Secondo le stime di Intesa Sanpaolo il fatturato delle imprese manifatturiere distrettuali, dopo il calo pari al 14,5% del 2020, ha registrato nel 2021 un rimbalzo del +25,2% (+4,3% rispetto al 2019).
Le esportazioni nel 2021 hanno sfiorato i 133 miliardi di euro, toccando un nuovo record storico. Solo il sistema moda non ha pienamente recuperato quanto perso nel corso del 2020.
Con l’invasione russa dell’Ucraina i distretti perdono due mercati che nel 2021 valevano 3,2 miliardi di euro, (2,4% del totale).
Punti di forza dei distretti
- Nei distretti la distanza media degli approvvigionamenti è molto contenuta: nel 2021 è stata pari a 116 chilometri, 24 in meno rispetto alle aree non distrettuali. E’ più elevato anche il numero medio di fornitori per azienda (29 vs 25).
- I distretti storicamente presentano una maggiore internazionalizzazione, misurata dal numero di partecipate estere (29 ogni 100 imprese vs le 19 delle aree non distrettuali) e dalla quota di imprese che esportano (62,1% vs 52,2%).
- I distretti sono ben posizionati in termini di capacità brevettuale, con 70,7 brevetti ogni 100 imprese; le aree non distrettuali si fermano a 51,5.
Classifica dei distretti migliori
Per stilare la classifica dei 159 distretti studiati nel Rapporto si utilizza un indicatore, che varia da 0 a 100, che riassume lo stato di salute dei distretti per evoluzione del fatturato, delle esportazioni, della redditività e per grado di patrimonializzazione.
Tra i 20 distretti migliori si distingue il Nord-Est (con otto distretti), guidato dal Veneto e Emilia-Romagna, ognuna con tre aree distrettuali, segue il Nord-Ovest, con quattro distretti in Lombardia e tre in Piemonte, il Centro con tre distretti in Toscana. Il Mezzogiorno conta due distretti (in Sardegna e in Campania).
Prevalgono i distretti dell’Agro-alimentare (nove) e della Meccanica (quattro). Sono presenti anche tre distretti specializzati in beni intermedi, due nei mezzi di trasporto e due nel sistema casa.
La distribuzione settoriale risulta decisamente condizionata dallo shock causato dalla pandemia. Compaiono nella classifica numerosi distretti dell’agro-alimentare, i più resilienti insieme alla filiera della salute nella crisi pandemica e, al contempo, non troviamo alcun distretto del sistema moda, tra i settori più colpiti, insieme al turismo, dalla pandemia.
I primi tre distretti registrano valori dell’indicatore simili:
- 85,2 Macchine Agricole di Padova e Vicenza, grazie a risultati molto positivi in termini di patrimonializzazione e marginalità
- 84,2 Camperistica della Val d’Elsa per il buon andamento delle esportazioni
- 84 Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena che si sono distinte, nel 2020, soprattutto per la marginalità.
Seguono le Materie plastiche di Treviso Vicenza e Padova (79,4), i Vini di Langhe, Roero e Monferrato, il Florovivaistico di Pistoia, l’Alimentare di Parma, la Gomma del Sebino Bergamasco, la Rubinetteria e valvolame Cusio-Valsesia, la Meccatronica dell'Alto Adige, i Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane.
I distretti migliori per crescita, redditività e patrimonializzazione (punteggio da 0 a 100)
Fonte: Rapporto Economia e finanza dei distretti industriali