La congiuntura. A dicembre l’export italiano di beni è diminuito dell’1,1% su base mensile a causa del calo verso i Paesi extra-Ue (-2,1%), mantenendosi stabile verso l’Ue. Ciò nonostante il trimestre si mantiene in positivo rispetto a luglio-settembre (+2,4%).
Il trend. In termini tendenziali, a dicembre le vendite oltreconfine crescono del 16,2%, spinti in particolar modo dai valori medi unitari (+12,3%) e in misura minore dai volumi (+3,4%).
Contesto globale. In dicembre l’aumento tendenziale dell’export è spiegato per circa 8 punti percentuali dalla crescita di raffinati, chimica, farmaceutica, alimentari e bevande e metalli e prodotti in metallo.
Lo scorso anno le esportazioni italiane sono cresciute del 18,2% rispetto al 2020, risultato superiore alle attese spinto soprattutto dai rialzi nei prezzi delle materie prime avvenuti a fine anno (+9,1% la dinamica dei soli volumi). L’export italiano ha raggiunto così quota € 516 miliardi, in marcata crescita anche rispetto ai livelli pre-crisi del 2019 (+7,5%).
Dentro e fuori l’Unione Europea
Nel 2021 le vendite verso i Paesi Ue sono aumentate del 20%. Hanno chiuso l’anno in forte rialzo Paesi Bassi (+32,9%), Austria (+23,1%), Polonia (+22,7%) e Spagna (+22,5%). Al contempo, gli aumenti verso i nostri primi due partner commerciali sono stati significativi: Germania (+19,3%) e Francia (+16,8%).
Anche l’export verso i Paesi extra-Ue cresce a doppia cifra (+16,3%). È però evidente una maggiore eterogeneità nell’area, con marcati rialzi verso India (+28,3%), Cina (+22,1%) e Stati Uniti (+16,5%); il Regno Unito, invece, sconta anche gli effetti della fine del periodo di transizione post-Brexit (+3,9%).
Focus Paesi
Lo scorso anno, le nostre esportazioni di articoli di abbigliamento hanno registrato un aumento ampio in Cina (+50,5%) e apprezzabile in Germania (+12,9%), chiudendo invece l’anno in calo nel Regno Unito (-18,7%).
L’automotive ha mostrato incrementi sopra la media del settore verso Pechino e Londra (+68,3% e +14% rispettivamente), mentre il rialzo è stato a doppia cifra ma più contenuto per Berlino (+10,7%), comunque tra i primi mercati di sbocco per componentistica e auto italiane. Molto positiva la performance di apparecchi elettrici verso i tre mercati: Cina (+40,8%), UK (+30,7%) e Germania (+27,1%).
Focus industrie e settori
In termini di raggruppamenti principali di industrie, i beni intermedi hanno chiuso il 2021 con la performance migliore (+23,7%). Il raggruppamento, beneficiando anche dall’aumento dei prezzi, ha contribuito per oltre 7 punti percentuali alla crescita dell’export complessivo.
Le vendite di beni strumentali sono cresciute del 15,3% grazie a solide condizioni di domanda che si sono contrapposte a difficoltà di approvvigionamento sul lato dell’offerta.
Crescita più contenuta ma comunque importante per i beni di consumo (+12,8%), spinti al rialzo dai beni durevoli (+29,1%) a fronte di un aumento più modesto di quelli non durevoli (+9,8%).
Le vendite oltreconfine di metalli e prodotti in metallo nel 2021 hanno registrato una marcata espansione specie in valore (+26% dopo il -4,7% del 2020). La ripresa è stata guidata dalla domanda dei Paesi Ue (+44,3%) ma anche da quella di alcuni extra-Ue, come India (+24,7%) e Turchia (+17,4%).
Dopo la caduta dell’11,9% nel 2020, lo scorso anno la meccanica strumentale ha superato i livelli pre-crisi (+14,7%). Tra le performance più vivaci si segnalano quelle di Stati Uniti (+23,6%) e Polonia (+19,3%).
Alimentari e bevande chiudono l’anno nuovamente in positivo (+11,6% dopo il +3,2% nel 2020), con crescite diffuse ai principali mercati favorite dalle riaperture del settore dell’ospitalità.
Fonte: SACE Simest