12 novembre 2014

La Shanghai Free Trade Zone, un anno dopo

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Il progetto pilota della Shanghai Free Trade Zone (SHFTZ) è stato lanciato a settembre 2013 con il sostegno del Primo Ministro della Repubblica Popolare Cinese. L'apertura di settori di servizi prima sottoposti a restrizioni per investimenti diretti stranieri, la complessiva semplificazione in termini di procedure e burocrazia, la riduzione delle tempistiche d'incorporazione costituiscono alcuni degli obiettivi principali della SHFTZ.

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Nelle ultime settimane, tuttavia, ad oltre un anno dall'apertura della SHFTZ, diversi osservatori internazionali, tra cui si annoverano testate di rilievo quali il "New York Times", "The Economist" e il "South China Morning Post", fanno notare quanto il quadro non sia di fatto così roseo come era stato inizialmente descritto. Quest'articolo fornisce gli ultimi aggiornamenti a tutti coloro interessati a entrare nel mercato cinese e che vogliano capire quali siano gli attuali vantaggi forniti della Free Trade Zone.
La SHFTZ è stata costituita attorno a una cosiddetta "Negative List" che elenca i settori ancora limitati agli investimenti esteri. Questo è senz’altro un passo avanti rispetto alla pratica in uso nel resto della Cina dove gli stranieri devono confrontarsi con il cosidetto "Catalogue for the Guidance on Foreign Direct Investment", molto più dettagliato e diviso in settori incoraggiati, limitati e proibiti.

I progetti d'investimento estero riportati nella “Negative List” devono essere sottoposti a procedure di pre-approvazione, mentre gli investimenti stranieri non inclusi nella lista richiedono semplicemente procedure di registrazione e archiviazione. In seguito all'ultima modifica apportata a luglio 2014, il numero di voci elencate nella "Negative List" è stato ridotto da 190 a 139, con un totale di 51 voci ora rimosse o riviste, creando così un clima di crescente libertà all'interno della Zona.
La lista revisionata ha anche dissipato alcune incertezze riguardanti diverse restrizioni, portando a una maggiore trasparenza in merito alla regolamentazione degli investimenti stranieri. I principali settori a trarne vantaggio sono l'industria manifatturiera, il settore medico-sanitario, l'industria automobilistica, il settore finanziario e quello culturale.

Industria manifatturiera

L'industria manifatturiera ha subito i cambiamenti più evidenti. L'investimento straniero è ora permesso in molti settori che includono, tra gli altri, la produzione d'inchiostro e prodotti correlati, sostanze chimiche precedentemente sottoposte a restrizioni, materiali sintetici, attrezzatura edile e componenti elettronici per auto. L'abolizione delle suddette restrizioni rispecchia la linea economica cinese tracciata dal Dodicesimo Piano Quinquennale, il quale ha inaugurato una nuova era per il settore manifatturiero ad alta tecnologia.

Settore medico-sanitario

Le barriere all'ingresso sono state sensibilmente ridotte per il settore medico-sanitario. Fino al luglio scorso, la maggior parte dei medici stranieri era disincentivata ad avviare la propria attività a causa del requisito di capitale minimo richiesto pari a 20 milioni RMB (ca. 2,6 milioni di euro). L'ingente barriera all’ingresso implicava naturalmente che solo gli investitori di una certa grandezza fossero in grado di avventurarsi nel settore sanitario. Con la recente eliminazione del requisito di capitale minimo, professionisti del settore medico ora possono finalmente avviare la propria attività all'interno del progetto pilota della SHFTZ.

Settore finanziario

Anche il settore finanziario ha compiuto notevoli passi in avanti da quando le restrizioni su investimenti in attività a esso correlate sono state lievemente allentate. Gli investitori stranieri sono ora liberi di operare con banche di credito finanziario di piccole dimensioni, aziende finanziarie e fiduciarie all'interno della Free Trade Zone, mentre le società di assicurazioni, di intermediazione mobiliare e altre attività di prestiti e finanziamenti di larga scala sono tuttora ristrette.

Industria automobilistica

Per quanto riguarda il settore automobilistico, le restrizioni rimangono in gran parte immutate, ma sì è fatta maggior chiarezza in merito agli obblighi di avere o meno un socio cinese. Sebbene la produzione di automobili finite non sia ancora permessa ad investimenti totalmente stranieri, adesso gli investitori stranieri sono autorizzati a importare, esportare, sviluppare, riparare e modificare auto e relativi componenti hardware anche senza un partner cinese.

