Garantire la permeabilità dell’arco alpino e la funzionalità del sistema portuale nazionale rappresenta una priorità assoluta per l’intero sistema economico nazionale.
- Attraverso il trasporto marittimo passa circa il 60% delle nostre importazioni e circa il 50% delle nostre esportazioni, espresse in quantità.
- Considerando i valori della merce trasportata, sono i valichi alpini a primeggiare, con una quota superiore al 50% delle importazioni e addirittura nell’ordine del 60% per le esportazioni.
Ogni anno attraverso il valico del Brennero transitano merci per circa 160 miliardi di euro, circa un terzo di tutto l’interscambio commerciale del Paese che passa attraverso i valichi alpini. Dei 51 milioni di tonnellate di merce che nel corso del 2020 sono transitati lungo tale asse, il 73% si è spostato su strada.
Negli ultimi anni l’Agenzia della Dogane si è fatta promotrice di numerose innovazioni, come lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli, lo sdoganamento a mare, i fast corridor doganali, che hanno l’obiettivo di velocizzare e razionalizzare i tanti controlli che le diverse Amministrazioni devono compiere nel momento doganale La reingegnerizzazione dei sistemi operativi della Dogana Italiana terminerà secondo il programma Europea MASP nel 2025, con l’entrata in funzione dello sdoganamento centralizzato. Entro il 2023 dovranno essere adeguati agli standard europei i tracciati utilizzati dagli operatori nazionali per le operazioni di esportazione e transito.
Autotrasporto
Secondo il 1° Rapporto sullo stato dei Trasporti in Italia (Bridges Research 2023), soltanto attraverso la tassazione dei carburanti il trasporto stradale è assoggettato a una carbon tax virtuale nell’ordine di 250€ per tonnellata di CO2 prodotta, pari a circa 5 volte quanto pagato da altri settori, come l’industria, la produzione di elettricità o l’agricoltura. Nella suddivisione del trasporto merci tra gomma e ferro dal 2005 ad oggi i rapporti di forza sono rimasti sostanzialmente gli stessi.
Nel traffico delle merci in entrata su strada nel nostro Paese, se le imprese italiane nel 2005 erano responsabili del 35% dei trasporti, nel 2021 si sono fermate al 12%. Specularmente, le imprese dell’Europa dell’EST (Bulgaria, Croazia, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia) sono passate dal 13,8% dei traffici totali in entrata in Italia del 2005 al 57,3% del 2021, con un incremento dei trasporti di oltre il 350%.
Trasporto marittimo
I primi nove mesi del 2022 si sono chiusi per i porti nazionali con una movimentazione di merce che ha superato i valori pre pandemia del 2019, attestandosi su circa 373 milioni di tonnellate (+2,7% rispetto allo stesso periodo del 2019). Tale risultato è il frutto di andamenti non omogenei dei diversi comparti:
- -8,8% per le rinfuse liquide
- sostanzialmente invariate le rinfuse solide
- +11% la merce in contenitore
- +13,8% i traffici RO RO delle autostrade del mare, che si confermano un’eccellenza nazionale .
Trasporto ferroviario
Nel 2021 il trasporto ferroviario merci ha superato i livelli pre pandemia del 2019 raggiungendo una movimentazione di 52 milioni di treni chilometro. Il traffico complessivo ha raggiunto 24 miliardi di tonnellate chilometro, di cui 12,7 di traffici nazionali (+17,6% rispetto al 2019), 6,7 MLD di traffici in importazione (+1,5% rispetto al 2019) e 4,7 MLD di traffici in esportazione (+23,7% rispetto al 2019).
Secondo la strategia europea per una mobilità sostenibile e intelligente, il traffico ferroviario merci dovrebbe aumentare del 50% (rispetto al 2015) nel 2030 e raddoppiare entro il 2050.
Fonte: Paper Conftrasporto (25 gennaio 2023)