1 febbraio 2022

Rincari gas naturale e commodity

di lettura

Secondo il report del Centro Studi di Confindustria, l’aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, iniziato negli ultimi mesi del 2020, è ampio e diffuso.

Image

Per il petrolio si tratta di un recupero più che pieno, dopo il crollo dovuto alla prima ondata di pandemia (+13% a dicembre 2021 su fine 2019).

Per il rame, invece, di un enorme rincaro (+57%), così come per il cotone (+58%). A questi rincari si è sommato lo scorso anno il balzo del costo dei trasporti marittimi, anche questo piuttosto persistente.

Si è poi aggiunta l’impennata del gas naturale in Europa (+423% nel corso del 2021, cioè prezzo più che quintuplicato) che ha fatto lievitare i costi energetici delle imprese industriali: 37 miliardi previsti per il 2022, rispetto agli 8 del 2019.

Tra i principali paesi europei, l’Italia è quello più esposto al rincaro del gas naturale in quanto il suo mix energetico privilegia tale fonte: 42% del consumo totale di energia in Italia nel 2020 (cui si somma il 36% di petrolio), contro il 38% nel Regno Unito, lontano dal 26% in Germania (che usa molto carbone), dal 23% in Spagna (che si affida di più al petrolio) e dal 17% in Francia (che conta sul nucleare).

Prezzo gas naturale

Il significativo livello a cui sono giunte le rinnovabili in Italia, pari all’11% del consumo energetico, meglio dell’8% in Francia, non è abbastanza per contenere il ruolo di gas e petrolio; altri paesi UE sono più avanti su tale fronte (Germania 18%, UK 17%, Spagna 15%), con valori che ne fanno i leader mondiali delle rinnovabili.

Alto consumo e alta dipendenza dall’estero determinano una enorme fattura energetica pagata ogni anno dall’Italia:

  • nel 2020 l’import netto di energia è stato pari a 23,4 miliardi di euro, di cui 14 per il petrolio e 8,9 per il gas naturale (stime UNEM)
  • nel 2021 il balzo dei prezzi lo ha peggiorato in misura marcata (l’anno peggiore, finora, è stato il 2012, al culmine del precedente picco dei prezzi delle commodity la bolletta energetica era arrivata a 64,9 miliardi).

I prezzi al consumo dell’energia in Italia (cioè carburanti per i trasporti, gas ed energia elettrica per la casa) seguono, in media, le oscillazioni della quotazione del petrolio Brent che è atteso in parziale flessione e quindi i prezzi energetici in Italia dovrebbero curvare gradualmente al ribasso.

La previsione di World Bank, a condizione che le tensioni geo-politiche in Europa si normalizzino, mostra che il prezzo del gas si modererà in parte nel 2022 e continuerà a scendere nel 2023. Tuttavia, anche in questo scenario “ottimistico”, resterebbe comunque su livelli molto elevati, quasi doppi rispetto a quello del 2019.

Erosione margini operativi

Il forte aumento dei costi per le imprese si è tradotto in una brusca compressione dei margini operativi, data la difficoltà di trasferire ai clienti i rincari delle commodity. La sofferenza dei margini è maggiore nei settori più a valle che producono beni di consumo (abbigliamento e mezzi di trasporto),  più vicini alla domanda finale ancora compressa; ma anche nei settori energivori.

I settori in cui pesa di più l’energia sono: la lavorazione di minerali non metalliferi (cemento, ceramica, etc.), con un costo energetico pari all’8% dei costi totali di produzione, la metallurgia (11%), la chimica (14%), la lavorazione della carta e del legno (5%), la gomma-plastica (5%).

I dati ISTAT, per l’aggregato dell’industria, fotografano un forte aumento del costo degli input (+10,4% nei primi nove mesi del 2021) e mark-up bruscamente erosi (-1,7%). Il modesto rialzo, in risposta, realizzato sui prezzi alla produzione non è dunque stato sufficiente a salvaguardare i margini. Naturalmente, l’impatto sui costi è maggiore nei settori che fanno più uso delle commodity interessate dai più forti rincari.

L’assottigliarsi del mark-up, per ogni unità di prodotto venduto, sta comprimendo nel 2021 il cash flow prodotto dalle imprese. Ciò si somma a valori del cash flow già molto ridotti nel 2020 a causa del lockdown, che hanno condotto a un serio problema in termini di liquidità generata internamente dalle imprese.

Noli marittimi

Una questione collegata a quella delle commodity è rappresentata dai forti problemi registrati nei trasporti internazionali marittimi e nella logistica. La conseguenza più evidente è stata il balzo dei noli marittimi, arrivato a livelli altissimi lo scorso anno.