Settore culturale, artistico e d'intrattenimento

Sul fronte culturale, aprire e avviare cinema si è reso possibile per mezzo di investimenti attraverso Hong Kong e Macao. Tuttavia, è stato specificato il preciso divieto di importare, esportare, vendere e mettere all'asta oggetti culturali, rafforzando così la chiara presa di posizione contro la possibile perdita di patrimonio culturale.

Nuove opportunità

Oltre a ridurre il numero di restrizioni, le ultime modifiche hanno anche garantito alle Regioni Amministrative Speciali (RAS) di Hong Kong e Macao condizioni preferenziali, in alcuni settori, per investimenti nella Free Trade Zone. Ciò permette ad aziende di tutto il mondo di accedere a settori con restrizioni, semplicemente costituendo una società intermediaria in una delle Regione Amministrative Speciali (RAS). Settori sottostanti a restrizioni che attualmente accettano investimenti tramite RAS includono servizi che spaziano dai cinema ai trasporti aerei, alla logistica.
Inoltre, laddove le banche di credito di piccole dimensioni e società finanziarie sono state permesse nella Zona, gli investitori stranieri hanno la possibilità di aspirare a una maggiore convenienza in termini di accessibilità di capitale, se operanti all'interno della Zona.
Infine, è stata appena annunciata una nuova circolare contenente ulteriori modifiche, con oltre 20 settori ora aperti all'investimento diretto estero. Per la prima volta, gli investitori stranieri potranno possedere quote di controllo in joint-venture di spedizioni con un tetto d'investimento aumentato dal 49 al 51 per cento.

Forex Cash Pooling

Un altro importante vantaggio offerto dalla Free Trade Zone e che potrebbe interessare notevolmente gli investitori stranieri è l'esclusiva possibilità di trasferire fondi tra entità onshore e offshore mediante un cash pooling bidirezionale. In breve, tali transazioni consistono in una sorta di finanziamenti infragruppo che permettono a imprese multinazionali di spostare capitale tra il quartier generale e la sussidiaria, i quali potrebbero trovarsi in paesi e giurisdizioni diversi. Il cash pooling spesso mira a ottenere una maggiore liquidità e una gestione più efficace delle risorse finanziarie interne ed è utilizzato di frequente per rimettere i uso gli utili non distribuiti.

La Shanghai Free Trade Zone è attualmente l'unica area in Cina a permettere il forex cash pooling. Al fine di avviare un cash pool trasfontaliero, tutte le consociate coinvolte devono avere patrimonio netto positivo, sottostare alla stessa società madre e, nel caso di molteplici sussidiare presenti sul territorio cinese, l'intestataria del cash pool deve essere l'azienda registrata nella SHFTZ. In aggiunta a questi requisiti generali, il forex cash pooling richiede anche l'approvazione da parte della State Administration of Foreign Exchange (SAFE) e prevede un contratto con la banca designata lievemente più complicato rispetto a quello richiesto per il cash pooling in RMB.

Procedure d'incorporazione per aziende a capitale straniero

In base alle attuali norme legislative, le procedure d'incorporazione di una società a capitale straniero (FIE), incluse le società a capitale interamente straniero (WFOE) nella SHFTZ, dovrebbero richiedere circa quattro giorni per essere completate, a differenza dei due mesi e mezzo necessari nel resto del paese. Inoltre, la SHFTZ permette di utilizzare come sede legale un ufficio virtuale, sebbene ciò non sia possibile nella Cina continentale. Un'azienda registrata nella SHFTZ può utilizzare l'indirizzo di un ufficio virtuale per 20.000 RMB l'anno. Premesso ciò, in base alla nostra esperienza sono ancora necessarie dalle quattro alle sei settimane per completare il processo d'incorporazione di un'azienda, poiché il carico di lavoro delle autorità è tale da impedire loro di completare le necessarie procedure in soli quattro giorni.

Uno degli aspetti principali, spesso tralasciato dagli investitori stranieri, e che invece varrebbe la pena di porre in evidenza, riguarda le implicazioni pratiche per un'azienda registrata nella SHFTZ quando si tratta di prendere in considerazione le sue operazioni future e i relativi rapporti con clienti e fornitori al di fuori della Zona.
Nonostante le restrizioni siano state gradualmente diminuite, persiste una notevole incertezza riguardante il livello di regolamentazione esercitato dalle autorità e l'interpretazione delle norme governanti la Shanghai Free Trade Zone a livello locale. In tal senso, sarebbe consigliabile per gli investitori stranieri consultare e richiedere l'opinione di professionisti con profonda conoscenza del mercato cinese.
Nonostante il nome, infine, la SHFTZ non fornisce nessun tipo di politica fiscale preferenziale agli investitori stranieri.

Rosario Di Maggio

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