L’espansione dell’attività nei settori dei servizi si è accompagnata a un calo della produzione manifatturiera, che ha risentito maggiormente della debolezza della domanda interna ed estera.
La produzione nella manifattura rilevata da Unioncamere Lombardia si è stabilizzata a partire dall’ultimo trimestre del 2024, dopo cinque trimestri consecutivi di calo. In media d’anno, è scesa dello 0,8%.
La riduzione è stata più intensa nel sistema moda (tessile, calzature e abbigliamento), nella siderurgia e nella meccanica.
La produzione è invece aumentata nei comparti della chimica e farmaceutica e dell’industria alimentare, che hanno beneficiato di un aumento delle esportazioni.
È proseguita l’espansione dell’attività nel settore delle costruzioni, sostenuta dall’avvio dei cantieri per la realizzazione delle opere finanziate dal PNRR e per i lavori connessi con le Olimpiadi invernali del 2026.
Nel terziario, il fatturato ha continuato ad aumentare, in particolar modo nei servizi alle imprese legati al processo di digitalizzazione dell’economia, alla sostenibilità ambientale e all’intelligenza artificiale (IA).
Le attività dell’alloggio e della ristorazione hanno beneficiato del forte incremento degli arrivi e delle presenze turistiche in regione, a cui hanno contribuito soprattutto i viaggiatori provenienti dall’estero.
La Lombardia rappresenta il primo mercato in Italia per il private equity e il venture capital. Nel venture capital gli investimenti nell’ultimo triennio hanno raggiunto all’incirca lo 0,1% del PIL regionale (valore quasi triplo rispetto alla media italiana, anche se inferiore al dato dell’Unione europea).
Esportazioni 2024
Nel 2024, le esportazioni sono cresciute dello 0,6%, a fronte di una lieve diminuzione in Italia. A prezzi costanti si registrano incrementi elevati nel settore delle apparecchiature elettroniche e forti cali nei comparti della moda.
La crescita delle esportazioni è stata di poco inferiore a quella della domanda potenziale per i prodotti della regione (0,9%), con una conseguente moderata erosione della quota di mercato regionale sui principali mercati di destinazione.
L’andamento del commercio con l’estero ha risentito soprattutto della debolezza della congiuntura in Francia e Germania, principali mercati di sbocco della regione, verso cui i flussi di esportazioni sono diminuiti soprattutto nei settori della metallurgia, della meccanica e, per la Germania, dei mezzi di trasporto.
Si sono ridotte anche le esportazioni verso gli Stati Uniti, mercato in cui le vendite della farmaceutica, della metalmeccanica e del comparto moda hanno registrato cali significativi.
Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di sbocco dei flussi diretti di esportazione delle merci regionali, con una quota pari all’8,6% sul totale delle esportazioni e un’incidenza sul PIL del 2,9% nel 2022-24, entrambe inferiori alla media italiana (rispettivamente 10,5% e 3,1%).
Le esportazioni regionali con un’esposizione relativamente elevata sul mercato statunitense sono quelle dei settori delle bevande, della moda (calzaturiero e abbigliamento), dei mobili e della farmaceutica.
Secondo un’indagine di Banca d’Italia, più del 40% delle imprese industriali regionali esporta negli Stati Uniti. Di queste, le aziende esposte per oltre il 50% delle vendite estere sul mercato statunitense sono un numero esiguo (poco meno del 4%), mentre per il 16% delle imprese gli Stati Uniti rappresentano tra il 25 e il 50% del fatturato estero.
Circa il 54% delle imprese dell’industria che esportano negli Stati Uniti ha indicato che intende reagire all’incremento dei dazi tramite la diversificazione dei mercati e l’aumento della presenza locale (rispettivamente, 18% e 14%); meno comuni le previsioni di riduzione dei prezzi, o aumento del valore aggiunto dei beni esportati. Il restante 46% delle imprese non intende prendere contromisure, giudicando bassi i volumi realizzati sul mercato statunitense, o troppo costoso cercare alternative.
Fonte: Sede di Milano della Banca d’Italia con la collaborazione delle altre Filiali della regione (dati disponibili al 29 maggio 2025)
I trimestre 2025
Secondo i dati Istat, nei primi tre mesi dell’anno, l’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Toscana, Lazio, Lombardia, Campania e Abruzzo spiega per 2,6 punti percentuali la crescita su base annua dell’export nazionale.
Nel primo trimestre 2025, i contributi positivi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle esportazioni del Friuli-Venezia Giulia verso la Germania (+187,4%), della Lombardia verso gli Stati Uniti (+13,5%). All’opposto, gli apporti negativi più ampi alla crescita dell’export nazionale, provengono dal calo delle vendite della Lombardia verso la Svizzera (-18,5%) e della Toscana verso la Turchia (-36,3%).
Fonte: Istat (Esportazioni delle regioni italiane I trimestre 2025)