L’Italia ha un patrimonio di prodotti, identità, culture e paesaggi unico al mondo: tutte le regioni e province italiane possono vantare almeno una produzione certificata.
I viaggiatori mostrano una crescente attenzione alla salubrità del cibo e al consumo responsabile anche in vacanza, tanto da considerarli tra i possibili driver di scelta.
Nel 2021, il 13% circa delle prenotazioni effettuate sul portale Tripadvisor con destinazione Italia ha riguardato proposte a tema enogastronomico, solo i tour culturali ne hanno accolte un numero maggiore (27%).
Coniugando turismo e agroalimentare si possono generare valore economico e nuove opportunità per le destinazioni. La sfida è proporre al turista esperienze che gli consentano di sentirsi parte attiva, di entrare direttamente in contatto con i produttori locali (nelle viti durante la vendemmia, nelle risaie, nei birrifici artigianali…).
Ristorazione
La ristorazione è uno dei capisaldi dell’offerta enogastronomica dell’Italia. Dà visibilità alle produzioni e alla specialità culinarie locali, offre prelibatezze, consente di scoprire piatti di altre Regioni e Paesi.
Il numero di ristoranti italiani menzionati nelle principali guide del settore è andato aumentando negli anni; nel 2018 ne figuravano 731, nel 2021-22 erano 1.062.
Tra i trend più interessanti i ricercatori segnalano la crescita di nuovi format non tradizionali: Food as a Service, modello che unisce i servizi di ristorazione con supermercati; i ristoranti virtuali e i luoghi interamente dedicati alla consegna a domicilio. Aumenterà anche l’attenzione verso l’etica, la sostenibilità, il riutilizzo degli scarti alimentari e il benessere dei dipendenti.
Agriturismi
Le aziende con proposte di degustazione e di altre attività uniscono le dimensioni del benessere psico-fisico e del gusto, aggiungendo l’amenità dei luoghi rurali. Numerosi agriturismi hanno iniziato a offrire percorsi di food e wine trekking, o percorsi in bicicletta tra i vigneti, gli uliveti, … abbinate a degustazioni di prodotti locali.
È la Toscana ad avere la maggiore concentrazione di aziende agrituristiche: sono 5.406 al 2020, pari al 22% del totale nazionale. La regione primeggia per consistenza in ogni tipologia di servizio: dalla ristorazione all’alloggio, passando per le degustazioni e l’offerta di altre esperienze. A seguire il Trentino-Alto Adige, che vanta il primato per densità - circa 27 agriturismi per 100 km2 (ISTAT, 2021). La Campania, pur non essendo tra le regioni con la più alta concentrazione dell’offerta, ha visto il numero di agriturismi crescere del 13,2% tra il 2019 e il 2020.
Vino e olio: in crescita la produzione bio
Vino ed olio sono fra i prodotti più rappresentativi del patrimonio agroalimentare italiano. L’Italia ha visto aumentare costantemente le superfici biologiche a vite e ulivo – rispettivamente +109% (2010-2019) e +95% (2010-2018). La Toscana vanta il maggior numero di cantine – 592, pari al 28% del totale nazionale – mentre la Sicilia la più ampia superficie dedicata – oltre 30 mila ettari, ossia il 26%.
Nel 2019 l’enoturismo contava almeno 15 milioni di presenze tra turisti ed escursionisti e generava un fatturato complessivo di circa 2,65 miliardi di euro.
La valorizzazione dell’olio nel turismo è, invece più recente. La nuova legge che definisce i requisiti e gli standard minimi di qualità per l’esercizio delle attività oleo-turistiche nelle aziende di produzione rappresenta un importante passo in avanti. La Puglia vanta la più ampia superficie biologica olivata (oltre 72 mila ettari) mente la Calabria il maggior numero di frantoi biologici (858, pari al 40% del totale nazionale).
Musei del gusto
Nel nostro Paese sono presenti 129 musei del gusto al 2021, diffusi sul territorio (18 su 20 regioni accolgono almeno una struttura). I musei a tema vino sono 46 (36% del totale), ma numerose sono le altre produzioni (formaggi, olio, frutta e verdura, prodotti trasformati).
La ricchezza e la varietà del patrimonio museale legato all’enogastronomia esprime un’attenzione verso la tutela delle produzioni locali e rappresenta un valore aggiunto, ma rimangono due criticità: le dimensioni spesso modeste e il gap digitale: solo 36 musei su 129 hanno un sito web.
La riconfigurazione di tali luoghi in hub enogastronomici – spazi poli-funzionali che possono favorire la scoperta del territorio e mettere in rete i produttori garantendo loro visibilità e facilitando l’arrivo dei turisti – potrebbe essere una soluzione vincente soprattutto per le realtà presenti nelle aree rurali.
Strade del vino e dei sapori
Oggi il turista è più esigente, valuta attentamente non solo la qualità dei prodotti e delle singole attrazioni, ma anche il paesaggio. Percorsi come le Strade del vino e dei sapori, soprattutto se fruibili a piedi e in bicicletta, appagano il desiderio di stare all’aria aperta e di vivere le aree rurali.
Le Strade del vino e dei sapori sono più di 100 (la maggior parte aderisce alla Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori). Di queste, 93 hanno un sito web attivo (90%). Toscana e Veneto ne ospitano rispettivamente 20 e 16, il numero più alto.
Nella maggior parte delle regioni italiane, le proposte più vendute sul portale Trip Advisor sono quelle a tema vino, specialmente in Toscana e Piemonte. Nel Lazio, invece, a primeggiare sono i corsi di cucina, così come in Puglia. In Campania e Sicilia i tour di street food, mentre in Emilia Romagna i tour enogastronomici.
Confronto con l’Europa
La ristorazione è certamente la componente dell’offerta più attrattiva. La quasi totalità dei turisti si reca in questi locali per gustare specialità non solo tradizionali. Delle 1,5 milioni di imprese di ristorazione attive in Europa nel 2019, ben il 62% era concentrato in quattro Paesi: nell’ordine, Italia (18%), Spagna (17%), Francia (14%), Germania (12%).
La Francia – Paese di origine della guida Michelin – ha il maggior numero di ristoranti segnalati con 623 realtà. Seguono l’Italia (377), la Germania (297), la Spagna (208) e il Regno Unito (165).
Nei musei del gusto l’Italia primeggia con 129 musei al 2021, seguita da Spagna (107), Francia (88), Germania (13) e Regno Unito (3). Pur ospitandone in gran numero, l’Italia non ha un museo dedicato di rilevanza nazionale - al contrario di quanto avviene in Francia con La Cité du Vin di Bordeaux (nel 2019, oltre 416 mila visitatori).
Offerta eno-gastro-turistica
Fonte: Associazione Italiana Turismo Enogastronomico
Autore
Roberta Garibaldi - Professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo, Amministratore Delegato di ENIT, Membro del Board of Directors della World Food Travel Association
Comitato scientifico
- Carlos Fernandes Professore presso l’Instituto Politécnico de Viana do Castelo in Portogallo
- Greg Richards Professore presso l’Università NHTV di Breda e l’Università di Tilburg nei Paesi Bassi. È consulente internazionale nel campo del turismo culturale e creativo
- Marcantonio Ruisi Professore Ordinario e Chief del «Contamination Lab» dell’Università degli Studi di Palermo. È vice-presidente Società Italiana di Scienze del Turismo (SISTUR)
- Matthew J. Stone Professore presso la California State University, Chico (USA). È esperto di turismo enogastronomico e collabora con la World Food Travel Association