Nel corso del 2024 il valore aggiunto dei principali settori ha mostrato una dinamica eterogenea, con una flessione nell’industria a fronte di una moderata crescita nelle costruzioni e nei servizi.
Nell’industria la produzione e il fatturato hanno segnato una flessione, frenati dalla debolezza della domanda globale, che si è riflessa in una contrazione delle esportazioni.
Il calo dell’attività è stato diffuso tra i comparti della manifattura specialmente fra la meccanica, la metallurgia, i mezzi di trasporto e la moda. Fra le imprese fino a 500 addetti, l’indagine di Unioncamere segnala che il calo della produzione ha coinvolto tutti i settori, ad eccezione dell’industria alimentare, che ha registrato un aumento dell’1,8%. Secondo i dati provvisori di Confindustria Ceramica, la produzione di piastrelle (concentrata nelle province di Modena e Reggio Emilia) si sarebbe ridotta di circa il 2%.
Nel terziario l’attività è ancora moderatamente cresciuta, sostenuta soprattutto dai servizi legati al turismo. Gli arrivi hanno registrato un incremento del 2,7%, grazie al contributo degli stranieri, a fronte di una sostanziale stabilità della componente domestica. È aumentato il numero di passeggeri presso gli scali aeroportuali della regione, cresciuto del 6,7% rispetto all’anno precedente.
I traffici mercantili marittimi hanno continuato a risentire della debolezza dell’attività produttiva manifatturiera e del perdurare delle tensioni geopolitiche. Nel porto di Ravenna le quantità sbarcate e imbarcate hanno sostanzialmente ristagnato dopo la diminuzione dell’anno precedente. Nei primi tre mesi del 2025 lo scalo ha registrato un aumento delle merci movimentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Secondo il Regional innovation scoreboard della Commissione europea, l’Emilia Romagna si colloca tra i territori italiani a più forte capacità di innovazione, seppure presenti ancora ritardi da colmare nel confronto internazionale. Il posizionamento favorevole è da ricondursi al maggior grado di digitalizzazione, soprattutto nelle attività di impresa, e alla più elevata qualità della formazione e della ricerca universitaria in ambito scientifico.
Esportazioni 2024
Le esportazioni regionali di beni hanno registrato nel 2024 una flessione del 2%, a fronte di una sostanziale stabilità a livello nazionale. Il differenziale riflette la specializzazione produttiva dell’Emilia-Romagna nel comparto della meccanica, per il quale la contrazione della domanda internazionale è stata particolarmente accentuata.
Oltre al comparto dei macchinari, flessioni significative, seppur di minore intensità, hanno interessato il settore metallurgico, l’elettronica, il comparto della gomma e materie plastiche (nel quale sono incluse le piastrelle) e il sistema della moda. Sono invece aumentate le vendite della farmaceutica, dei prodotti alimentari e dei mezzi di trasporto.
La contrazione dell’export di beni ha riguardato prevalentemente i mercati dell’Unione europea, con una flessione più accentuata in Francia e Germania. Sono invece cresciute le esportazioni verso la Spagna.
Tra i principali mercati extra UE, le vendite verso la Cina hanno continuato a ridursi, mentre quelle dirette negli Stati Uniti sono rimaste pressoché stabili, sostenute da un aumento delle esportazioni di autoveicoli che ha più che compensato la flessione della componentistica.
Il calo delle esportazioni di beni è stato solo in parte bilanciato dall’incremento delle vendite di servizi, cresciute del 9%, che tuttavia rappresentano solo il 6% dell’export complessivo. Vi hanno contribuito prevalentemente i servizi finanziari e assicurativi e, in misura minore, quelli professionali alle imprese.
L’esposizione diretta dell’export regionale al mercato statunitense è passata dal 6,9% del 2011 al 12,5% del 2024 (10,4% in Italia). In base ai dati medi del triennio 2022-24, tra i principali settori di specializzazione della regione quelli maggiormente dipendenti dagli Stati Uniti sono la farmaceutica e gli autoveicoli, per i quali il mercato statunitense rappresenta, rispettivamente, il 31,8% e il 25,8% delle vendite all’estero (11,8% a livello nazionale).
Fonte: Nota redatta dalla Sede di Bologna della Banca d’Italia con la collaborazione delle Filiali di Forlì e Piacenza (aggiornata con i dati disponibili al 29 maggio 2025)