L’incertezza generale che ha caratterizzato il 2023, sicuramente maggiore per i Paesi avanzati, è attesa attenuarsi già a partire dall’anno prossimo.
L’export italiano di beni in valore registrerà un aumento del 4,2% nel 2024, dopo un 2023 chiuso con un incremento vicino al 2%. Tale dinamica positiva proseguirà anche nel biennio successivo, con un tasso medio annuo del 3,7% che permetterà di superare i €700 miliardi alla fine del periodo di previsione.
Si confermano valide le performance dell’export dei servizi (+4,6% il prossimo anno e +4% in media per il biennio 2025 - 26), grazie soprattutto al turismo.
I beni di investimento saranno il raggruppamento più vivace delle esportazioni italiane nel 2024 (+4,6%), guidati in particolare dalla meccanica strumentale, mentre per il biennio successivo il maggior dinamismo proverrà dai beni intermedi (+4,1%).
Risultano allineati con le previsioni dell’export italiano complessivo i valori dei beni di consumo e agroalimentare per il prossimo triennio.
Particolare dinamicità avranno i beni ambientali, previsti crescere del 10% nel 2024 e del 14,1% in media nel biennio successivo.
Aree geografiche più dinamiche
Alla tenuta del traino americano (Nord e Sud) risponderà il ritorno di quello europeo, così come positiva sarà la performance in Europa Emergente e CSI e in Africa Subsahariana.
Nel biennio successivo si consoliderà ulteriormente l’export in Nord America e nell’Europa Emergente e CSI, riprenderà vigore in Medio Oriente, mentre registrerà una dinamica più moderata in Europa avanzata e America Latina.
Il posizionamento strategico dell’Italia nelle diverse filiere produttive della Germania spingerà la domanda di nostri beni.
L’obiettivo della Francia di diventare la prima grande economia decarbonizzata d’Europa spingerà l’export italiano dei prodotti green.
L’export di beni verso la Spagna segna un +3,1% tra gennaio e settembre 2023, rappresentando il tasso di crescita più elevato rispetto a quello degli altri principali partner commerciali europei. Le previsioni sono positive anche per l’anno prossimo (+5,8%).
L’export italiano negli Stati Uniti continuerà la tendenza positiva degli ultimi anni (+4,2% nel 2024 e +4,5% in media nel 2025-26), sostenuto dai beni di investimento e dai beni intermedi.
In Medio Oriente le maggiori destinazioni del nostro export si confermano quelle del Golfo:
- negli Emirati Arabi Uniti SACE prevede tassi di crescita a doppia cifra sia per il 2024 sia per il 2025 – 26
- in Arabia Saudita le opportunità per le imprese arriveranno dal processo di diversificazione economica, dal focus sui grandi progetti infrastrutturali e immobiliari e dalla volontà di investire in un processo di decarbonizzazione.
L’attesa accelerazione delle economie dell’Europa dell’Est avrà riflessi positivi anche per l’export italiano (in aumento tra il 2,3% e il 4,8% nel 2024 e con ulteriore spinta nel biennio successivo tra il +2,5% e il +5,6%, in media), in particolare quello diretto in Repubblica Ceca e Ungheria.
In Brasile le riforme strutturali e i programmi in investimenti sostenibili potranno spingere il nostro export (+4,5% nel 2024 e +3,6%, in media, tra il 2025 e il 2026), soprattutto di beni di investimento tra cui gli apparecchi elettrici.
In Messico la combinazione tra nearshoring e maggiore spesa per infrastrutture beneficerà anche la domanda di beni italiani, che dopo il nuovo record di €6 miliardi del 2023 aumenterà ancora del 4,6% il prossimo anno e del 3,7%, in media, nel 2025 e 2026.
Buone opportunità anche in Colombia (+5,2% e +4,7% rispettivamente) che sta accelerando il processo di transizione energetica per rafforzare il comparto manifatturiero.
La regione dell’Asia Pacifico si è confermata anche nel 2023 la più dinamica a livello globale per le nostre vendite, mentre per il prossimo triennio si prevede un incremento più contenuto (+3,9% in media), in linea con le aspettative di un moderato rallentamento della crescita della regione.
E se l’export italiano in Cina raggiungerà i € 23 miliardi nel 2024 (+3,4%), l’India si confermerà un mercato dal grande potenziale grazie agli sviluppi nel settore manifatturiero e nella transizione energetica.
Anche il Vietnam rimane una delle geografie più promettenti nell’area (export italiano +5,6% nel 2024 e + 8,8% in media nel 2025-26), grazie al continuo aumento dei flussi di investimenti esteri diretti verso il settore manifatturiero incentivati dalle politiche governative, oltre che dal posizionamento strategico del Paese nelle catene di fornitura regionali.
L’export italiano in Africa Subsahariana potrà cogliere le opportunità collegate ai processi di industrializzazione, di riduzione del gap infrastrutturale, dell’adattamento al rischio climatico e della mitigazione dei suoi effetti sulla popolazione.
Buone opportunità nel 2024 arriveranno dalla Nigeria (+10,6%) con il maggiore contributo proveniente ancora dai beni di investimento, e nel biennio 2025-26, dal Sudafrica grazie al piano Just Energy Transition per la decarbonizzazione, l’ammodernamento della rete di trasmissione e distribuzione, la diffusione di soluzioni off-grid così come l’idrogeno verde, mentre il Senegal si conferma tra le geografie più promettenti dell’Africa occidentale.
Fonte: SACE (Rapporto Export 2023 - Update)