Esportazioni italiane di beni nel Mondo
A ottobre il valore dell’export di beni è aumentato del 4,3% in termini tendenziali, grazie principalmente al contributo dei Paesi extra-UE. Dopo 0 mesi le esportazioni italiane sono vicine ai 400 miliardi di euro e in crescita del 2,7% rispetto al corrispondente periodo del 2018. Nelconfronto con i principali peer europei, soltanto la Francia mostra una dinamica migliore (+4,1%); Germania e Spagna avanzano di circa l’1%; è invece stabile l’export del Regno Unito.
Il quadro congiunturale
A ottobre l’export è avanzato del 3,1% rispetto a settembre. Nel complesso del trimestre agosto-ottobre l’aumento è dell’ 1,1% rispetto ai tre mesi precedenti, grazie al contributo dei Paesi extra-UE.
Dentro e fuori l'UE
La domanda dei Paesi UE è debole, specie in Germania (+0,2%), anche a causa della congiuntura negativa dell’automotive, settore altamente inte- grato con la filiera italiana. In flessione le vendite in Polonia, economia connessa a quella tedesca.
Nell’area extra-UE il Made in Italy cresce significativamente in Giappone, Svizzera e Usa (del 10-20%). Ottimo andamento anche in Russia; negativo invece in Africa e Cina (-1,4%).
Le vendite verso il mercato transalpino crescono moderatamente, sostenute principalmente dal Made in Italy tradizionale (food & fashion), oltre che dalla farmaceutica. Nei Paesi Asean è invece positiva la dinamica dell’export di beni di investimento (macchinari e mezzi di trasporto), nonché degli alimentari, che riscontrano apprezzamento in diverse geografie del Sud-est asiatico. Il dato in flessione dell’export verso Ankara è il riflesso di un Paese che risente ancora della crisi del 2018; tra i pochi settori in controtendenza in Turchia, nuovamente gli alimentari, ma anche metalli, legno e carta.
Esportazioni italiane di beni nelle principali industrie
In termini di raggruppamenti principali di industrie, le esportazioni di beni di consumo si confermano le più dinamiche (+8,9%, nei primi dieci mesi), grazie principalmente ai beni non durevoli (+10,3%). Resta invece più debole la crescita delle vendite oltreconfine dei beni di consumo durevoli (+2,3%). Trend analogo per i beni intermedi che avanzano a ritmo moderato (+1,3%). Da segnalare infine, il recupero dell’export di beni strumentali, che tuttavia resta in territorio negativo (-0,6%), riflesso della debolezza del ciclo degli investimenti a livello globale.
A cura di Ufficio Studi