Il brief di Prometeia (No. 22/5 Luglio) prevede nell'area dell'euro una contrazione ciclica nel secondo trimestre del 2022, con aumenti dei prezzi che si estendono a tutti i settori. Le persistenti tensioni sui mercati energetici continueranno ad alimentare l’inflazione in Europa (7,5% in media nel 2022). Nel 2023, il calo dei prezzi dell'energia modererà le dinamiche dell’inflazione al 3,7% in media.
Nell’area dell’euro l'economia si contrarrà, a causa della pressione inflazionistica e al calo dei settori industriali in Germania e Francia. La fiducia dei consumatori è peggiorata, ma il previsto recupero del settore dei servizi, in particolare del turismo estivo, sosterrà la crescita nel terzo trimestre del 2022.
Per il 2022, Prometeia stima una crescita del PIL nell’area dell’euro pari al 2,6% (rispetto al 2,3% del Brief di maggio) e un’ulteriore decelerazione nel 2023 (1,6%, rispetto al 2,4% di maggio).
In Italia
In Italia, nel primo trimestre del 2022, gli investimenti e le esportazioni hanno registrato risultati migliori del previsto, ma il consumo delle famiglie no, a causa dell'incertezza legata alle varianti Covid19 Omicron, alla guerra in Ucraina e all'inflazione.
Lo sviluppo economico migliore del previsto nella prima parte dell'anno, ha spinto Prometeia a rivedere al rialzo le previsioni di crescita per il 2022 (dal 2,2% al 2,9%) e al ribasso la crescita del PIL attesa nel 2023 (1,9%).
Non emergono segnali di aumento della rischiosità del credito. La fine delle moratorie a fine 2021 non sembra aver avuto forti ripercussioni sulla qualità del credito, che però potrebbe essere penalizzata dall’ aumento dei tassi di interesse, soprattutto nel 2023.
Nel primo semestre 2022, il fabbisogno del settore statale è stato di € 47,1 miliardi (43 miliardi di euro in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e in linea con i livelli pre-Covid). Le tasse aggiuntive imposte agli extraprofitti delle imprese del settore energetico hanno finanziato i recenti interventi del governo a contrastare l'aumento dell'inflazione e dei costi energetici (27 miliardi di euro in totale nel 2022) senza ampliare il divario di bilancio previsto.
Tuttavia, questa evoluzione fiscale favorevole potrebbe arrestarsi a causa dell'onere dell'aumento dei tassi di interesse sul debito pubblico e l'effetto dell'aumento dell'inflazione sulla spesa pubblica, anche se Prometeia si aspetta ancora un rapporto debito/PIL pari al 142%, nel 2025.
Fonte Prometeia
Previsioni Commissione Ue
L'economia Ue continuerà a espandersi, ma a un ritmo decisamente più lento di quanto previsto.
La crescita dell’Eurozona rallenta già quest’anno e si ferma al 2,6% (le precedenti stime davano il Pil al 2,7%). Per il prossimo anno la Commissione Ue prevede un +1,4% (rispetto alle precedenti stime del 2,3%).
Quest’anno l'inflazione nell'Eurozona toccherà il 7,6% trainata dall'energia (6,1% a maggio). Nel 2023 l'inflazione dovrebbe scendere al 4%.
In Italia
Le previsioni d’estate dell’esecutivo UE rivedono al rialzo la crescita per l’economia italiana nel 2022 al 2,9% (tre mesi fa era al 2,4%) e al ribasso nel 2023 (+0,9%, rispetto all’1,9% di marzo).
L’inflazione dovrebbe raggiungere il 7,4% quest’anno (anche se la siccità nel nord Italia potrebbe aggravare l'impennata nei prezzi dei generi alimentari) per poi scendere nel 2023 al 3,4%.