Un anno dopo: l'effetto del CETA sulle esportazioni UE

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A quasi un anno dall’entrata in vigore provvisoria del CETA, il trattato di libero scambio tra UE e Canada che ha rimosso il 98% delle tariffe in essere tra i due paesi, appare d’obbligo un primo bilancio degli effetti prodotti dagli sgravi tariffari sulle esportazioni UE verso il paese nordamericano. I maggiori benefici al comparto automotive e al sistema moda.

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Guardando alle importazioni canadesi dall’UE negli ultimi 5 anni, a livello aggregato si nota un’accelerazione in seguito all’entrata in vigore del trattato di libero scambio, che ha avuto luogo alla fine del 2017. Tale evento chiave è simboleggiato dalla linea verticale nel grafico che segue.

Importazioni canadesi dall’Unione Europea (2013-2018)

Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati Statistics Canada

Sorge quindi spontaneo chiedersi in che misura questo aumento nelle importazioni canadesi dall’UE possa essere riconducibile ai nuovi sgravi tariffari.

Analisi per industry

Considerando le importazioni canadesi dall’Unione per industry, le domande a cui abbiamo tentato di dare risposta sono le seguenti:

  • Quanta parte del flusso commerciale UE-Canada era già privo di barriere tariffarie significative prima dell’entrata in vigore del CETA, e quanta parte ha invece subito uno sgravio rilevante?
  • A quanto è ammontata la variazione nelle importazioni canadesi dall’Unione tra il I semestre 2017 – quando il CETA non era ancora in vigore – e il corrispondente periodo del 2018?

Il grafico che segue riassume i risultati della nostra analisi.

Effetti del CETA sulle importazioni canadesi dall’UE
Fonte: Elaborazioni StudiaBo.
 

Fatto 100 il valore delle importazioni canadesi dall’UE nel 2017, il grafico distingue, per ogni industry, tre differenti sezioni:

  • La quota arancione indica quei prodotti che godevano, già prima dell’entrata in vigore del CETA, di tariffe minori o uguali al 2%.
  • La quota grigia riguarda invece quel flusso commerciale che, nel periodo pre-CETA, era colpito da tariffe superiori al 2%, e le cui importazioni sono aumentate meno del 10% con l’entrata in vigore provvisoria del trattato.
  • L’area grigia segnala quindi laddove il CETA non ha prodotto risultati significativi, nonostante la rimozione delle tariffe.
  • La quota verde, infine, indica quel flusso commerciale caratterizzato, prima del CETA, da tariffe superiori al 2%, e che ha visto, con la loro rimozione, un aumento nelle importazioni canadesi dall’UE superiore al 10%.

Quest’ultimo caso è quindi quello maggiormente interessante ai fini della nostra analisi, poiché segnala i comparti in cui l’accordo di libero scambio sembra aver prodotto i benefici maggiori. Possiamo infatti ragionevolmente assumere che la rimozione di tariffe medio-elevate (>2%) possa aver influito sul miglioramento della performance esportativa UE.

Risultati

Ciò che emerge a colpo d’occhio è che, nella maggior parte delle industry analizzate, le tariffe erano già mediamente basse prima dell’entrata in vigore del CETA. Tale trend riguarda in primo luogo l’ambito delle materie prime, laddove quasi il 99% del flusso commerciale UE-Canada era sottoposto a tariffe minori del 2%; discorso analogo vale per i prodotti del sistema salute (95.5%) e quelli della metalmeccanica (89%).

Dall’altro lato, invece, tra le industry che erano colpite da tariffe significative, il settore dei mezzi di trasporto e per l’agricoltura sembra essere stato il principale beneficiario dagli sgravi tariffari introdotti dal CETA.
Il 65% del flusso commerciale dall’UE al Canada avvenuto nel 2017 per questo comparto riguarda infatti prodotti che rispondono a due caratteristiche:

  • Tariffe pre-CETA superiori al 2%;
  • Aumento delle importazioni post-CETA superiore al 10%.

Bene anche il sistema moda, dove tale quota scende al 47%, rimanendo comunque una parte rilevante.

Hanno tratto beneficio dal CETA, ma in misura minore, il sistema casa, l’industria chimica e l’agroalimentare. In queste industry, infatti, buona parte del flusso commerciale UE-Canada godeva già di un regime tariffario favorevole, come indicato dalle aree arancioni molto ampie.
Per i prodotti di questi comparti caratterizzati invece da tariffe pre-CETA significative, una buona quota di essi ha registrato un aumento delle importazioni superiore al 10% in seguito alla rimozione delle stesse.

Un primo bilancio

Il CETA sembra quindi aver generato beneficio per le industry UE che sono state toccate dagli sgravi tariffari. Infatti, nei comparti in cui gli alleggerimenti sono stati significativi, più della metà dei prodotti interessati hanno registrato aumenti nelle importazioni canadesi dall’UE che eccedono il 10%.
Ciononostante, la prudenza suggerisce di trattare tali conclusioni come provvisorie, e di rimandare una valutazione più completa al momento in cui il CETA, se definitivamente approvato, avrà dispiegato i suoi effetti di medio-lungo periodo.

 Alba Di Rosa

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