Fra il 2007 e il 2023 l’andamento dell’economia del Piemonte è stato peggiore della media del Paese e di quella del Nord: la regione ha subito in misura maggiore gli effetti della recessione e anche la ripresa post-Covid è stata meno vivace. Il divario negativo è riconducibile alla componente demografica e alla dinamica della produttività totale dei fattori.
Nell’industria la produzione e, in misura più contenuta, il valore aggiunto si sono ridotti nel 2024; vi ha contribuito la dinamica negativa delle esportazioni, soprattutto in Germania. Il calo dell’attività ha interessato diversi settori ed è stato intenso nel comparto automotive. Secondo i dati di Unioncamere Piemonte, la produzione si è ridotta anche nel tessile, nella meccanica e nel comparto metallurgico; di contro, i livelli produttivi sono ancora cresciuti nell’industria alimentare.
Nelle costruzioni i livelli produttivi sono rimasti elevati, grazie soprattutto all’avanzamento dei cantieri del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Nel terziario privato non finanziario la congiuntura è stata moderatamente positiva: una maggiore dinamicità ha interessato i servizi alle imprese e l’Information and communication technology (ICT), a fronte della debolezza nel commercio.
In base ai dati dell’Osservatorio del turismo della Regione Piemonte, nel 2024 il numero complessivo di pernottamenti è cresciuto del 4,1% rispetto all’anno precedente (+8,6% nel 2023). L’espansione è stata prevalentemente sostenuta dalla componente internazionale, a fronte di un incremento più modesto dei visitatori domestici (6,8% e 1,2%, rispettivamente). La quota di turisti stranieri è salita al 53%.
Il numero di passeggeri transitati negli aeroporti piemontesi è cresciuto del 3,3% rispetto all’anno precedente. Si è invece ridotto di oltre un quarto il traffico aereo di merci, che ha toccato valori storicamente contenuti.
Secondo l’indicatore coincidente Regio-coin, che coglie la dinamica delle componenti di fondo del ciclo economico, l’andamento dell’economia è lievemente migliorato nei primi tre mesi del 2025 rispetto al trimestre precedente.
Esportazioni 2024
Dopo la crescita registrata nel triennio successivo alla pandemia, nel 2024 le esportazioni sono diminuite del 4,9% a valori correnti (-5,2% in termini reali, secondo elaborazioni della Banca d’Italia, a fronte di una crescita del commercio mondiale e alla sostanziale stabilità della domanda proveniente dai mercati di sbocco). La dinamica è stata molto più sfavorevole di quella del Nord e della media nazionale (-1,7 e -0,4%, rispettivamente, a prezzi correnti), riflettendo la specializzazione regionale nel comparto automotive.
Le esportazioni di autoveicoli sono infatti diminuite di oltre un terzo; anche quelle di componenti per auto si sono ridotte, sebbene in misura più contenuta. Oltre un terzo della flessione dell’export del comparto automotive dipende dalla contrazione della domanda tedesca; la quota della Germania sul totale delle esportazioni di auto e componenti si è ridotta in un anno dal 22% al 16%.
Anche le vendite all’estero del settore aerospaziale , che nel triennio post-pandemico avevano registrato una forte crescita, sono calate di quasi il 30%. Tra gli altri principali comparti, è diminuito l’export di bevande, di gioielli e di prodotti in metallo; di contro, sono ancora aumentate quelle del settore alimentare, della gomma e plastica e del tessile, mentre sono risultate sostanzialmente stabili quelle di macchinari.
Al calo delle esportazioni nell’area dell’euro hanno contribuito in misura rilevante la Francia e la Germania. Tra i principali mercati extra UE, è diminuito l’export verso il Regno Unito, la Svizzera e la Turchia; di contro, sono cresciuti gli scambi con il Brasile e, in misura più marcata, con la Cina, sospinti dalle vendite di articoli di abbigliamento.
Le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno registrato una contrazione del 7,3%, dovuta in gran parte al forte calo nel settore automotive. L’esposizione diretta del Piemonte al mercato degli Stati Uniti è in media più bassa rispetto a quella nazionale, ma significativa per alcuni settori di specializzazione.
In base ai dati dell’ultimo triennio, i settori più esposti direttamente sono i macchinari e l’automotive, dove le esportazioni negli Stati Uniti assorbono il 2,5% e l’1,3% del totale regionale. Quasi il 10% delle vendite all’estero di autoveicoli finiti è diretto verso gli USA, mentre è più contenuta l’analoga quota di componenti per auto (3%).
Il settore più dipendente dal mercato statunitense è quello aerospaziale (incluso nella voce “altri mezzi di trasporto”), per il quale gli USA coprono circa un quinto delle esportazioni (queste ultime rappresentano, tuttavia, solo lo 0,5% sull’export della regione). Gli Stati Uniti rappresentano un mercato di sbocco significativo anche per le bevande, l’elettronica, la gioielleria e gli articoli di abbigliamento, con una quota compresa tra l’11 e il 17%.
Fonte: Nota redatta dalla Sede di Torino della Banca d’Italia, con i dati disponibili al 29 maggio 2025
I trimestre 2025
Nei primi tre mesi del 2025 la dinamica dell’export regionale è migliorata: rispetto all’ultimo trimestre 2024 l’incremento, a prezzi correnti, è stato di oltre il 3%.
Le minori vendite di coke e prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna e di autoveicoli da Piemonte, Campania e Abruzzo forniscono un contributo negativo alla dinamica tendenziale dell’export, pari a -1,3 punti percentuali.
Nell’analisi provinciale dell’export, l’Istat segnala che i contributi negativi più ampi alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano da: Gorizia, Siracusa, Cagliari, Siena e Torino.
Fonte: Istat (Esportazioni delle regioni italiane I trimestre 2025)