Secondo gli analisti di Banca d’Italia, l’attività economica della regione, in un contesto di debolezza della domanda estera, è stata sostenuta dalla dinamica dei consumi e della spesa pubblica, finanziata anche dai fondi del PNRR.
Per il terzo anno consecutivo, è proseguito anche nel 2024 il calo dell’attività industriale: il valore aggiunto del settore è diminuito dell’1,2% a prezzi costanti, una contrazione di entità lievemente superiore a quella nazionale.
L’andamento positivo degli investimenti degli ultimi anni, favorito anche dagli incentivi fiscali finalizzati alla transizione tecnologica e digitale delle imprese, si è interrotto, soprattutto a causa dell’elevata incertezza sulle prospettive della domanda, in un contesto caratterizzato da costi di finanziamento ancora elevati, seppure in diminuzione.
I servizi privati non finanziari hanno ripreso a espandersi a ritmi modesti, dopo la marginale flessione del 2023, sostenuti dalla crescita dei consumi e delle presenze turistiche, in particolare degli stranieri. Nel 2024 le presenze turistiche sono aumentate del 2,9%, in misura lievemente superiore all’Italia.
Nell’aeroporto di Trieste il traffico di passeggeri ha continuato a crescere significativamente (+41,6%), dopo l’ampliamento dei collegamenti nazionali e soprattutto di quelli internazionali.
La movimentazione di merci nei porti di Trieste e Monfalcone nel 2024 è tornata a crescere (+6,3%), grazie ai maggiori flussi di rinfuse liquide (10,6%), che rappresentano circa due terzi del totale e sono costituite quasi interamente da petrolio. I traffici di traghetti per carichi su ruote o vagoni ferroviari (Ro-Ro), che servono prevalentemente i collegamenti tra la Turchia e l’Europa, si sono ridotti del 2,1%, risentendo principalmente della debolezza dell’economia tedesca.
Nel 2023, l’indicatore che valuta le competenze digitali della popolazione regionale era superiore alla media italiana, essendo più diffuse sia quelle di base che quelle più avanzate.
Esportazioni 2024
La flessione delle esportazioni ha interessato tutti i comparti a eccezione degli alimentari e della cantieristica. L’andamento è stato peggiore per le apparecchiature elettroniche, il legno, la carta e la meccanica.
Al netto del comparto dei mezzi di trasporto - il cui andamento è fortemente influenzato dalla consegna di navi da crociera di elevato valore unitario - le vendite estere sono diminuite del 5,5%, una dinamica peggiore di quella del Nord Est (-1,5%) e dell’Italia (-0,4%).
Sotto il profilo geografico, l’andamento delle vendite a prezzi correnti è stato negativo verso i paesi della UE (-2,2%), in particolare la Germania (-6,7%).
L’export verso le destinazioni extra UE, che comprendono i principali mercati di riferimento della cantieristica (tra i cui il Regno Unito e la Svizzera), sono cresciute del 3%.
Nel 2024 le vendite verso gli Stati Uniti hanno inciso per oltre il 12% sulle esportazioni totali, una quota superiore di quasi 2 punti percentuali rispetto alla media italiana e sulla quale pesa molto la cantieristica navale (oltre 5 punti percentuali). Le imprese della regione risultano quindi particolarmente esposte agli effetti derivanti dai possibili incrementi dei dazi da parte degli Stati Uniti. Tali rischi sarebbero tuttavia mitigati dall’elevata diversificazione dei mercati di sbocco che caratterizza le imprese di grandi dimensioni, maggiormente esposte verso il mercato USA.
Nel 2022, ultimo anno per il quale i dati regionali disponibili risultano completi, oltre 5.300 imprese hanno esportato beni dalla regione (il 4,6% del totale italiano).
Poche grandi imprese realizzano una quota molto elevata dell’export: nel 2022 al 5% delle imprese con valore dell’export più elevato faceva riferimento l’85% delle vendite estere della regione (l’80% in Italia).
Un elevato numero di piccoli esportatori (il 35,4% delle imprese) vendeva all’estero meno di 5 prodotti in un numero esiguo di paesi (meno di 5) e contribuiva solamente per il 5,3% alle esportazioni totali.
A Maniago, Pordenone, Tolmezzo e Cividale del Friuli sono presenti importanti produzioni metallurgiche, della componentistica automotive, vinicole e del mobile.
Fonte: Nota redatta dalla Sede di Trieste della Banca d’Italia con i dati disponibili al 29 maggio 2025.
I trimestre 2025
Nel primo trimestre 2025, l’Istat stima una crescita congiunturale delle esportazioni del 2,8% per il Nord-est d’Italia.
Il Friuli-Venezia Giulia è la regione che ha registrato nei primi tre mesi gli incrementi tendenziali più marcati dell’export in valore (+26,1%) davanti a Lazio (+16,9%) e Valle d’Aosta (+11,8%).
Nel periodo analizzato, un contributo positivo di 1,5 punti percentuali alla crescita dell’export nazionale su base annua, deriva dalle maggiori vendite di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) da Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Sicilia.
I contributi positivi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle esportazioni del Friuli-Venezia Giulia verso la Germania (+187,4%).
Nell’analisi provinciale dell’export, l’Istat segnala performance contrastanti: Trieste, insieme a Firenze e Roma, compare tra le provincie più dinamiche; all’opposto, Gorizia, insieme a Siracusa e Cagliari, figura tra le provincie che non contribuiscono positivamente all’export nazionale.
Fonte: Istat (Esportazioni delle regioni italiane I trimestre 2025)