Le relazioni si erano interrotte nel 2016 a seguito dell’esecuzione in Arabia Saudita di un religioso sciita che provocò tumulti con occupazione delle sedi diplomatiche saudite in Iran. Il riavvicinamento prevede:
- entro due mesi la riapertura delle ambasciate e lo scambio di personale diplomatico
- la riattivazione dei due precedenti accordi sulla cooperazione economica (firmato nel 1999) e sulla sicurezza (2001)
- l'istituzione di una Camera di commercio bilaterale Irano-Saudita per promuovere le delegazioni commerciali e favorire la stabilità dei rapporti d’affari.
A mediare, nella fase finale dei negoziati, la Cina che cerca di estendere la sua influenza in quest'area fondamentale di approvvigionamento energetico. Grazie alla cooperazione bilaterale su settori strategici, la Cina si sta affermando come interlocutore di riferimento in un Medio Oriente sempre più diversificato in termini di alleanze e partnership anche a seguito del parziale “ritiro” statunitense dalla regione.
Iran e Arabia Saudita competono da decenni per l’egemonia nell’area e mantengono profonde divergenze su varie questioni (Yemen, Libano, Iraq), ma lo sviluppo del commercio e il processo di diversificazione economica sono legati a doppio filo alla stabilità delle rotte e alla sicurezza.
La guerra in Yemen contro i ribelli sciiti Houthi (sostenuti e armati dall’Iran), è un ostacolo agli investimenti esteri in Arabia Saudita, primo esportatore di petrolio al mondo, che dovrà affrontare anche la minor domanda di idrocarburi da parte dell'Europa impegnata in importanti progetti di transizione energetica.
La politica estera saudita punta quindi ad allentare le tensioni con l’Iran con pragmatismo, per salvaguardare la sicurezza nazionale e creare un ambiente stabile per lo sviluppo economico delineato nella strategia Vision 2030.
Se l’Arabia Saudita tenta di ridurre le tensioni per accrescere il suo ruolo, la firma dell’accordo per l’Iran rappresenta un tentativo di uscire dall’isolamento internazionale (fornitura di droni alla Russia, repressione violenta delle ondate di protesta popolare, programma nucleare, solo per citare le criticità più recenti).
Il segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran Ali Shamkhani ha commentato l’accordo: “Rimuovere le incomprensioni nelle relazioni tra Teheran e Riyadh porterà sicuramente a migliorare la stabilità e la sicurezza regionali, nonché ad aumentare la cooperazione tra le nazioni del Golfo Persico e il mondo dell’Islam per gestire le sfide attuali”.
L’accordo Iran – Arabia Saudita rappresenta l’ultimo tassello di un processo di distensione regionale iniziato tre anni fa con gli Accordi di Abramo (2020), gli accordi di Al-Ula (2021), la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Emirati Arabi Uniti e Iran e il riavvicinamento degli EAU e dell’Arabia Saudita con la Turchia (2022).