La crescita dei noli riflette principalmente il balzo dei costi del trasporto container provocato dalla modifica delle rotte navali causata dagli attacchi dei ribelli Huthi nel Mar Rosso.
Per l’Italia l’aggravio è stato rilevante soprattutto dal lato delle importazioni. Aumenti di minore entità hanno riguardato anche altri comparti marittimi, come le rinfuse solide e parte del general cargo, e le importazioni di merci via aerea.
L’incremento dei noli è stata la principale determinante del peggioramento, concentrato nel comparto navale, del disavanzo dei trasporti mercantili nella bilancia dei pagamenti dell’Italia (-11,8 miliardi di euro, da -9,5 miliardi nel 2023) in un contesto di quote di mercato dei vettori nazionali complessivamente stabili.
Incidenza dei costi del trasporto sul valore delle importazioni e delle esportazioni dell’Italia (%)

L’indagine della Banca d'Italia ha coinvolto 214 imprese operanti in Italia e ha rilevato oltre 6.500 spedizioni tipo. I costi sono valutati ai prezzi di mercato in euro per tonnellata e includono i servizi ausiliari al trasporto (handling del carico, pedaggi autostradali, commissioni degli spedizionieri).
Trasporto stradale
Nel 2024 i costi medi stradali per tonnellata per entrambe le direzioni dei flussi commerciali sono rimasti sostanzialmente stabili in termini nominali, in un contesto di debole andamento della domanda a livello europeo e di costi del carburante in lieve discesa; restano su valori piuttosto elevati nel confronto storico.
L’andamento è stato differenziato: nei paesi più rilevanti per entrambi i flussi, Francia e Germania, sono aumentati intorno al 2%. In termini reali - ossia valutati in rapporto agli indici dei prezzi alla produzione dei manufatti esportati e importati - i costi medi stradali sono cresciuti moderatamente (tra l’1 e il 2%).
Trasporto ferroviario
Nel 2024 i costi medi a tonnellata del trasporto ferroviario, al netto della trazione stradale a monte e a valle della modalità su rotaia, sono nel complesso aumentati, in misura maggiore per quelli all’esportazione.
Il rialzo ha riguardato quasi tutte le aree geografiche; è stato meno pronunciato per i partner più rilevanti (Francia e Germania) e più forte per le aree più lontane, come i paesi Baltici, il Regno Unito e la Scandinavia. I costi medi sono cresciuti più nel settore bulk che per i container. La guerra in Ucraina ha reso particolarmente difficoltoso l’interscambio con la Cina attraverso la cosiddetta “via della seta”. Anche in termini reali i costi medi ferroviari sono risaliti per entrambe le direzioni dei flussi.
Trasporto aereo
Nel 2024 i costi medi del trasporto aereo sono aumentati per le importazioni, sospinti dal forte incremento dei volumi movimentati, in particolare dalla Cina (+26%), per effetto di una ricomposizione modale conseguente alle tensioni nel Mar Rosso. Sono invece calati per le esportazioni, soprattutto per la riduzione dei noli verso il Nord America, la principale destinazione.
In termini reali, per i costi medi all’importazione si è arrestato il calo del precedente triennio, mentre per quelli all’esportazione è proseguita la discesa che li ha riportati su valori vicini a quelli minimi degli ultimi venti anni.
Trasporto container
I noli, rilevati nell’indagine in dollari per TEU (misura standard di un container) e al netto dei servizi ausiliari, hanno avuto nel 2024 un incremento assai rilevante per i flussi di importazione (+52%), a fronte di una sostanziale stabilità per quelli all’esportazione.
La crescita dei noli all’import, iniziata a fine 2023 e concentrata nel primo trimestre del 2024, ha riguardato soprattutto le tratte che prevedono il passaggio per il Mar Rosso, tra cui quelle dalla Cina. Gli attacchi dei ribelli Huthi hanno determinato il dirottamento di larga parte dei traffici verso il Capo di Buona Speranza, con conseguente incremento dei tempi di navigazione.
L’andamento degli altri fattori di costo (i servizi ausiliari) e la riduzione dei carichi medi per container hanno determinato un aumento dei noli complessivi in euro per tonnellata per entrambe le direzioni dei flussi, anche in termini reali (rispetto al punto di minimo registrato nel 2023).
Secondo il Drewry World Container Index, nella prima parte del 2025 i noli sono progressivamente calati, nonostante le persistenti tensioni nel Mar Rosso continuino a indurre la maggior parte degli armatori a circumnavigare il Capo di Buona Speranza. Sulla riduzione dei noli, che si collocano comunque su livelli ancora superiori alla media del 2019, influisce la debolezza della domanda a fronte di un’ampia capacità di carico, frutto degli investimenti in nuove navi.
Se nel resto del 2025 i noli rimanessero sui livelli di aprile e maggio, a parità di altre condizioni, la spesa per il trasporto delle merci importate dall’Italia via nave container sarebbe inferiore di oltre 1 miliardo di euro rispetto al 2024.
Trasporto navale bulk (liquidi e solidi)
Le quotazioni del trasporto navale bulk, che riguarda perlopiù le importazioni, sono lievemente diminuite per il settore liquido, sia per il petrolio greggio sia per i prodotti chimici (che includono il gas naturale liquefatto), risentendo del forte calo dei volumi importati rispetto all’anno precedente.
Per il bulk solido (granaglie e minerali) i noli sono invece aumentati; il calo della domanda è stato meno pronunciato e più rilevanti sono risultati gli effetti delle tensioni geopolitiche, la guerra in Ucraina oltre ai problemi di passaggio per il Mar Rosso.
I costi medi (inclusi i servizi ausiliari) per il bulk liquido si sono ridotti anche in termini reali, pur rimanendo elevati nel confronto storico; per le rinfuse solide si è registrato un incremento a un livello di poco inferiore al massimo raggiunto nel 2008.
Trasporto general cargo e Ro-Ro
Nel 2024, i costi medi per tonnellata, comprensivi dei servizi ausiliari, per il trasporto di impianti, macchinari e mezzi di trasporto, la categoria più rilevante del general cargo, sono diminuiti in termini sia nominali, risentendo della debolezza del ciclo economico, sia reali, scendendo ai livelli minimi dell’ultimo ventennio. Per “tubi e materiali metallici” e “prodotti chimici, materiali da costruzione, prodotti forestali” si è invece avuto un incremento dei noli, particolarmente pronunciato per questi ultimi.
Nel comparto Ro-Ro – il trasporto navale di veicoli stradali con o senza autista al seguito, un segmento rilevante per il trasporto di corto raggio in particolare nell’area mediterranea, i costi medi sono diminuiti nel 2024, anche per effetto della crisi del settore automotive e della minore movimentazione di bisarche. Sulla riduzione hanno pesato soprattutto i flussi da/per la Francia e il nord Europa; vi ha contribuito anche la Turchia, il principale paese di controparte per tale modalità di trasporto.
Fonte: Banca d’Italia (Indagine sui trasporti internazionali di merci 2024)