Il segmento container, a causa della pandemia, evidenzia un calo del 7,3% nel 2020 (742 milioni di TEU movimentati nei porti mondiali) il che riporta il segmento ai volumi del 2017.
Gli analisti prevedono un rimbalzo del 10% al 2021 e del 6,6% nel 2022. Allungando le previsioni al 2024 la movimentazione container dei porti a livello mondiale dovrebbe crescere a un tasso medio annuo del 3,5% fino ad arrivare a 951 milioni di TEU entro il 2024 (Europa +2,3%, Africa +3,3%, Far East +3,9%, Middle East +4,5% e Nordamerica +2,3%).
Il Mediterraneo rappresenta ancora una via privilegiata di transito per i traffici containerizzati concentrando il 27% dei circa 500 servizi di linea mondiali via nave.
La diminuzione del traffico via Suez è essenzialmente dovuta a due fattori entrambi attribuibili al Covid-19: calo dei carichi movimentati dalle navi e calo del prezzo del petrolio che ha indotto numerose portacontainer a passare per il Capo africano di Buona Speranza risparmiando i costi del pedaggio, allungando il percorso di circa 3mila miglia nautiche. Sono 52 (il 5,1% del totale) le megaship che hanno preferito quest’ultima rotta nel periodo marzo-giugno 2020.
Altro fenomeno che ha caratterizzato il periodo pandemico è stato lo “slow steaming”: in un’ottica di risparmio dei costi, le navi hanno percorso le rotte con una minore velocità (circa 20 punti inferiore a quella base).
Nel periodo Covid-19 vi è stato un numero elevato di rotte cancellate per mancanza di carico che ha riguardato tutte le principali rotte strategiche dei container. Il fenomeno ha raggiunto a fine maggio 2,72 milioni di TEU, pari all’11,6% della capacità totale di stiva. SRM stima 7 milioni di TEU persi a livello globale per il 2020.
Il porto del Pireo ha raggiunto nel 2019 i 5,7 milioni di TEU grazie a Cosco, diventando il primo porto dell’Area MED per i container, a seguire gli spagnoli Valencia e Algeciras con 5,4 e 5,1 milioni. Genova e Gioia Tauro seguono all’8° e 9° posto con 2,6 e 2,5 milioni.
Portualità italiana
ll Rapporto conferma un trend di traffico stabile negli ultimi 5 anni in Italia intorno alle 480/490 milioni di tonnellate movimentate nell’anno, in evidenza la netta prevalenza delle rinfuse liquide che coprono il 37% del totale, segue il segmento container con una quota pari al 23%, mentre il Ro-Ro si attesta al 22% e le rinfuse solide al 12%, chiudono le merci varie con circa il 5%.
In Italia la componente internazionale del trasporto marittimo è sempre rilevante. Nel 2019 il valore degli scambi commerciali via mare dell’Italia è stato pari a 249,1 mld €, registrando un -1% sull’anno precedente. Di questi 129,6 mld € sono in import (-2%) e 119,5 in export (costante).
Nel primo semestre 2020 l’import export via mare ha subito l’impatto del Covid-19 registrando un calo del 21%. Il mare assorbe il 36% dell’interscambio italiano, mentre il trasporto su strada assorbe ancora il 50% del traffico merci.
La Cina è il nostro principale Paese fornitore: con 23,1 mld € rappresenta il 18% di tutto l’import via mare italiano. Il primo Paese cliente per modalità marittima sono gli USA che con 28,1 mld € concentra il 24% del nostro export.
Ro-Ro nel 2019 ha registrato 106,4 milioni di tonnellate rilevando un -2,4% sul 2018. Il 36% del traffico di rotabili in transito nei porti italiani proviene dall’estero.
Nel 2019, con netta prevalenza dell’import, sono state movimentate circa 180 milioni di tonnellate di rinfuse liquide, principalmente correlate alla domanda di raffinazione dei prodotti petroliferi e alla domanda energetica da soddisfare. I primi 5 Energy Port italiani (Trieste, Cagliari, Augusta, Milazzo e Genova) rappresentano il 69% dell’intero traffico liquido nazionale e Trieste, con 43,3 milioni di tonnellate, si conferma lo scalo italiano che movimenta i volumi più elevati. Seguono Cagliari e Augusta in Sicilia.
Sostanzialmente stabili altri tipi di traffico; sui container il nostro Paese ancora non riesce a dare la spinta al dato che ci vede “ancorati” intorno ai 10 milioni di TEU ormai da anni.
L’Italia è il primo Paese nell’UE28 per trasporto di merci in modalità Short Sea Shipping (trasporto via mare a corto raggio) nel Mediterraneo, con 246 mln di tonnellate di merci trasportate (quota di mercato 39%).
Fonte: Italian maritime economy 2020