Il mese di riferimento
La congiuntura. Nel primo mese dell’anno l’export italiano di beni è tornato a crescere in termini congiunturali (+5,3%), dopo il calo di dicembre. Il rialzo è stato registrato verso sia i Paesi Ue (+5,1%) sia quelli extra-Ue (+5,4%). Molto buona anche la dinamica trimestrale (+4,7% rispetto ad ago-ott’21).
Il trend. A gennaio le esportazioni hanno accelerato a +22,6% su base annua, grazie a una crescita diffusa a tutti i settori, a eccezione degli autoveicoli.
Contesto globale. L’andamento di gennaio 2022 mostra una forte componente di rimbalzo data dal confronto con un inizio di 2021 ancora fortemente influenzato dalle restrizioni legate alla pandemia.
All’aumento tendenziale registrato a gennaio hanno contribuito, specialmente, i beni intermedi, come metalli e prodotti in metallo e chimica, alcuni beni strumentali, come i mezzi di trasporto (escl. autoveicoli) che hanno beneficiato di un effetto base particolarmente favorevole, i beni di consumo non durevoli, come la farmaceutica, e i raffinati.
Dentro e fuori l’Unione Europea
La domanda dai Paesi Ue è stata forte (+25,5%). Tale risultato è in parte influenzato da un rimbalzo statistico verso Paesi quali Francia (+19%; -7,9% gen.’21 vs. ’20) e Spagna (+34%; -7,7%); mentre la crescita è proseguita verso altri, quali Germania (+18,6%; -0,1%) e Polonia (+17,3%; +4,2%).
Inferiore ma intenso il ritmo di crescita verso i Paesi extra-Ue (+19,2%). Anche in questo caso è evidente una simile eterogeneità: mostrano ampi rimbalzi Regno Unito (+35,3%) e Stati Uniti (+38,8%); in contrazione la Cina (-9%) dopo il significativo rialzo registrato a inizio 2020; mentre, è ancora in calo la Svizzera (-3,4%).
Focus Paesi
A gennaio le nostre vendite oltreconfine di articoli in pelle hanno registrato un aumento in Francia (+11,2%), mentre sono calate in Svizzera (-6,4%), hub logistico per il fashion, e Polonia (-3,3%).
I metalli e i prodotti in metallo hanno registrato ampi incrementi a Varsavia e Parigi (+36,6% e +32,6% nell’ordine); in controtendenza Berna (-43,6%) verso cui l’export di questo settore è composto principalmente da metalli preziosi, che scontano un effetto base negativo. Più contenuta la crescita della meccanica strumentale verso Svizzera (+9,1%) e Francia (+7,5%), negativa verso la Polonia (-1,1%).
Focus industrie e settori
In termini di raggruppamenti principali di industrie, i beni intermedi hanno registrato un elevato aumento (+25,7% vs gen’21). Il valore dell’export di tali beni, infatti, è influenzato dalla componente di prezzo, che a sua volta risente dei significativi rialzi dei costi delle commodity (+19,1% per i prezzi all’import).
L’export di beni strumentali è cresciuto del 16,5% sulla spinta di miglioramenti sul lato dell’offerta e del ritorno a solide condizioni di domanda.
Ampio rialzo anche per i beni di consumo (+19,6%), che a gennaio 2021 risentivano ancora dell’incertezza e della minor propensione al consumo. Trainano i beni non durevoli (+19,8%) ma l’aumento è stato importante anche per quelli durevoli (+18,5%).
L’export di sostanze e prodotti chimici ha ottenuto un marcato incremento (+25,2%), grazie soprattutto alla domanda proveniente dai Paesi Ue (+27,7%), ad esempio il Belgio (+45,6%) e Francia (+35,6%), ma anche da alcuni extra-Ue, come la Svizzera (+64,9%).
Significativo rimbalzo per gli articoli di abbigliamento (+23,2%) che hanno registrato crescite diffuse a importanti destinazioni extra-Ue, quali Stati Uniti (+85%) e Regno Unito (+57,9%).
Molto positiva anche la performance di gomma e plastica (+21,6%), specie verso i Paesi Ue (+22,7%). Tra questi i mercati più dinamici sono Paesi Bassi (+35,4%), Belgio (+27,7%) e Spagna (+26,4%).
Fonte: SACE Simest