14 set 2022 16:15 14 settembre 2022

SACE: Rapporto export 2022

di lettura

Il Rapporto Export di SACE offre informazioni utili per le imprese alla ricerca di nuovi mercati.

SACE: Rapporto export 2022

Alle criticità connesse alle catene globali del valore si è aggiunto il conflitto Russia - Ucraina, con forti e persistenti pressioni sui prezzi e diffusi impatti sugli equilibri geoeconomici mondiali.

L’incremento dei costi di produzione, le strozzature dell’offerta, il deterioramento del clima di fiducia e i minori stimoli monetari e fiscali, hanno portato a un’inevitabile revisione al ribasso delle prospettive di crescita del Pil mondiale (2,8% nel 2022 e 2,3% nel 2023) e del commercio internazionale di beni in volume (4,2% e 2,7%, rispettivamente).

L’apprezzamento del dollaro favorisce le esportazioni extra-Ue del Made in Italy, specie negli Stati Uniti (primo mercato di sbocco oltre i confini europei), rendendo le nostre merci meno care. Di contro, l’indebolimento dell’euro pesa particolarmente sugli acquisti delle materie prime denominate in dollari.

Nel confronto con Francia e Germania, le previsioni sul tasso di cambio effettivo reale – che tiene conto anche dell’andamento dei prezzi italiani rispetto a quelli esteri – indicano una generale tenuta della competitività dei beni Made in Italy, con i loro prezzi attesi crescere a un ritmo relativamente inferiore a quello dei principali competitor europei.

Il mercato globale esprime ancora opportunità capaci di compensare quelle che le varie emergenze non hanno consentito di sfruttare a pieno. Ma le imprese sono chiamate a un riposizionamento, a una maggior diversificazione geografica e a un maggior ricorso a strumenti assicurativo-finanziari per crescere, in sicurezza, all’estero.

Scenario base

Nello scenario base – che sconta una graduale risoluzione del conflitto nel corso del prossimo anno – le esportazioni italiane di beni in valore cresceranno quest’anno del 10,3%, continuando a registrare un andamento positivo anche nel 2023 (+5%), quando si raggiungeranno quasi i 600 miliardi di euro, consentendo all’Italia di mantenere pressoché invariata la sua quota di mercato a livello mondiale.

L’aumento a doppia cifra dell’export in valore previsto per il 2022 sarà spinto per lo più dal fattore prezzo, mentre la componente volumi crescerà a un ritmo decisamente più contenuto (+2,6%). Nel 2023 le tensioni sui costi sono attese affievolirsi e le differenti dinamiche convergere: +5% in valore, a fronte di un +4% in volume.

Le esportazioni italiane di servizi (+19,9%) tornano ai livelli pre-Covid dopo il rimbalzo incompleto dello scorso anno, grazie soprattutto al comparto del turismo che rappresenta il 9,1% del Pil.

Proseguirà nel biennio 2022-2023, nonostante il rincaro degli input produttivi lungo tutta la filiera, la buona performance dell’agroalimentare, che dallo scorso anno sta beneficiando della ripartenza del canale dell’ospitalità.

Esportazioni italiane di beni per raggruppamento (variazione % annua)

Esportazioni italiane di beni per raggruppamento

Tra le diverse aree geografiche, i Paesi dell’Est Europa, al centro del ciclone, sono fisiologicamente le economie che soffrono maggiormente e sono destinate a subire più a lungo gli effetti del conflitto in corso. L’Europa avanzata patisce le criticità dell’approvvigionamento di input, in particolare quelli energetici, e le difficoltà lungo le catene globali, ma la struttura economica dei Paesi permette loro di mitigare, almeno temporaneamente e in alcuni casi parzialmente, tali effetti.

L’autonomia energetica e la domanda interna sono gli elementi a sostegno delle importazioni del Nord America, così come lo sono per i principali mercati dell’America Latina la lontananza dal conflitto, il relativo isolamento di molte economie rispetto alle catene globali del valore, l’autosufficienza energetica e alimentare.

A beneficiare dei rincari dei prezzi dell’energia e delle nuove fonti di fornitura cercate dai Paesi europei è il Medio Oriente e Nord Africa, seppure, soprattutto in quest’area, con differenze significative tra Paesi esportatori e non.

L’Asia-Pacifico è influenzata dalle politiche “zero Covid” attuate in Cina, oltre che da una differenziazione di geografie a seconda del grado di dipendenza dall’import di materie prime energetiche.

Il persistere delle conseguenze della pandemia su economie a minore copertura vaccinale, già finanziariamente fragili e poco diversificate, e l’impatto del conflitto sulla sicurezza alimentare mantengono deboli le prospettive di crescita della domanda dell’Africa Subsahariana.

Opportunità per il made in Italy

In alcuni mercati, l’export italiano mostrerà una dinamica particolarmente vivace. In tal senso, l’eredità positiva di Expo Dubai e il piano d’investimenti pubblici negli Emirati Arabi Uniti, così come il progetto “Vision 2030” in Arabia Saudita, potranno costituire un volano per le nostre vendite, in particolare di beni di investimento.

