L'ex Presidente della Banca Centrale Europea e Primo Ministro italiano, Mario Draghi, ha ufficialmente presentato il suo atteso rapporto sul futuro della competitività dell'Unione Europea. Il rapporto, intitolato "Futuro della Competitività Europea", si distingue per il carattere di urgenza e per la concretezza delle proposte avanzate e fornisce lo spunto per tratteggiare i principali risultati e trend dell’economia dell’Unione Europea dell’anno in corso.
L'inizio del 2024 ha portato buone notizie per l'Europa, con esportazioni nette positive e un incremento degli investimenti, soprattutto nel settore delle costruzioni, sebbene ci si aspetti una diminuzione di quest'ultimo nella seconda metà dell'anno. Nei prossimi trimestri, la principale fonte di crescita sarà legata all'aumento dei salari reali, che si pensa potranno stimolare a loro volta una crescita dei consumi.
Nel corso di quest’anno, Spagna, Portogallo e Grecia saranno i Paesi con la crescita più marcata.
Germania, Paesi Bassi e Austria mostreranno una performance più moderata, seppur positiva. Nel 2025, si attende una ripresa della Germania, dovuta all’aumento della generale domanda di prodotti manifatturieri ed al ruolo significativo che la manifattura tedesca occupa nelle supply-chain globali. È bene ricordare che l’Italia è fortemente integrata all’interno delle filiere tedesche, al punto che la flessione dell’attività economica della Germania ha ripercussioni importanti sia per il nostro PIL che per il nostro export. Questo prossimo recupero dell’economia tedesca è molto atteso, anche per via dei dati più recenti sulla produzione industriale della Germania, che tornano ad essere negativi, anche per via della scarsa domanda cinese e degli alti costi energetici. A proposito del tema dell’energia, la Commissione europea ha pubblicato l’11 settembre il rapporto sullo stato dell'Unione dell'energia, che evidenzia i progressi dell'UE verso un sistema che sia sicuro, competitivo e sostenibile. Il documento pubblicato segnala una riduzione della dipendenza dal gas russo, che dal 45% nel 2021 è passata al 18% nel 2024, e un maggiore sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili, che a metà del 2024 rappresentavano il 50% della produzione elettrica europea. La relazione segnala però l'esigenza di sviluppare ulteriori misure volte ad affrontare gli elevati prezzi energetici e accelerare gli investimenti nelle infrastrutture strategiche, anche per meglio affrontare le sfide future rappresentante dalla povertà energetica e dalla necessità di maggiore coordinamento tra gli Stati membri per affrontare la concorrenza globale.
Tornando allo stato del mercato europeo, per le imprese italiane, può risultare sempre più appetibile, come “destinazione”, il mercato spagnolo: gli investimenti pubblici, sostenuti dal meccanismo “Next Generation EU”, e la robusta performance del settore turistico, uniti alla diminuzione dell'inflazione, hanno rafforzato la domanda interna della Spagna e stimolato la spesa di famiglie e aziende. Anche per questo, è attesa una tendenza positiva delle esportazioni italiane verso il mercato spagnolo.
Gli investimenti pubblici rappresentano un volano importante anche per la domanda del mercato francese, il quale può rappresentare una buona opportunità per le imprese italiane: innovazione, edilizia, infrastrutture ed energia sono infatti al centro del piano France 2030, un robusto programma di investimento pubblico atto a sostenere competitività e decarbonizzazione del sistema-paese francese. Le esportazioni italiane verso la Francia, che rappresenta il terzo partner commerciale del nostro paese (segue Germania e Stati Uniti), registreranno una crescita contenuta nel 2024, in attesa poi di accelerare negli anni successivi, anche grazie alle future ricadute dei piani come France 2030.
Nell’Europa orientale è attesa una fine d’anno positiva, ma non particolarmente dinamica, anche a causa delle continue ripercussioni dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e della debolezza di alcune geografie dell’Unione Europea.
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