Il turismo lento, dei cammini e degli itinerari ciclabili o a cavallo, il turismo di prossimità, la riscoperta delle mete minori, la predilezione per il cibo di qualità e per i prodotti del territorio, la ricerca di ambienti naturali integri, si affermano come tendenze e aprono nuove opportunità per il sistema agrituristico italiano.
Le attività di diversificazione come l’agriturismo, le fattorie didattiche e l’agricoltura sociale, la produzione di energie rinnovabili, la trasformazione dei prodotti agricoli con vendita diretta e le attività a tutela delle risorse naturali e paesaggistiche rappresentano nell’insieme un valore di oltre 12,5 miliardi di euro nel 2021 (+50% negli ultimi dieci anni), più di un quinto del valore complessivo della produzione agricola italiana.
Il numero di aziende agrituristiche in Italia è cresciuto anche durante il periodo pandemico (+3,3% rispetto al 2019), raggiungendo quota 25.390. L’agriturismo, per valore, rappresenta l’1,9% dell’intera branca agricoltura e il 22,6% delle attività secondarie.
Offerta agriturismi italiani
L’offerta nel 2021 ha ripreso a crescere per valore della produzione a 1.162 milioni di euro (+44,8% sul 2020), nonostante rimangano ancora da recuperare 409 milioni di euro (-26%) rispetto ai 1.571 milioni registrati nel 2019.
Il 24,1% delle aziende propongono attività di degustazione e il 53% attività sportive ricreative e culturali. Tra queste ultime, il 28% propone sport, il 25% escursionismo, il 15% attività didattiche e corsi, il 14% mountain bike e l’11% attività equestri.
L’alloggio viene proposto da poco più di otto agriturismi su dieci (81,3%) e una media di 14,2 posti letto per azienda. Nel 2021 hanno accolto più di 1,8 milioni di italiani e 1,1 milioni di ospiti stranieri, per 12 milioni di pernottamenti complessivi, equivalenti al 4,2% delle presenze di tutto il turismo italiano (era il 3,2% nel 2019) e al 10,1% delle presenze del comparto extra-alberghiero (era il 9% nel 2019).
La ristorazione è svolta da un’azienda su due (50,4%), con una media di 41,5 posti a tavola per azienda.
Oltre 11 mila aziende (44% del totale) sono localizzate nelle regioni del Nord (Centro 36%, Mezzogiorno 20%), che si conferma l’area del Paese con la maggiore presenza di agriturismi. Oltre 13 mila aziende (53% del totale) sono situate in collina e circa 8 mila in montagna (31% del totale), in pianura si trova il 16% delle aziende (poco più di 4 mila).
Nella composizione dell’offerta agrituristica nazionale si conferma la marcata concentrazione di aziende in Toscana e nella Provincia Autonoma di Bolzano che, insieme, rappresentano il 34% dell’offerta nazionale (rispettivamente il 21,2% e il 12,8%).
In altre sette regioni (Lombardia, Veneto, Umbria, Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna e Marche) si trova un altro 34% delle aziende; nelle rimanenti 11 regioni più la Provincia Autonoma di Trento è localizzato il residuo 32%.
L’agriturismo sta rispondendo bene a una domanda turistica sempre più connessa a Internet e meno propensa a ricorrere all’intermediazione. L'incidenza della digitalizzazione raggiunge il 61,7% per le aziende con attività connesse, con dei picchi per le attività di agriturismo (69,3%), agricoltura sociale (71,5%) e fattoria didattica (76,6%).
Provenienza dei turisti stranieri
Il principale mercato estero per provenienza degli ospiti si conferma quello tedesco, con il 42,8% degli arrivi stranieri e il 50,7% delle presenze straniere.
Nel 2021 si registra una forte ripresa del mercato statunitense (più che quadruplicati gli arrivi e le presenze rispetto al 2020), ma resta ancora molto lontano dai livelli del 2019.
Tra i paesi europei sono in forte aumento gli ospiti provenienti da Danimarca, Spagna, Austria, Olanda e Polonia, in crescita anche i mercati francese, belga e svizzero. Ancora in calo, invece, le quote degli inglesi e di diversi paesi orientali.
L’indagine
Per indagare la capacità di soddisfare le aspettative dei clienti nei diversi territori rurali italiani, è stata condotta un’indagine da giugno a settembre 2022 rivolta agli ospiti che hanno pernottato in agriturismo.
Le ragioni che hanno portato gli ospiti a scegliere il territorio da visitare:
- ricerca di relax e benessere
- presenza di città d’arte e attrattori culturali, in particolare per i turisti stranieri
- l’enogastronomia locale vissuta nelle sue diverse espressioni
- possibilità di praticare sport e attività nella natura come trekking, escursioni e cicloturismo.
Gli agriturismi consentono di rispondere alle motivazioni degli ospiti, diventando essi stessi luoghi in cui sperimentare il relax, la cucina locale e conoscere gli altri produttori agricoli, o artigiani presenti.
È possibile stimare che, per ogni 100 euro destinati all’acquisto di servizi e prodotti agrituristici (vitto, alloggio, attività organizzate in azienda, prodotti aziendali, escursioni, corsi ed esperienze a pagamento), gli ospiti ne investano circa altri 40 euro per esperienze da fruire nel territorio circostante l’azienda agrituristica.
Complessivamente l’esperienza di fruizione del territorio è stata percepita in modo estremamente positivo dagli intervistati: l’86,5% ha restituito una valutazione superiore al punteggio di 8 (in una scala da 1 a 10). Tuttavia, gli intervistati hanno fornito anche alcune risposte negative.
Una prima area di criticità comprende le infrastrutture (scarsa manutenzione delle strade, delle piste ciclabili e pedonali o insufficiente segnaletica) e i servizi (carenze nei trasporti pubblici, nell’accessibilità delle informazioni su orari di visita di siti culturali, scarsa connessione a Internet). Altre aree critiche citate riguardano rifiuti presenti nel territorio, affollamento, scarsa cura del paesaggio.
Fonte: Agriturismo e multifunzionalità scenario e prospettive 2022 (Ismea, nell’ambito del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-22)