I paesi per i quali il turismo è fondamentale (Italia, Spagna, Francia, Grecia, Portogallo e Croazia) puntano a rilanciare il settore per uscire più rapidamente dalla crisi.
Altri paesi cercano di aumentare le presenze interne sfruttando gli attuali limiti ai viaggi all'estero. Altri ancora hanno definito corridoi a basso rischio coronavirus per attrarre turisti da Germania e Nord Europa.
Italia e Spagna, più duramente colpite dalla pandemia, cercano di reagire per mantenere le loro leadership.
Alcuni recenti episodi tracciano uno scenario pervaso da iniziative bilaterali senza coordinamento da parte delle istituzioni europee che sul turismo hanno poche competenze.
- A metà aprile i premier di Repubblica Ceca e Croazia hanno iniziato a discutere un'intesa per predisporre un corridoio aereo turistico tra i due paesi per l’estate 2020.
- Il premier austriaco ha rilanciato l’idea proponendo analoghe iniziative per consentire libertà di movimento via terra ai turisti dei paesi limitrofi meno contagiati: Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Slovenia.
- La Francia ha creato un corridoio turistico con il Regno Unito.
- Tra Austria, Francia, Svizzera e Germania i confini saranno riaperti dal 15 giugno, ma l’Italia (e la Spagna) sono state al momento escluse. Dal 15 giugno la Germania dovrebbe fortunatamente allentare le restrizioni e, tramite il corridoio austriaco, i tedeschi potranno venire in vacanza in Italia.
- A partire dal 15 giugno, grazie a un corridoio aereo, i turisti tedeschi avranno la possibilità di recarsi anche nell’arcipelago delle Baleari (isole meno colpite dal virus rispetto alla Spagna), nonostante la chiusura dei confini iberici.
Anche l’Organizzazione mondiale del turismo auspica un migliore coordinamento della riapertura delle frontiere post-pandemiche in Europa e raccomanda di aprire le frontiere esterne dello spazio Schengen in sicurezza con i corridoi aerei.
Manca, in Europa, un parametro oggettivo che chiarisca - a seconda dell'andamento dei contagi - quando una nazione può vietare l’entrata di turisti.
Croazia
La Croazia ha aperto le frontiere senza limitazioni a 10 paesi Ue (Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Slovenia). I cittadini di altri 16 paesi (tra cui l’Italia) possono viaggiare in Croazia solo per motivi di lavoro e comprovate ragioni economiche, compresa la vacanza.
Per entrare in Croazia dovremo esibire alla dogana la prenotazione in qualche struttura ricettiva. La Slovenia, che non ha aperto ai turisti italiani, dovrebbe aprire un corridoio per consentire il transito (senza soste) dei turisti diretti in Croazia in automobile.
In Germania è stata presentata la campagna “Spiagge Covid free” che propone la Croazia come valida alternativa alle nostre spiagge dell’Adriatico.
Grecia
La Grecia sta cercando di attrarre i turisti del Nord Europa che hanno avuto pochi casi di coronavirus (Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca e Norvegia) a danno degli altri competitor. Tra i 29 Paesi recentemente ammessi da Atene ci sono Germania e Cina, ma non l'Italia, la Francia e la Gran Bretagna.
La limitazione degli ingressi riguarda il paese di origine del volo. La lista sarà aggiornata il primo luglio sulla base dell’andamento della pandemia. Fino ad allora non potranno atterrare in Grecia i voli in partenza dalle regioni italiane più colpite: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna.
Il presidente della Regione Veneto ha commentato: "I veneti conoscono la Grecia e la considerano una seconda casa, ma i greci stanno sbagliando e ne viene fuori una latitanza paurosa dell'Europa".
Le ragioni della protesta italiana
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato che non accetterà percorsi turistici privilegiati perché: “all'interno dell'Ue il turismo verrebbe determinato e condizionato da accordi bilaterali".
Anche il ministro degli esteri Luigi di Maio è intervenuto sulla questione con un post su Facebook: "Sul tema della riapertura dei confini serve una risposta europea... Mercoledì 3 giugno verrà a Roma il ministro degli Esteri francese Le Drian. Venerdì 5 andrò in Germania, sabato 6 sarò in Slovenia e martedì 9 in Grecia. In questi incontri spiegherò ai miei colleghi che l'Italia dal 15 giugno è pronta a ricevere turisti stranieri e che agiremo con la massima trasparenza… Spiegherò loro che non accettiamo black list e che non abbiamo nulla da nascondere…".
Altri sottolineano che le regioni del Sud Italia e le isole non sono state particolarmente colpite dall'epidemia e quindi dovrebbero - come i paesi mitteleuropei, o le isole Baleari - essere considerate come destinazioni di corridoi turistici.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia ha fatto notare che: “La situazione sanitaria è molto simile tra l’Austria e la nostra regione. È inaccettabile che con la scusa del Covid si crei un dumping sul turismo, perché di questo si tratta, altro che paura del contagio, visto che c’è una situazione pandemica di tipo simmetrico“.
Il trasporto aereo in Italia
Il nuovo decreto del ministro dei Trasporti che regola il trasporto aereo in Italia (fino al 14 giugno) prevede: “al fine di evitare il diffondersi dell’emergenza epidemiologica da Covid-19… tenuto conto della collocazione geografica degli aeroporti in grado di servire bacini di utenza in modo uniforme sul territorio e della capacità infrastrutturale degli stessi, nonché della necessità di garantire i collegamento insulari, l’operatività dei servizi è limitata agli aeroporti di:
Alghero, Ancona, Bari, Bergamo-Orio al Serio, Bologna, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze-Peretola, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Olbia, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Ciampino, Roma Fiumicino, Torino, e Venezia Tessera”.
Per la Sardegna fino al 12 giugno il trasporto aereo di viaggiatori è assicurato “esclusivamente per garantire la continuità territoriale su voli oggetto di obblighi di servizio pubblico. A partire dal 13 giugno è previsto il riavvio di tutti i voli domestici da e per la Sardegna”.
Enrico Forzato