Se il prodotto destinato all’export è realizzato in Veneto, allora è logico che lasci l’Italia tramite un porto Veneto o nelle sue immediate vicinanze. Questo approccio regionale, sostanzialmente geografico è ormai superato perché la logistica e le infrastrutture evolvono.
L’integrazione con la rete ferroviaria e con gli interporti degli scali marittimi più grandi consente di sviluppare economie di scala che ampliano le tradizionali aree di influenza dei porti. La presenza di soluzioni logistiche multiple rende i mercati meglio serviti e a costi minori.
Ormai il produttore veneto di prosecco - per esportare in Australia, Giappone, o negli Stati Uniti - non ha più solo le tradizionali opzioni Venezia, Trieste, o Ravenna. Può anche utilizzare un treno merci Padova - Genova, perdendo inizialmente tempo nella fase di imbarco, ma poi recuperandolo nel transito a mare.
Genova è infatti veloce nei collegamenti marittimi diretti con oltre 450 porti al mondo (in paesi sempre più distanti) e, praticando prezzi competitivi, sta crescendo come influenza in aree del paese prima appannaggio di altri porti nazionali, la cui linee spesso devono operare il “transhipment” del carico lungo la rotta una o più volte.
Secondo un’indagine condotta da SRM (think tank del Gruppo Banca IntesaSanPaolo) che ha coinvolto 500 imprese attive in Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna, i porti di Genova sono sempre più considerati un hub logistico primario per l’industria italiana, sia in import che a livello export.
Preferenza aziende di produzione italiane verso alcuni porti
Primati dei Porti di Genova
Le infrastrutture dei Porti di Genova, insieme, compongono il più importante polo portuale italiano come confermano i dati 2021: registrate oltre 63 milioni di tonnellate di traffico complessivo.
Uniti dal 2016 sotto un’unica Autorità Portuale, i porti di Genova, Prà, Savona e Vado Ligure operano su tutte le merceologie, dal container allo sfuso, dall’impiantistica ai passeggeri - fatto piuttosto raro nell’economia portuale odierna - e sono nel ristretto numero di porti (6 in tutta Europa) che hanno come clienti tutte le grandi alleanze armatoriali, nessuna esclusa.
La movimentazione di contenitori nel 2021 (2.781.112 TEU2, +11,3% rispetto al 2020 e +4,2% rispetto al 2019) è la più elevata mai rilevata. I porti di Genova movimentano il doppio di La Spezia, cinque volte più di Trieste, Venezia e Livorno, dieci volte più Ravenna.
Inoltre, il traffico di rotabili, elemento cardine delle rotte intra mediterranee è aumento dell’11% rispetto al 2020, mentre i traffici specializzati (acciaio, alluminio, cellulosa, auto nuove etc.) hanno evidenziato un incremento del 16,8%.
In cifre
- 4 bacini portuali multi-merce lungo una costa di oltre 50 kilometri
- 30 terminal portuali privati gestiti da primari player globali
- 22 KM di banchine con oltre 100 accosti simultanei per navi commerciali
- Quota di mercato pari al 33% del traffico container di destinazione finale italiano
- 1° porto gateway container italiano: 2,8 milioni di Teus nel 2021
- 6° porto gateway europeo per containers movimentati
- Contributo netto di 10 miliardi di euro al PIL italiano
- gettito IVA sulle importazioni 3,7 mld di euro (30% dell'intera IVA riscossa in Italia).
Fonte: “Studio SRM per Ports of Genoa, 2021”
Investimenti per oltre 2,3 Miliardi di Euro
L’Autorità Portuale ha varato un imponente piano di investimenti: 2,3 miliardi di Euro, in parte garantiti da trasferimenti statali, in parte da autofinanziamento, e in parte da fonti finanziarie esterne, BEI e Cdp in primis.
L’obiettivo strategico dei 29 interventi strutturali previsti è legato al miglioramento della accessibilità portuale - marittima, stradale e ferroviaria - garantendo maggiore sicurezza della navigazione, riducendo la congestione stradale e contribuendo alla rigenerazione urbana.
Genova
L’investimento più significativo nel bacino del Porto di Genova è la realizzazione della nuova grande diga foranea, per la quale è prevista una spesa di oltre 1,1 miliardi di Euro. L’opera consentirà l’accesso sicuro a navi con portata oltre i ventimila container anche nel bacino di Genova, che oggi possono essere servite solo a Prà e Vado Ligure.
Verranno poi eseguiti i lavori di dragaggio di Ponte Nino Ronco, nel bacino di Sampierdarena, portando i fondali (sino a meno 15 metri) e del porto passeggeri (sino a meno 12) per ripristinare la profondità dei fondali migliorando la navigabilità e l’attracco in banchina delle navi passeggeri da 6 mila turisti con oltre 200 mila tonnellate di stazza.
Sarà inoltre ampliato il Terminal di merce varia dei pontili Ronco-Canepa, con la realizzazione di una nuova banchina e di un piazzale. Verranno creati nuovi varchi di accesso al porto interamente digitalizzati, una nuova strada portuale sopraelevata, rifatti e potenziati tutti i raccordi ferroviari dello scalo sino all’allacciamento con la nuova linea ad alta velocità/alta capacità denominata “terzo valico”, capace di trasportare passeggeri da Genova verso Milano e Torino in una sola ora e merci a 120 km ora con treni di 750 metri di lunghezza.
Vado Ligure e Savona
Per quanto riguarda il territorio savonese, il finanziamento è destinato al potenziamento del parco ferroviario del terminal portuale di Vado Ligure, un’area dove vengono caricati e scaricati sui treni merci i container in transito nel porto.
In programma anche il ripristino delle opere foranee (moli e dighe per la difesa del porto) del bacino sia di Savona che di Vado, dove è stato appena varato un grande investimento privato per un deposito di GNL per il rifornimento delle navi che utilizzano questo nuovo carburante di transizione verso la eco compatibilità completa dello shipping.
L’obiettivo dei Ports of Genoa è aumentare la capacità di attrazione verso Svizzera e sud Germania, oltre le Alpi, e far arrivare a Genova e Savona oltre 1 milione di containers in più rispetto al mercato italiano comunque in crescita, arrivando alla soglia dei 5 milioni di TEUS nei prossimi dieci anni.