Lo scenario aggiornato presuppone il proseguimento delle tensioni in Ucraina, ma non escalation verso altri paesi. Ciò significa che le sanzioni concordate (più ulteriori sanzioni attualmente in discussione) probabilmente rimarranno in vigore per un periodo prolungato.
L'invasione dell'Ucraina sta creando ulteriori pressioni al rialzo sull'inflazione e una decelerazione sia nelle economie industrializzate sia in quelle emergenti. Gli analisti Prometeia rivedono al ribasso la crescita del PIL mondiale, dei Paesi europei e dell’Italia.
Le esportazioni dell'area Euro in Russia e Ucraina rappresentano circa lo 0,7% del PIL (0,5% per l'Italia). Ma in alcuni settori (macchinari, abbigliamento e calzature, prodotti farmaceutici) e per alcune regioni, le relazioni d’affari con la Russia sono intense (oltre il 25% dell'export italiano verso la Russia proviene dalla Lombardia - il 20% dell'export marchigiano è diretto in Russia).
Inoltre, Russia e Ucraina detengono significative quote di mercato nelle forniture di alcune materie prime e prodotti semilavorati (titanio, palladio, grano e mais), che sono input importanti per l'automotive, il settore dei fertilizzanti e quello agricolo.
L’Italia
L'Italia è particolarmente esposta alla shock bellico: dipende in modo significativo dalla Russia per l'energia e ha un'esposizione relativamente alta (rispetto ai partner europei) in termini di scambi commerciali e finanziari.
La produzione industriale italiana si è contratta a dicembre e gennaio e, con l'impatto del conflitto in Ucraina sul commercio e sui prezzi dell'energia, le prospettive non sono buone.
Prometeia ha rivisto le stime per il 2022: crescita in calo al 2,3% (dal 3,6% di febbraio) e inflazione in aumento al 5,3% (dal 3,5% in Febbraio).
Italia: principali indicatori (variazione %)
Fonte: Prometeia (Brief - Italy in the Global economy Special Edition March 2022)
Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha recentemente confermato che la crisi in Ucraina sta frenando la ripresa nazionale e spingendo l’inflazione: “Per l’Italia la revisione rispetto alle stime della Commissione europea del 4,1% potrebbe essere rilevante”.
il Comitato economico e finanziario dell’Ue Ecofin, ha dato la sua approvazione all’erogazione all’Italia della prima rata del Pnrr da 21 miliardi.
L’obiettivo ora è quello di investire al meglio (e rapidamente) queste risorse per rendere più efficiente e sostenibile il sistema Paese, malgrado lo scenario geopolitico sia così drammaticamente complicato.