In Messico e in Colombia le imprese italiane potranno cogliere opportunità di fornitura integrandosi nelle catene di approvvigionamento di player nazionali, in settori che spaziano dagli apparecchi elettrici ai mezzi di trasporto, dalla chimica all’agroalimentare.

In Asia le esportazioni italiane potranno beneficiare della trasformazione in atto del tessuto industriale del Vietnam, in particolare nell’industria tessile e della lavorazione di cuoio e pelli. In India, oltre ai settori interessati dai piani di sviluppo infrastrutturale, le nostre vendite di beni intermedi, come la chimica e la farmaceutica, godranno anche del rapido sviluppo di alcune industrie indiane nel food processing e nella cura della persona.  Nuova Delhi rappresenta anche uno dei mercati alternativi per il rifornimento strategico di alcune materie prime, come ad esempio argilla, ghisa, ferro e acciaio.

Tra i Paesi avanzati, gli Stati Uniti daranno ulteriore spinta alla transizione energetica da cui potranno derivare opportunità per le imprese italiane operanti nei settori della meccanica strumentale e degli apparecchi elettrici; la svolta green, supportata anche dall’NGEU, favorirà l’export italiano di questi settori anche in Spagna.

Scenario alternativo

In un contesto segnato da un’elevata incertezza economica globale, SACE prevede anche uno scenario alternativo elaborato sull’ipotesi di continuazione e intensificazione nel tempo del conflitto, la cui probabilità di accadimento sta gradualmente aumentando.

La crescita economica globale risulterebbe più debole e sarebbe accompagnata da un’ulteriore impennata dell’inflazione. In questo contesto, le nostre esportazioni crescerebbero a un tasso del 9,1% quest’anno (-1,2 punti percentuali rispetto allo scenario base) e registrerebbero un incremento solo di poco superiore allo zero nel 2023 (+0,5%; -4,5 p.p. rispetto al baseline).

Fonte: SACE

 

Analisi di mercato
Battuta d’arresto per il lusso globale
10 luglio 2025 Battuta d’arresto per il lusso globale
L’instabilità influisce sulla fiducia dei consumatori dell’alto di gamma: soffrono USA e Cina, più stabili UE e Giappone. Medio Oriente, America Latina e Sud-Est Asiatico si confermano positivi.
1° Rapporto Turismo DOP in Italia
30 giugno 2025 1° Rapporto Turismo DOP in Italia
Fondazione Qualivita ha presentato il 1° Rapporto Turismo DOP, realizzato da in collaborazione con Origin Italia.
Esportazioni delle regioni italiane 2024
20 giugno 2025 Esportazioni delle regioni italiane 2024
Secondo l'Istat, nel 2024, il 72,4% dell’export è stato realizzato da 5 regioni: Lombardia (oltre un quarto del valore nazionale), Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte.
Polonia crescita al 3,3% e investimenti nell’eolico offshore
11 giugno 2025 Polonia crescita al 3,3% e investimenti nell’eolico offshore
La Commissione Europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita: l’UE scende all’1,1% per risalire, nel 2026, all’1,5%. Molto migliore la dinamica del Pil polacco: +3,3% quest’anno e nel 2026 +3%.
Coface: in aumento le insolvenze nell’Europa centro-orientale
10 giugno 2025 Coface: in aumento le insolvenze nell’Europa centro-orientale
Coface, tra i leader nell'assicurazione del credito e nella gestione del rischio commerciale, ha pubblicato il report annuale sulle insolvenze in Europa centro-orientale (CEE).
Export 2024 Parmigiano reggiano e Gorgonzola
9 giugno 2025 Export 2024 Parmigiano reggiano e Gorgonzola
Nel 2024, il Parmigiano reggiano ha raggiunto il record di 3,2 miliardi di euro al consumo (vendite Italia +5,2%; estero +13,7%). Il gorgonzola festeggia il record di forme prodotte (5.277.959), mentre l’export cresce del 5%.
Artigianato, futuro del made in Italy
6 giugno 2025 Artigianato, futuro del made in Italy
La campagna promozionale “Artigianato, futuro del made in Italy” è promossa da Confartigianato, CNA e Casartigiani, in collaborazione con Fondazione Symbola.
Imprese estere in Italia
29 maggio 2025 Imprese estere in Italia
Il VII Rapporto dell’Osservatorio Imprese Estere esplora il ruolo delle imprese a controllo estero in Italia e il loro contributo alla trasformazione del sistema economico nazionale.
Linee guida per rifornimento di GNL da nave a nave nei porti italiani
28 maggio 2025 Linee guida per rifornimento di GNL da nave a nave nei porti italiani
Pubblicato il primo schema di regolamento portuale per le operazioni di bunkeraggio GNL/bioGNL ship to ship che individua regole comuni per tutti i porti italiani.
Settore vinicolo in Italia 2025
27 maggio 2025 Settore vinicolo in Italia 2025
Area Studi Mediobanca analizza il mercato italiano del vino e le performance economico-finanziarie di 255 società italiane che esprimono il 94,9% del fatturato nazionale del settore.