Il Covid-19 continua a circolare nel mondo e il Pil globale 2020 si ridurrà del 5,9%. Le economie dei principali paesi avanzati (Pil Usa: -4,2%) e della Cina (Pil: +1,6%) hanno ripreso l’attività con buona resilienza, ma gli stimoli stanno per esaurirsi.
La Cina sarà l’unica grande economia a chiudere l’anno in positivo (Pil 2020: +1,6%). È uno dei pochi paesi che ha dato una spinta al commercio mondiale, non sufficiente a evitare il crollo (nel 2020 -13,4%). A Pechino tornano a crescere consumi e investimenti, ma restano i rischi legati al conflitto commerciale con gli Usa.
Destano maggiori preoccupazioni i paesi emergenti, alle prese con una recessione più profonda del previsto: oltre ai vincoli strutturali dei sistemi sanitari nazionali, scarseggiano politiche economiche efficaci a contrastare la crisi. Un esempio su tutti: l’India vivrà una delle peggiori recessioni (-13,5%).
Nell’area euro (Pil 2020: -8%), il Next Generation EU avrà un effetto sul Pil al 2023 di +0,8 punti percentuali, meno della metà rispetto all’impatto sull’Italia. Le economie di tutti i principali paesi da maggio sono entrate in una fase di recupero, che potrebbe però essere compromessa da una recrudescenza della diffusione del virus.
In Italia
I dati congiunturali italiani confermano un rimbalzo nel terzo trimestre grazie a tutte le componenti della domanda, dalla spesa delle famiglie alle esportazioni. Il rimbalzo post lockdown migliore del previsto permetterà al Pil italiano 2020 di chiudere a -9,6%. Il Pil crescerà nel 2021 del +6,2% e nel 2022 del 2,8%, con recupero dei livelli pre-crisi nel 2023.
I settori più esposti al contagio (alloggio, ristorazione, intrattenimento) perderanno a fine anno tra il 30% e il 35% del valore aggiunto. Meno penalizzati, ma in territorio negativo, telecomunicazioni, utility e l’intermediazione finanziaria.
L’automotive sarà tra i settori industriali più penalizzati con una caduta del valore aggiunto nel 2020 di circa il 35%. I settori che producono beni essenziali, come la farmaceutica e l’alimentare presenteranno le performance migliori. Nel 2021 il valore aggiunto di tutti i macro-settori tornerà positivo.
Next Generation EU
I fondi europei per l’Italia ammontano a 207 miliardi tra il 2021 e il 2027. Con un primo accesso ai fondi nella seconda parte del 2021, Prometeia stima in 1,7 punti percentuali l’impatto aggiuntivo del Next Generation EU sul Pil dell’Italia al 2023. Un contributo che darà un forte impulso agli investimenti pubblici e privati: dopo il -12,1% di quest’anno è atteso un +10,5% nel 2021.
Secondo le previsioni Prometeia i fondi del Next Generation EU verranno utilizzati dall’Italia solo per il 70% (145 miliardi), a causa delle storiche difficoltà del nostro Paese a portare a termine progetti di investimento con scadenze stringenti.
Inoltre la disponibilità dei fondi del Next Generation EU partirà solo dalla seconda metà 2021, per questo gli analisti Prometeia ritengono opportuno richiedere il Mes, che permetterebbe di risparmiare in spesa per interessi.
Fonte: Prometeia