Il 90% delle merci viaggia via mare e l’Asia continua a essere il maggiore player sul segmento container. La presenza di 14 porti asiatici nella Top 20 mondiale conferma la leadership nel segmento del trasporto containerizzato, con una quota del 54,5%.
La riapertura delle economie e la ripresa della domanda rimangono il motore chiave per la crescita del commercio mondiale nel 2021 con una previsione dell’8,4% e del 6,5% nel 2022.
Per il trasporto marittimo complessivo si stima per il 2021 un aumento del 4,2% per volumi complessivi maggiori di 12 miliardi di tonnellate, superiori quindi ai livelli pre- Covid-19, e per il 2022 un ulteriore incremento del 3,1%.
Il segmento container, che rappresenta la modalità di trasporto privilegiata del commercio globale di beni, a partire da luglio 2020 con la ripresa della domanda soprattutto da parte dell’Europa e del Nord America, ha registrato una crescita costante che lo ha portato a chiudere il 2020 con una riduzione di appena l’1,1%. Per il 2021 si stima una crescita dell’8,7% e per il 2022 del 4,7%.
Allungando le previsioni al 2025, la movimentazione container dei porti a livello mondiale dovrebbe crescere a un tasso medio annuo del 4,8% fino ad oltre 1 miliardo di TEU entro il 2025 (Europa +3,9%, Africa +4,9%, Far East +5,3%, Middle East +4% e Nord America +3,6%).
Il ruolo del Mediterraneo e del Canale di Suez
Il Mediterraneo rappresenta ancora una via privilegiata di transito per i traffici containerizzati concentrando il 27% dei circa 500 servizi di linea mondiali via nave.
Il Canale di Suez, nell’anno della pandemia ha mostrato una notevole resilienza oltrepassando il miliardo di tonnellate di merci e totalizzando un numero di transiti pari a 18.829 navi. Suez uno snodo strategico per i traffici nel Mediterraneo rappresentando il 12% del traffico mondiale e il 7-8% di quello petrolifero.
L’Egitto ha iniziato a maggio nuovi lavori per l'ampliamento dell'imbocco meridionale di 40 metri verso la sponda orientale del Sinai e lo scavo dei fondali per portarli a 22 metri. Sarà allungata di circa 10 chilometri la seconda corsia, aumentando la capacità del canale di far fronte a incidenti come quello della Ever Given. I lavori dovrebbero concludersi entro 24 mesi.
L’impennata dei noli
La paralisi del terminal cinese di Yantian a Shenzhen, uno dei più importanti del paese, a causa di una ripresa di casi di Covid, ha accentuato il problema della congestione dei porti anche nel Far East.
A causa della congestione si registrano ritardi nelle partenze delle navi e quindi si riduce l’indice di affidabilità dei servizi di linea, raggiungendo livelli pari al 35-40% nei primi mesi del 2021 (solo il 35-40% delle navi sono arrivate in orario).
Il disallineamento delle partenze programmate dei servizi di linea ha rafforzato un’ulteriore criticità, ovvero la mancanza dei container vuoti nei principali mercati di esportazione.
L’effetto dell’impennata della domanda di beni, del rigoroso controllo dell’offerta da parte dei carrier (blank sailing, idle fleet), della congestione dei porti e della mancanza di container vuoti è stato l’innalzamento dei noli a livelli record.
- L'indice Shanghai Containerized Freight Index (SCFI) nei primi 5 mesi del 2021 è stato mediamente di oltre 2.900 punti, un livello mai raggiunto prima, in aumento del 132% sulla media del 2020.
- Sulla rotta Shanghai-Med, a giugno 2021 i noli hanno raggiunto il massimo storico di 6.272 dollari a Teu (oltre 12.500 dollari per un container da 40’).
I noli quindi saranno ancora alti quest’anno (si prevede un +22,6% sul 2020) e un calo del 9,4% nel 2022.
Regionalizzazione delle supply chain
Oltre alla pandemia, gli episodi della portacontainer Ever Given incagliata nel Canale di Suez e la parziale interruzione delle attività del terminal di Yantian, hanno mostrato la vulnerabilità delle dinamiche del commercio internazionale e i punti deboli delle catene di fornitura globali.
Inoltre, la persistente carenza di container e l'aumento dei noli potrebbero fornire ulteriore impulso alle tendenze di reshoring e nearshoring.
La ridefinizione di alcune supply chain su scala regionale riporterà in Europa alcune filiere e ciò potrà favorire ulteriormente la crescita del trasporto marittimo a corto raggio per il quale il Mediterraneo ha già una posizione di leadership in ambito europeo.
L’Italia è il primo Paese nell’UE28 per trasporto di merci via mare a corto raggio nel Mediterraneo, con 244 mln di tonnellate di merci trasportate (quota di mercato 37%).
In Italia
Il Rapporto conferma un impatto della pandemia sul traffico commerciale pari al -10%, ma le merci in container, in controtendenza, hanno fatto rilevare un +3% dovuto principalmente alla performance di Gioia Tauro.
Nel 2020 il valore degli scambi commerciali via mare dell’Italia è stato pari a 206,3 mld €, registrando un -17% sull’anno precedente. Di questi 99,8 mld € sono in import (-23%) e 106,5 in export (-10%). Nel primo trimestre 2021 l’import export via mare ha registrato un incremento del 3%.
La Cina è il nostro principale Paese fornitore: con 20,5 mld € rappresenta il 21% di tutto l’import via mare italiano. Il primo Paese cliente per modalità marittima sono gli USA che con 27,2 mld € concentra il 26% del nostro export.
Il traffico Ro-Ro nel 2020 ha registrato 105 milioni di tonnellate rilevando un -7% sul 2019. Il 35% del traffico di rotabili in transito nei porti italiani è internazionale, proviene o è diretto all’estero.
Le rinfuse liquide per l’Italia rappresentano la categoria merceologica più significativa in termini di volumi e pertanto strategica. Nel 2020, con netta prevalenza dell’import, sono state movimentate circa 157 milioni di tonnellate, principalmente correlate alla domanda di raffinazione dei prodotti petroliferi e alla domanda energetica da soddisfare.
I primi 5 Energy Port italiani (Trieste, Augusta, Cagliari, Milazzo e Genova) rappresentano il 69% dell’intero traffico liquido nazionale e Trieste, con 37,6 milioni di tonnellate, si conferma lo scalo italiano che movimenta i volumi più elevati. Seguono Augusta e Cagliari.
Il PNRR prevede, a favore dei porti, della logistica e dei trasporti marittimi oltre 3,8 miliardi per interventi per l’ammodernamento e il potenziamento dei porti, la realizzazione del Piano nazionale del Cold ironing che permette alle navi di sostare al porto eliminando le emissioni inquinanti, l’efficientamento energetico (green ports), e per agevolare l’intermodalità con la realizzazione dell’ultimo miglio ferroviario nei porti di Venezia, Ancona, Civitavecchia, Napoli e Salerno.
Fonte: srm