Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in Italia la ripresa sarà lenta. Le restrizioni legate al coronavirus e l'incertezza peseranno sull'attività economica, gli investimenti e l'occupazione "fino al raggiungimento dell'immunità generale", quando "un vaccino efficace sarà stato distribuito ampiamente".
Le previsioni indicano per l'Italia una disoccupazione al 9,4% nel 2020, all'11% nel 2021 e al 10,9% per il 2022.
La politica fiscale favorevole sta determinando un aumento dei livelli del debito pubblico, ma i tassi di interesse dovrebbero rimanere bassi. “È necessaria una crescita più elevata per migliorare la posizione di bilancio a medio termine”. Il rapporto debito / Pil passerà al 158,3% nel 2021 e al 158,2% nel 2022.
Il Pil globale si contrarrà del 4,2% nel 2020, per poi rimbalzare a +4,2% nel 2021 e di un ulteriore +3,7% nel 2022.
Per l’area euro, Pil in calo del 7,5% nel 2020, crescita del 3,6% nel 2021, e del 3,3% nel 2022.
Per la Gran Bretagna si prospetta un crollo dell’11,2% (con un rimbalzo del 4,2% nel 2021), la Francia si attende un calo pari a quello italiano (-9.1%), meglio la Germania che arretra “solo” del 5,5%.
Fonte: Ocse
Le prospettive per l’economia italiana nel 2020-2021
Secondo l’Istat l’Italia vivrà una marcata contrazione del Pil nel 2020 (-8,9%) e una ripresa parziale nel 2021 (+4,0%). Il contributo della domanda interna tornerebbe positivo nel 2021 (+3,8%), cosi come quello della domanda estera netta (+0,3 %).
Nel 2020, le esportazioni di beni e servizi, pure se in graduale recupero, si dovrebbero ridurre del 16,4% e le importazioni del 14% mentre per il prossimo anno la progressiva ripresa del commercio mondiale è attesa condizionare positivamente sia le esportazioni sia le importazioni (rispettivamente +10,2 e +10%), pur senza compensare le perdite registrate nell’anno corrente.
A novembre, si è interrotta la fase di miglioramento degli indici qualitativi riferiti all’area euro, iniziata a maggio: l’Economic sentiment indicator (ESI) per la prima volta in sei mesi ha registrato una flessione (-3,5). Il calo di fiducia ha riguardato in particolare il commercio al dettaglio, i servizi e i consumatori. In Italia, a novembre, l’indice di fiducia delle imprese segna un deciso peggioramento (circa 10 punti in meno rispetto a ottobre) interrompendo la fase di recupero avviatasi a maggio.
L’attuale quadro previsivo risulta fortemente condizionato dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria e dalla disponibilità e dalla tempistica di somministrazione del vaccino. Inoltre il Recovery and Resilience Facility Program potrebbe rappresentare un ulteriore stimolo agli investimenti.
Fonte: Istat