La distribuzione territoriale del valore aggiunto generato dalle unità locali delle imprese industriali e dei servizi resta sostanzialmente stabile nel 2018 rispetto all’anno precedente.
Le unità locali di gruppi multinazionali italiani, pari all'1,2% del totale nazionale, realizzano quasi il 21% del valore aggiunto dell’intera economia. Le regioni che più contribuiscono sono: Lombardia (26,2%), Emilia-Romagna (13,2%) e Lazio (11,4%).
In termini di macro settori, rispetto al 2017:
- l’industria perde ulteriore peso non solo nel Mezzogiorno (-0,3 punti percentuali) ma anche nel Nord-ovest (-0,2 punti) e nel Centro (-0,1 punti), in favore del Nord (+0,5%).
- Il comparto dei servizi acquista rilevanza economica nel Nord-ovest (+0,2 punti) dove registra una crescita rispetto all’anno precedente del 4,2% mentre riduce il suo peso nel Nord-est (-0,2 punti).
Nel 2018 la produttività apparente del lavoro, misurata dal valore aggiunto per addetto, è pari a circa 48mila euro su base nazionale (circa 47mila euro l’anno precedente) mentre la produttività mediana è poco oltre i 33mila euro per addetto. La manifattura a medio-alto contenuto tecnologico registra il valore mediano di produttività apparente del lavoro più elevato, pari a oltre 49.900 euro per addetto, e presenta una diffusione medio-alta a livello territoriale.
Nella graduatoria dei comuni, che generano il 29,2% del valore aggiunto nazionale, Milano e Roma si collocano largamente in testa alla classifica, prevalendo il primo nei servizi e la seconda nell’industria: da soli, coprono il 15,1% del valore aggiunto nazionale. Seguono Torino e Genova con un valore aggiunto aggregato rispettivamente pari a 18,7 e 11,2 miliardi di euro (rispettivamente +23,4% e +7,3% rispetto al 2015). Il primo comune del Mezzogiorno, presente nella classifica in quinta posizione, è Napoli, che prevale in termini di valore aggiunto nel settore dei servizi.
Nelle prime 20 posizioni per produttività, nel 2018 rientra il comune di Brescia (era uscito nel 2016) ed esce Siena. Significative variazioni rispetto al 2017 spiegano l’ascesa di Brindisi (quinta posizione), Monza (sesta), Parma (decima), Trieste (13esima) e Bologna (15esima), e la discesa di Modena, Trento, Genova, Verona, Venezia e Padova.
Il ruolo delle multinazionali
A livello territoriale si conferma la differenza strutturale tra imprese di gruppi multinazionali e imprese non internazionalizzate. Rispetto alle imprese domestiche, le unità locali di multinazionali estere e italiane hanno una dimensione media maggiore in ogni regione, caratteristica che assume forme ancora più nette in alcuni territori, specie in Liguria e in Lazio.
Le unità locali di imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri in Lombardia producono il 22,7%del valore aggiunto regionale, nel Lazio il 21,6%, in Liguria il 19,6%.
Piuttosto limitato è invece il ruolo delle multinazionali estere nel Mezzogiorno. La quota di valore aggiunto prodotto sul totale dell’economia regionale registra i valori più bassi in Calabria (4,5%) e in Basilicata e Sicilia (6,2%). Tuttavia in regioni come l’Abruzzo e la Sardegna le unità locali di multinazionali estere generano quote di valore aggiunto delle rispettive economie regionali pari rispettivamente a 11,6 e 9,2%.
Considerando il settore industriale, le unità di multinazionali estere localizzate nel Lazio e in Piemonte confermano anche per il 2018 un elevato contributo alle rispettive economie regionali: il valore aggiunto è pari al 19,4% del totale regionale dell’industria nella prima regione e al 19% nella seconda. Seguono Lombardia e Abruzzo (entrambe con il 16,8%), Liguria (16,5%), Toscana (14,7%) ed Emilia Romagna (14,1%).
Nei servizi, le unità locali di multinazionali estere della Lombardia e del Lazio generano il 62,5% del valore aggiunto prodotto in Italia da tutte le multinazionali estere attive nei servizi. In Lombardia producono il 26,7% del valore aggiunto regionale, nel Lazio il 22,3%.
Le multinazionali estere si localizzano principalmente nei sistemi locali urbani e nei sistemi locali ad alta specializzazione. Seguono i sistemi locali urbani pluri-specializzati e i sistemi locali urbani prevalentemente portuali. Tra i sistemi manifatturieri, il contributo delle filiali di multinazionali estere si rileva nei sistemi locali della petrolchimica e della farmaceutica.
Fonte: Istat (30 dicembre 2020)