Lo scorso anno, per la prima volta dopo il 2020, la domanda mondiale di gioielli in oro non ha superato le 2 mila tonnellate e si è attestata a 1.877 (-11,1% rispetto al 2023).
Ciononostante, l’export italiano di gioielli in oro ha raggiunto i massimi storici: 13,7 miliardi di euro (+49% in valore; +23% in quantità rispetto al 2023), grazie al balzo delle vendite verso la Turchia (passate da 922 milioni di euro a 5,3 miliardi) da ricondurre al ruolo di hub di questo mercato e alla forte domanda di oro indotta dalle tensioni inflative. Al netto della Turchia, la variazione dell’export sarebbe stata pari a +0,9% in valore. Le quantità esportate dall'Italia sono state pari a 281,5 tonnellate, con un incremento rispetto al 2023 di oltre 52 tonnellate (+23%).
Tra i mercati di sbocco, si registra il buon andamento delle vendite verso gli Emirati Arabi Uniti (+9,7%) superano le esportazioni verso Stati Uniti (-10,7%) e Svizzera (-9,4%).
Nel 2024 l’Italia è il terzo fornitore degli Stati Uniti con una quota del 12%, dopo India (25%) e Francia (14%). Nel 2024 le importazioni di gioielli in oro americane, pari a 12,7 miliardi di dollari, si concentrano prevalentemente in cinque stati: New York: 45,2% Texas: 15,7% California: 10,6% New Jersey: 9,4% Florida: 6%. Le province italiane più esposte sul mercato americano in termini di esportazioni di gioielli e bigiotteria sono: Torino (22%), Treviso (18%), Vicenza (17%).
Arezzo si conferma il distretto più rilevante in termini di esportazioni che sono più che raddoppiate (+119%) e hanno raggiunto il valore di 7,7 miliardi di euro.
In crescita anche le esportazioni di Vicenza (+15%); sostanzialmente stabile il distretto di Valenza (-2%).
Aspettative degli operatori
Le prime statistiche dei mesi di gennaio e febbraio 2025 indicano un rallentamento nel fatturato che resta comunque positivo con una variazione del 2,4% a fronte di una riduzione nella produzione che conferma elementi di maggior criticità (-8,2%).
La nona inchiesta Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo, effettuata tra marzo e aprile, evidenzia attese per il 2025 ancora positive. Nonostante le recenti evoluzioni del contesto geo-politico che hanno influito sul sentiment degli operatori con una revisione in negativo per il 57% dei rispondenti rispetto a gennaio, una quota del 21% dei partecipanti si aspetta una crescita del fatturato. Maggior ottimismo si rileva per le imprese che si occupano di produzione: il 28% stima una crescita del fatturato nel 2025.
Un contributo rilevante è atteso ancora dai mercati internazionali dove un’impresa su tre valuta di incrementare le proprie vendite.
Le maggiori criticità nella domanda sono legate per le imprese di produzione al contesto interno e all’attivazione dei brand del lusso (44%), mentre per le imprese del commercio le tensioni sono legate ai consumi interni (71%).
L’importanza della certificazione RJC
Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo hanno valutato i bilanci di circa 760 imprese del settore orafo distinguendo il campione tra imprese certificate Responsible Jewellery Council e aziende non certificate.
Le imprese certificate:
- evidenziano una dinamica migliore in termini di crescita del fatturato tra 2021 e 2023 (variazione mediana del 29,1% verso 17% per le imprese non certificate)
- ottengono una marginalità superiore (nel 2023 Ebitda mediano dell’11,3% verso 7,5%)
- hanno una patrimonializzazione superiore di circa dieci punti percentuali (46,5% verso 36,6%)
- la produttività, misurata dal valore aggiunto per addetto, si attesta a 67 mila euro a fronte di 44 mila euro per le altre imprese.
Fonte: Club degli orafi