13 gennaio 2023

Turismo invernale in montagna e cambiamenti climatici

di lettura

Il turismo di montagna fornisce un contributo significativo all'economia delle aree alpine ed è uno dei pilastri del settore turistico italiano.

Turismo invernale in montagna e cambiamenti climatici

Secondo i dati ISTAT, prima della pandemia, circa il 13% dei pernottamenti annui è avvenuto in zone montane, mentre la spesa dei turisti stranieri per le vacanze in montagna ammontava nel 2019 a quasi 2 miliardi di euro.

Gli sport invernali, elemento di punta dell’offerta, dipendono fortemente dall'affidabilità della neve ed è quindi importante comprendere gli impatti e i rischi dei cambiamenti climatici per una efficace progettazione di politiche e strategie di gestione del rischio.

L'aumento delle temperature invernali implica una stagione sciistica più breve e uno spostamento della linea naturale di affidabilità della neve verso quote più elevate. Mancanza di neve, diminuzione del manto nevoso e altezza non adeguata della neve comportano una minore presenza di visitatori e ricavi ridotti.

Per l'Italia un rialzo di 1°C della temperatura sarebbe sufficiente a spostare la linea naturale di affidabilità della neve mettendo in pericolo tutte le stazioni sciistiche del Friuli Venezia Giulia e circa il 30 per cento di quelle venete, lombarde e trentine. L'Alto Adige sarebbe il paese maggiormente colpito. Minori ripercussioni per il Friuli Venezia Giulia, dove il turismo invernale è meno rilevante, e per la Valle d'Aosta in quanto le stazioni sciistiche si trovano ad altezze superiori.

La ricerca di Banca d’Italia “Turismo invernale e cambiamento climatico” si propone di dare evidenza del rapporto tra condizioni della neve e turismo invernale nelle più importanti regioni alpine italiane in termini di flussi (skipass e pernottamenti) nelle ultime 20 stagioni.

I risultati indicano una relazione significativamente positiva tra gli skipass e la copertura nevosa. Migliori condizioni di innevamento tendono a corrispondere anche a più pernottamenti.

I modelli climatici prevedono cambiamenti ancora maggiori nei prossimi decenni, inclusa una riduzione del manto nevoso, soprattutto alle quote più basse. Gli impatti del clima sul turismo invernale potrebbero essere sostanziali e particolarmente gravi per le stazioni sciistiche a bassa quota.

Innevamento artificiale

L'innevamento artificiale rappresenta ancora oggi la strategia di adattamento dominante, ma i risultati dello studio di Banca d’Italia confermano studi precedenti secondo i quali non è cruciale nel sostenere i flussi turistici. Inoltre, i costi di innevamento artificiale aumenteranno in modo non lineare con l’aumento delle temperature e, se le temperature aumenteranno oltre una certa soglia, l'innevamento artificiale non sarà più praticabile. La neve artificiale può ridurre le perdite finanziarie dovute a occasionali inverni carenti di neve, ma non può proteggere dalle tendenze sistemiche a lungo termine verso inverni più caldi.

In questo scenario sono cruciali le strategie basate sulla diversificazione delle attività e gli investimenti per ridurre la dipendenza dell'economia montana dalle condizioni della neve. Ad esempio, aumentando l'impegno nel turismo annuale, stimolando e promuovendo il turismo estivo, organizzando gare sportive invernali, congressi, eventi educativi e salutistici.

Fonte: Banca d’Italia (Climate change and winter tourism: evidence from Italy | Gioia Maria Mariani e Diego Scalise)

Analisi di mercato
Export prodotti cosmetici nel 2023
25 marzo 2024 Export prodotti cosmetici nel 2023
Centro Studi di Cosmetica Italia ha presentato al Cosmoprof Worldwide Bologna 2024 i dati congiunturali e l’andamento dell'export del settore cosmetico nazionale.
Geografia produttiva delle rinnovabili in Italia 2024
21 marzo 2024 Geografia produttiva delle rinnovabili in Italia 2024
Fondazione Symbola racconta il futuro delle energie rinnovabili da qui al 2030 e aggiorna la geografia delle imprese attive nelle filiere del fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermico e bioenergie.
Export italiano gennaio 2024
20 marzo 2024 Export italiano gennaio 2024
A gennaio il valore dell’export italiano è rimasto pressoché stabile su base annua (-0,2%). L’incremento dei valori medi unitari (+1,7%) è stato compensato da una simile riduzione del dato in volume (-1,8%).
Where to Export Map 2024
15 marzo 2024 Where to Export Map 2024
SACE ha pubblicato un aggiornamento, dedicato alle imprese che guardano alle opportunità provenienti dai mercati esteri, che analizza come si sta muovendo la domanda mondiale.
Mercato globale dei beni di lusso 2024
14 marzo 2024 Mercato globale dei beni di lusso 2024
Secondo il report di RetailX “Global Luxury” nel 2023 il mercato mondiale dei beni di lusso ha raggiunto i 354,81 miliardi di dollari (erano 312,63 nel 2022).
Esportazioni delle regioni italiane 2023
12 marzo 2024 Esportazioni delle regioni italiane 2023
Nel 2023, rispetto all’anno precedente, l’export nazionale in valore risulta stazionario e riflette dinamiche territoriali molto differenziate.
Mercato unico europeo:  confronto con il mercato USA
11 marzo 2024 Mercato unico europeo: confronto con il mercato USA
A 30 anni dall’istituzione del mercato unico europeo, il Brief Cdp confronta l’integrazione economica e l’armonizzazione fiscale dell’Europa con quella realizzata negli Stati Uniti.
Il turismo internazionale tornerà ai livelli prepandemia nel 2024
5 marzo 2024 Il turismo internazionale tornerà ai livelli prepandemia nel 2024
L’ultimo Barometro mondiale del turismo dell’UNWTO fornisce una panoramica completa delle prestazioni del settore nel 2023.
Trend quote export di Italia, Germania, Francia e Spagna
27 febbraio 2024 Trend quote export di Italia, Germania, Francia e Spagna
Agenzia ICE ha pubblicato un documento che analizza l’evoluzione delle quote di mercato dell’Italia, rispetto ai principali competitor europei, dal 2010 al 2022.
Export italiano dicembre 2023
19 febbraio 2024 Export italiano dicembre 2023
Nel 2023 il valore dell’export italiano è rimasto stazionario rispetto all’anno precedente. L’aumento dei valori medi unitari (+5,3%) è stato pienamente compensato da una riduzione, superiore alle attese dei volumi (-5,1%).