Con un contributo diretto, indiretto e indotto di circa 200 miliardi di euro (pari al 10% del PIL nazionale) e impiegando 2,7 milioni di persone (11% del totale occupati), il turismo è uno dei settori chiave dell’economia nazionale.
Una filiera strategica anche per la proiezione internazionale dell’Italia: la spesa di turisti stranieri nel Paese (44 miliardi di euro nel 2022) rappresenta la prima voce dell’export italiano di servizi (38% del totale).
Stagione turistica estiva 2023
Questa estate ha visto oltre 100 milioni di presenze di turisti stranieri (pernottamenti negli esercizi ricettivi tra giugno e agosto, probabile nuovo record nazionale) mentre le presenze di turisti italiani risulterebbero in calo rispetto al 2022.
Sono sempre più i turisti stranieri, in particolare americani, a trainare la stagione estiva. Questa tendenza è in corso da almeno due decenni: dal 2003 le presenze estive di stranieri sono cresciute del +54% a fronte di un calo del -7% in quelle di italiani. La ragione sembra essere principalmente di carattere economico: di fronte alla contrazione del potere d’acquisto, i turisti italiani avrebbero preferito destinazioni estere meno costose o ridotto i giorni di vacanza.
Nel 2023, il tasso di variazione annuo dei prezzi nel turismo è stato di più di 3 punti percentuali superiore al tasso di inflazione. Il rincaro ha riguardato tutte le voci del paniere turistico ed è stato particolarmente accentuato per il trasporto aereo domestico.
Lusso, digitalizzazione e sostenibilità
Considerata la crescente preferenza dei viaggiatori italiani per mete estere limitrofe e low-cost (il numero di italiani che a giugno ha scelto l’Albania è raddoppiato rispetto all’anno precedente), per preservare la competitività e l’elevata incidenza sull’economia nazionale il comparto turistico dovrà puntare sui turisti stranieri, adeguandosi a 3 trend globali.
- il turista del prossimo decennio proverrà soprattutto dall’Asia e cercherà più esperienze meglio se di lusso (ristoranti, parchi divertimento, casinò, discoteche, bar, eventi)
- l’intera vacanza sarà più sostenibile e digitalizzata, spingendo gli operatori a competere su servizi green e su offerte personalizzate grazie all’analisi dei dati digitali creati dal turista nella sua esperienza di viaggio
- le preferenze in termini di destinazioni evolveranno verso mete oggi meno popolari, con un potenziale bilanciamento tra Nord e Sud Europa, il cui clima subirà gli impatti del riscaldamento globale.
L’intera vacanza è sempre più digitalizzata e sostenibile: rispetto al 2019 è raddoppiato l’utilizzo di chatbot nella prenotazione online di mezzi di trasporto e alloggi ed è triplicata la quota di turisti che, rientrati dalle vacanze, acquistano online prodotti legati alle località visitate.
Questi comportamenti di acquisto stanno cambiando i fattori competitivi per il sistema turistico e i singoli operatori, secondo due direzioni:
- visto che la sostenibilità è un elemento chiave di scelta, efficientare le strutture ricettive e promuovere i servizi green, diventa una priorità
- alla luce dell’aumento esponenziale della quantità di dati creati dal singolo turista, risulta necessario disporre e sapere utilizzare al meglio tali informazioni, per ottenere una profilazione.
Criticità per il turismo italiano
- Gli effetti indiretti del riscaldamento globale possono potenzialmente cambiare i connotati di un’offerta turistica nazionale (erosione costiera in spiagge rinomate, rischio inondazioni nelle isole e diminuzione della neve nelle destinazioni sciistiche). L’aumento delle temperature potrebbe far perdere di attrattività il clima mediterraneo a favore di quello dell’Europa settentrionale. In uno scenario di +2°C, la spesa dei turisti in Italia nel 2050 è stimata ridursi di 17 miliardi di euro.
- Negli ultimi 20 anni il numero di camere in hotel da 4 o più stelle è raddoppiato, ma la loro quota sul totale degli alberghi in Italia è ancora distante dalla media europea. Anche la dimensione degli hotel è fondamentale: strutture da centinaia di camere rappresentano un asset necessario per attrarre i crescenti flussi di turisti asiatici, che tradizionalmente si muovono in grandi masse e prediligono le catene alberghiere. La percentuale italiana di alberghi con 100 o più camere, seppur in aumento, resta un terzo rispetto a quella della Spagna.
- A differenza dei principali competitor mancano inoltre catene nazionali di rilevanza mondiale. La francese Accor, direttamente o indirettamente, gestisce più di 5mila hotel. Il gruppo UNA, la principale catena italiana, meno di 50.
- A fronte della crescita del turismo esperienziale e sostenibile, aumenta la domanda per nuove figure professionali come il travel designer o l’eco tour guide, profili difficilmente reperibili in un settore già contraddistinto da difficoltà nel trovare lavoratori e studenti.
- La quota di imprese turistiche che forniscono ai loro dipendenti programmi di formazione sull’ICT è al di sotto della media UE, e pari alla metà rispetto a quella della Spagna.
Come rimanere competitivi?
Alla luce dei trend e delle criticità individuate, gli ananlisti di Cdp auspicano un mix di interventi per indirizzare il comparto turistico nazionale verso un futuro più sostenibile e competitivo. Dall’industrializzazione dell’offerta ricettiva al miglioramento dei programmi di formazione, passando per la valorizzazione delle mete secondarie.
Il modello della gestione familiare, dominante nell’offerta ricettiva nazionale, è chiamato a un salto di qualità sul piano finanziario e gestionale attraverso: rafforzamento in termini di equity delle imprese alberghiere.
Il posizionamento del turismo italiano sui temi della twin transition richiede anche una migliore comunicazione dei suoi primati in termini di sostenibilità - tra cui il terzo posto nella UE per bandiere blu. La comunicazione delle caratteristiche di sostenibilità può essere accelerata da canali digitali, a partire dall’integrazione nel Digital Tourism Hub nazionale (Italia.it) di una sezione sul turismo sostenibile fino alla creazione di un portale dedicato.
Per rispondere all’overtourism e limitare gli impatti del cambiamento climatico è necessario valorizzare forme di turismo meno stagionali come il cicloturismo, il turismo montano non sciistico, quello termale ed enogastronomico.
Parallelamente bisogna rafforzare l’attrattività delle destinazioni secondarie, soprattutto di quei comuni dove più raramente si registrano alte temperature, che oggi contano per poco più di un terzo degli arrivi nazionali. Per ridare slancio a queste mete è importante creare nuovi itinerari tematici interregionali e colmare colmare i gap logistici soprattutto nel Sud Italia nel trasporto ferroviario e su strada.
Il documento è stato coordinato da Andrea Montanino e Simona Camerano e predisposto da: Alberto Carriero, Alberto Guidi e Federica Oliva. I dati riportati si riferiscono alle informazioni disponibili al 15 settembre 2023
Fonte: Brief Cdp (La ripresa turistica in Italia: quale futuro dopo l’estate?)