Esportazioni italiane di beni nel Mondo
A settembre il valore dell’export è aumentato del 6,2% in termini tendenziali, grazie al traino dei volumi (oltre che dei valori medi unitari), circostanza che si è di rado verificata nel corso del 2019 specie con tale intensità. Dopo 9 mesi le esportazioni sono in crescita del 2,5%, (2,6% nei primi 8), a causa della revisione al rialzo dei dati per il 2018 (da 3,1% a 3,6%). In assenza di tale revisione, nello stesso periodo la crescita dell’export sarebbe pari al 3%.
Il quadro congiunturale
A settembre le esportazioni sono avanzate dell’1,2% rispetto ad agosto. Nel complesso del trimestre luglio-settembre, il segno è però negativo (-0,7%) rispetto ai tre mesi precedenti.
Dentro e fuori l'UE
Permane la debolezza della domanda proveniente dai Paesi UE. Austria (+1,8%) e Francia (+1,7%) al di sopra della media. Negativa la performance in Polonia e Romania, specie di macchinari e mezzi di trasporto; in forte controtendenza la farmaceutica.
Export al +20% in Giappone e poco meno in Svizzera. Più moderato il ritmo in India e Paesi Asean. Africa Subsahariana e Russia (in recupero) sopra al 2%; ancora male il Mercosur.
L’export italiano negli Stati Uniti – terzo mercato di destinazione delle esportazioni italiane e primo nei Paesi extra-UE – è in aumento di circa il 10% grazie all’andamento positivo in quasi tutti i settori. Così come si osserva in Germania e Cina, la farmaceutica fornisce un contributo molto positivo, mentre è in netto calo l’export nel comparto automotive. Avanzano tuttavia a buon ritmo anche le vendite Made in Italy di prodotti alimentari a Berlino e degli articoli di abbigliamento a Pechino, a testimonianza dell’appeal della moda del Bel Paese.
Esportazioni italiane di beni nelle principali industrie
In termini di raggruppamenti principali di industrie, i beni di consumo si confermano i più dinamici (+9,3%, nei primi nove mesi), grazie principalmente ai beni non durevoli (+10,8%). Resta invece più moderata la crescita delle esportazioni dei beni di consumo durevoli (+2,1%). La domanda proveniente dall’estero per i beni intermedi italiani resta positiva, ma debole (+1,4%). Ancora in flessione, l’export di beni strumentali (-1,5%), riflesso della debolezza del ciclo degli investimenti a livello globale. Le vendite di metalli oltreconfine sono, in media, in calo nei Paesi membri e in aumento nei Paesi extra - UE- specie in Giappone, India, Svizzera e Russia. Quest’ultima, insieme ai Paesi Asean e alla Francia, sta alimentando le esportazioni della meccanica strumentale (per la quale però la domanda resta stabile nei 28 Paesi UE: +0,1%, in media). La performance negativa degli apparecchi elettrici è comune a un vasto numero di destinazioni: tra le poche eccezioni vi sono Giappone e Stati Uniti. Tra gli altri settori, la farmaceutica si conferma nettamente il più vivace (+29,2%), seguito da food e moda.
A cura di Ufficio Studi