Per alcune materie prime trasportate in Europa via mare, questo rincaro si somma agli aumenti già registrati dalle quotazioni internazionali, per cui per le imprese italiane il rincaro effettivo è “doppio”.

Questi problemi hanno ampliato per le imprese italiane anche le difficoltà nel reperimento di materiali, perché hanno significato un forte dilatamento dei tempi di consegna: in Italia, nel 2021, i ritardi delle consegne sono saliti ai massimi, come in Germania, mentre in Cina o Giappone il problema è molto più contenuto.

Le cause del balzo dei noli, concentrato sulle tratte Asia-Europa e Asia-America, vanno cercate nella scarsità che si è venuta a determinare a livello locale sia in termini di navi che di container. Questa, a sua volta, è dovuta:

  • alla struttura oligopolistica del mercato dei trasporti marittimi, nel quale pochi grandi operatori controllano gran parte dell’attività mondiale e tendono a frenare l’offerta per sostenere i prezzi
  • a fattori legati alla pandemia, come l’adozione di protocolli sanitari più stringenti e le chiusure temporanee di vari porti, soprattutto in Cina, che hanno determinato una congestione di alcuni con conseguente scarsità di vettori negli altri.

Date le cause della questione, nonostante un parziale rientro su alcune tratte negli ultimi mesi, ma su valori ancora elevati, c’è da aspettarsi che il costo dei noli resti un problema ancora per il 2022. Ciò perché occorre tempo per investire in nuove navi e nuovi container e perché la pandemia sta continuando a frenare l’attività portuale in molte aree.

Fonte: Ufficio Studi Confindustria

Analisi di mercato
Banca d’Italia: Relazione sullo stato di attuazione del PNRR
21 settembre 2023 Banca d’Italia: Relazione sullo stato di attuazione del PNRR
Nella Memoria, aggiornata al 31 maggio 2023, Banca d’Italia esamina i contenuti della terza Relazione presentata dal Governo sullo stato di attuazione del PNRR e formula alcune osservazioni.
Export regioni italiane II trimestre 2023
19 settembre 2023 Export regioni italiane II trimestre 2023
Nel secondo trimestre dell’anno l’Istat stima una flessione congiunturale delle esportazioni per il Centro (-15,7%), Nord-est (-2,6%), Sud e Isole (-2,4%). Solo il Nord-ovest risulta stazionario.
Turchia: opportunità di investimento in Innovazione, Ricerca & Sviluppo
18 settembre 2023 Turchia: opportunità di investimento in Innovazione, Ricerca & Sviluppo
Negli ultimi due decenni la Turchia si è distinta per la capacità di attrarre investimenti diretti esteri (IDE).
Export italiano luglio 2023
15 settembre 2023 Export italiano luglio 2023
Nei primi sette mesi del 2023 l'export di beni è cresciuto del 2,3% in valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, accentuando il rallentamento iniziato negli scorsi mesi.
PMI: Export e potenzialità di sviluppo della transizione green e digitale
11 settembre 2023 PMI: Export e potenzialità di sviluppo della transizione green e digitale
SACE ha presentato, al Forum The European House – Ambrosetti a Cernobbio, lo studio “Piccole, medie e più competitive: le PMI italiane alla prova dell'export tra transizione sostenibile e digitale”.
Indice PMI Composito dell’Eurozona agosto 2023
5 settembre 2023 Indice PMI Composito dell’Eurozona agosto 2023
Secondo i dati raccolti tra il 10 e il 25 agosto, l’indice PMI della Produzione Composita dell’Eurozona arretra a 46.7, valore minimo in 33 mesi.
La resilienza delle esportazioni italiane
4 settembre 2023 La resilienza delle esportazioni italiane
Banca d’Italia ha pubblicato il report “Esplorando la recente resilienza delle esportazioni italiane di beni: competitività, intensità energetica e strozzature dell’offerta” (EN).
Io sono cultura 2023
22 agosto 2023 Io sono cultura 2023
Secondo il rapporto annuale di Fondazione Symbola e Unioncamere, a livello globale le industrie culturali e creative rappresentano il 3% del Pil. La filiera cresce ogni anno in media del 9%.
Analisi del settore e dei consumi cosmetici in Italia nel 2022
16 agosto 2023 Analisi del settore e dei consumi cosmetici in Italia nel 2022
Cosmetica Italia ha pubblicato l’Annuario con le statistiche relative al sistema cosmetico e approfondimenti sui più recenti cambiamenti in tema di offerta e di trend di consumo.
Export italiano giugno 2023
14 agosto 2023 Export italiano giugno 2023
Tra gennaio e giugno le esportazioni italiane di beni in valore sono cresciute del 4,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, proseguendo la fase di rallentamento (+4,8% a gen-mag 23 vs. gen-mag 22).