Mercato serbo: beni intermedi Made in Italy

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Pur su valori ancora relativamente contenuti, l’export italiano verso la Serbia presenta un profilo di di crescita avviato ormai da tempo. Tale tendenza è attesa confermarsi anche nei prossimi anni.

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Nel quadriennio 2019-2022, infatti, le vendite di Made in Italy sul mercato serbo sono previste complessivamente in aumento di quasi 300 milioni di euro (fonte: Sistema Informativo Ulisse), crescendo dai 1862 milioni di euro del 2018 fino a sfiorare i 2.2 miliardi di euro al termine del periodo di previsione.

In particolare, il mercato serbo appare offrire le maggiori opportunità di crescita nei comparti della componentistica industriale, dei beni intermedi e delle materie prime industriali.

Lo scenario di previsione formulato da StudiaBo per conto di Promos Italia e Tribuna Economica con riferimento ai flussi di commercio estero al 2022 evidenzia le crescite più sostenute delle esportazioni italiane da

  • Componenti per i mezzi di trasporto (+58 milioni di euro)
  • Beni intermedi in materie tessili e pelli (+40.2 milioni di euro, trainate dalle vendite di Pelli depilate e trattate e di Tessuti non tessuti e tessuti per uso tecnico)
  • Beni intermedi chimici (+24.4 milioni di euro, con incrementi particolarmente significativi per Lastre, fogli, tubi e profilati in materie plastiche)
  • Materie prime industriali (+35mln di euro, grazie soprattutto agli incrementi attesi dalle vendite di Acciaio, Rame, Fibre sintetiche e artificiali, Materie plastiche in forme primarie).

Da sottolineare, inoltre, gli incrementi attesi nel periodo 2019-2022 dall’export italiano verso la Serbia di Elettrotecnica (+15.4mln di euro, con i maggiori spunti di crescita per Fili e cavi, interruttori, spine, prese e quadri elettrici, Parti per apparecchiature elettriche, Motori, generatori e trasformatori elettrici), Beni intermedi in metallo (+10.5mln di euro), Componenti meccaniche ed ottiche (+8.4mln di euro), Beni intermedi in carta e in legno (+6.8mln di euro).

Nell’orizzonte 2019-2022 opportunità di crescita per il made in Italy in Serbia riguardano anche la filiera Agroalimentare (con un incremento atteso di quasi 20 milioni di euro nel complesso del quadriennio) e per Prodotti finiti per la Persona (+12.3 milioni di euro). In particolare, nell’alimentare confezionato gli aumenti più significativi riguardano i settori Carne e pesce, lavorati e confezionati (+3.8mln di euro) e Tè e caffè confezionato (+2.1mln di euro); in crescita nelle bevande anche il segmento Bevande alcoliche. Nel sistema Persona, vanno invece evidenziati gli aumenti attesi per le vendite italiane di Abbigliamento esterno, Biancheria intima e calzetteria, Calzature, Profumi e cosmetici.

Crescite positive (anche seì con incrementi complessivamente più contenuti) sono attese anche per le esportazioni italiane verso la Serbia di Materie prime naturali (+6.8 milioni di euro nello scenario 2019-2022), Mezzi di trasporto e per l’agricoltura (+6.6 milioni di euro, riconducibili quasi interamente al settore Automobili, autobus e roulotte), Beni e prodotti per le costruzioni (+4.2 milioni di euro), Strumenti e attrezzature per l’industria e Prodotti e strumenti per la salute (entrambi i comparti con incrementi attesi di quasi 4 milioni di euro).

Nello scenario al 2022 sono da segnalare, non ultime, le conferme di quote di mercato complessivamente prossime ai 20 punti percentuali per l’export italiano di Macchine e impianti per i processi industriali (con quote particolarmente elevate, prossime al 40%, nei settori Macchine tessili e Macchine utensili per materiali duri) e previsioni di quote superiori al 15% per Impiantistica industriale (Impianti siderurgici, Impianti chimici e per la lavorazione dei minerali e Scambiatori di calore i settori con le quote di mercato Italia più elevate, prossime al 20%).

Marcello Antonioni

 

 

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