Il rapporto delle Nazioni Unite “World Economic Situation and Prospects 2025” presenta le prospettive economiche globali e regionali per l'anno appena iniziato, e sottolinea l'importanza di cooperazione globale e di politiche utili a stimolare la crescita, collocandola su un percorso stabile ed equo. La pubblicazione del rapporto è un'occasione utile per iniziare a tratteggiare i risultati dell'anno appena concluso e il quadro generale in cui è appena iniziato il 2025.
Nonostante il calo dell'inflazione, il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e un generale allentamento della politica monetaria, la crescita globale è prevista come ancora inferiore al ritmo pre-pandemico, a fronte di notevoli incertezze. Queste condizioni, lamenta l'ONU, continuano a ostacolare fortemente i progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), soprattutto per i molti paesi in via di sviluppo che stanno ancora soffrendo per gli impatti accumulati di diverse crisi consecutive una all'altra.
Nel rapporto vengono effettuate diverse stime sui trend economici in essere.
Con una crescita stimata del 2,8% del prodotto interno lordo (PIL), l'economia degli Stati Uniti ha superato nuovamente le aspettative nel 2024, grazie alla forte spesa pubblica e privata e agli investimenti non residenziali. Tuttavia, per il mercato americano si prevede una crescita in rallentamento, all'1,9% nel 2025.
Al contrario, la crescita economica in Europa è prevista in aumento graduale nel 2025 e nel 2026, dopo una performance inferiore alle aspettative nel 2024.
La Cina si trova di fronte alla prospettiva di una crescita del 4,8% per il 2025, in rallentamento rispetto al 4,9 dell'anno appena concluso: gli investimenti del settore pubblico e la forte performance delle esportazioni sono in parte compensati dalla crescita contenuta dei consumi e dalla persistente debolezza del settore immobiliare.
Accelera, invece, la crescita dell'Africa, prevista al 3,7% nel 2025 e al 4,0% del 2026, trainata dalle principali economie continentali: Egitto, Nigeria e Sud Africa.
Il documento delle Nazioni Unite si concentra sui dati di carattere regionale, ma fornisce qualche stima anche sul nostro paese, per cui ipotizza una crescita ancora debole, che passerà dallo 0,5% del 2024 allo 0,7% dell'anno in corso, a causa dei consumi moderati e delle esportazioni in sofferenza.
In linea con questa analisi negativa dell'export del nostro paese anche i dati recentemente diffusi da SACE, che in dicembre ha indicato come nei primi dieci mesi del 2024 l’export avesse registrato una lieve flessione su base annua (-0,5%), con un generale un calo dell’export verso i Paesi Ue (-1,7%) e un rialzo verso quelli extra-Ue (+0,9%).
Da gennaio ad ottobre 2024, SACE ha diffuso anche analisi di carattere settoriale: le esportazioni di preziosi e strumenti medici (+19,7%), alimentari e bevande (+8,3%), e articoli farmaceutici (+6,5%) hanno fornito significativi contributi positivi all'export del nostro paese. Nei primi dieci mesi del 2024, i beni di consumo si sono confermati l’unico raggruppamento a riportare un significativo incremento dell'export (+5,1%), comune sia a quelli durevoli (+11,1%) sia a quelli non durevoli (+3,9%), mentre è proseguita negativamente la dinamica delle vendite oltreconfine di beni intermedi (-1,3%), beni strumentali (-3,7%) e prodotti energetici (-19,5%).
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