Il Report sull’arredo pubblicato da Area Studi Mediobanca approfondisce l’andamento del settore a livello internazionale e analizza i dati economico-finanziari di 286 aziende produttive nazionali con fatturato 2021 superiore a 10 milioni di euro.
I produttori mondiali di arredo hanno reagito alla pandemia: le attese per il 2022 sono di un incremento del giro d’affari del 12% a circa 530 miliardi di euro, dai 470 miliardi di euro del 2021 (+14% sul 2020). Per il 2023 si stima una crescita più contenuta pari al 5%. Le previsioni di lungo periodo porterebbero la produzione nel 2027 a 690 miliardi di euro.
La Cina, pur mostrando segni di rallentamento, nel 2022 mantiene la leadership coprendo il 37,1% della produzione mondiale. Seguono a distanza gli Stati Uniti (13,6%) e l’Italia che, con una market share del 4,5%, supera la Germania (4,3%) nel ranking globale.
Export italiano
Il successo sui mercati esteri del Made in Italy si deve alla qualità dell’offerta e alla specializzazione nell’alto di gamma riconosciuta e apprezzata a livello globale.
L’Italia è il secondo esportatore di arredo dell’UE-27 dopo la Polonia e il quarto nel panorama mondiale, dopo Polonia, Vietnam e Cina che domina la classifica con il 34,1% delle esportazioni complessive.
L’UE-27 costituisce il principale sbocco commerciale dell’Italia rappresentando il 45,9% delle esportazioni italiane di arredo. Segue l’Europa non UE (16,4%). Vi è dunque una netta preferenza per i mercati di prossimità, ma non vengono trascurati anche quelli più lontani come il Nord America e l’Asia.
Le maggiori aziende italiane chiudono il 2022 con una crescita del 18% trainata dall’export (+20%).
Le opportunità per gli operatori italiani saranno rappresentate nei prossimi anni dalla maggiore capacità di spesa dei consumatori dei mercati emergenti e dalla richiesta di prodotti sostenibili di alta qualità da parte delle generazioni più giovani.
La digitalizzazione apre l’opportunità di sviluppare il canale delle vendite online, strategico per penetrare i mercati esteri e ampliare il target di riferimento. Nel 2022 il valore degli acquisti di arredo tramite e-commerce in Italia ha superato i 3,5 miliardi di euro (nel 2017 poco meno di 1 miliardo).
Andamento comparto italiano arredo casa, ufficio e spazi collettivi
Le 286 maggiori aziende hanno segnato un fatturato aggregato nel 2021 pari a 14 miliardi di euro (di cui il 55,2% riferito all’export). Il comparto italiano ha una forte connotazione distrettuale che riguarda 226 imprese, rappresentative dell’84,8% del fatturato totale. Il maggior numero di aziende è ubicato nel Nord Est con 149 unità, seguito dal Nord Ovest con 63 imprese.
In termini di specializzazione le categorie più rappresentative per fatturato:
- mobili in kit, componenti e complementi di arredo 3,2 miliardi
- prodotti da soggiorno, notte e ambienti diversi dal bagno e cucina 2,6 miliardi
- poltrone e i divani 2,5 miliardi
- cucine 2,5 miliardi
- mobili per l'ufficio e le sedie con i tavoli appena sotto il miliardo.
Più contenuto il giro d’affari dei produttori di arredo di spazi per la collettività (600 milioni), mobili per il bagno (500 milioni) e prodotti per l'outdoor (300 milioni).
Le produzioni riferibili all’alta gamma hanno realizzato vendite per 3,7 miliardi di euro, mentre la maggior parte del giro d’affari è in capo a imprese che operano in segmenti appartenenti alla gamma medio-bassa, economica o mass market (10,3 miliardi).
La salvaguardia dell’ambiente è un tema prioritario: le aziende italiane del settore si stanno sempre più orientando su prodotti innovativi, atossici, riciclabili, certificati, che durano nel tempo. Questo trend comporterà anche una maggior richiesta di assistenza after sale (manutenzione e fornitura di parti di ricambio da parte dei produttori).
Una criticità che il comparto ha dovuto affrontare negli ultimi anni - e che richiede una riorganizzazione della supply chain - è rappresentata dalla dipendenza dalle forniture straniere. Nel 2022 l’Italia ha importato più legno a costi più elevati. L’adozione di un’adeguata politica forestale renderebbe l'Italia autonoma nell’approvvigionamento di legname e la cura dei boschi favorirebbe la riduzione della CO2, la mitigazione dei cambiamenti climatici e dei rischi idrogeologici.
Indagine campionaria 2023 sulle imprese italiane dell’arredo
- Nonostante le incertezze dovute al contesto geopolitico e alla spinta inflazionistica, il 57% delle aziende prevede un incremento di fatturato ed esportazioni anche nel 2023, sebbene più contenuto rispetto ai due anni precedenti, il 32% stima un calo, mentre l'11% prevede di rimanere sui livelli del 2022.
- Per fronteggiare i rischi di rottura delle catene di fornitura, il 58,3% delle società ha in agenda l'aumento o la diversificazione dei fornitori che si combina con la loro prossimità nazionale (41,7%) o addirittura locale (37,5%).
- Tra gli asset ritenuti strategici per lo sviluppo futuro delle aziende, il capitale umano rappresenta l’elemento centrale su cui focalizzare i maggiori sforzi: il 23,7% delle aziende lo pone al primo posto
- Il fronte Environment è la tematica ESG ritenuta prioritaria: le azioni intraprese puntano all’efficienza energetica (88%), all’utilizzo di materiale riciclato, alla gestione circolare dei rifiuti (63%) e alla decarbonizzazione accompagnata dalla riduzione delle emissioni inquinanti (42%).
Fonte: Area Studi Mediobanca