pari rispettivamente al 49% 4,4% e 11,6%.
Fonte: Nota redatta dalla Sede di Palermo della Banca d’Italia con la collaborazione delle Filiali di Agrigento e Catania (dati disponibili al 29 maggio 2025)
I trimestre 2025
Nei primi tre mesi del 2025, l’aumento delle vendite di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi, da Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Sicilia spiega per 1,5 punti percentuali la crescita su base annua dell’export nazionale.
Per contro, le minori vendite di coke e prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna e di autoveicoli da Piemonte, Campania e Abruzzo forniscono un contributo negativo alla dinamica tendenziale dell’export, pari a -1,3 punti percentuali.
Nell’analisi provinciale dell’export, l’Istat segnala che i contributi negativi più ampi derivano da: Gorizia, Siracusa, Cagliari, Siena e Torino.
Fonte: Istat (Esportazioni delle regioni italiane I trimestre 2025)