Il conflitto potrebbe aggravare le strozzature dal lato dell’offerta, provocando carenze di materie prime e di beni primari essenziali e problemi logistici e di trasporto derivanti dai divieti al trasporto aereo e navale, con ricadute sul commercio nell’intera regione.
L’inflazione ha continuato a rivelarsi superiore alle attese per via dei costi dell’energia inaspettatamente elevati. I rincari sono inoltre divenuti più generalizzati. Lo scenario di base delineato per l’inflazione nelle nuove proiezioni ha subito una significativa revisione al rialzo. L’inflazione dovrebbe comunque diminuire progressivamente e collocarsi su livelli prossimi all’obiettivo di inflazione del 2 per cento, nel 2024.
Il Consiglio direttivo si attende che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari a quelli attuali finché non vedrà l’inflazione raggiungere il 2 per cento.
Economia dell’area dell’euro: 3 scenari
Gli esperti della BCE a marzo 2022 fanno una prima valutazione delle implicazioni della guerra in Ucraina.
Secondo lo scenario di base, l’economia dell’area dell’euro continuerebbe a crescere in maniera sostenuta nel 2022, seppure a ritmi meno intensi rispetto a quanto atteso prima dell’inizio della guerra. In questo scenario le attuali turbative all’offerta di energia e le ripercussioni sul clima di fiducia sono temporanee e le catene di approvvigionamento mondiali non vengono significativamente compromesse.
Le proiezioni macroeconomiche prevedono una crescita annua del PIL in termini reali pari al 3,7 nel 2022, al 2,8 nel 2023 e all’1,6 nel 2024.
In uno scenario avverso - caratterizzato dall’imposizione di sanzioni più severe alla Russia con conseguenti turbative nelle catene globali del valore, rincari dei beni energetici e alcuni tagli temporanei alla produzione nell’area dell’euro, nonché ulteriori turbolenze finanziarie e una più persistente incertezza - la crescita dell’area dell’euro nel 2022 sarebbe di 1,2 punti percentuali inferiore a quella prospettata nello scenario di base. Nel 2023 la differenza sarebbe limitata e nel 2024 la crescita risulterebbe lievemente più vigorosa a causa degli effetti di recupero.
Nel caso di uno scenario grave (in cui, oltre alle caratteristiche dello scenario avverso, si ipotizzi una reazione più marcata dei prezzi dell’energia ai più stringenti tagli all’offerta e una più forte ridefinizione dei prezzi nei mercati finanziari), la crescita del PIL potrebbe collocarsi di 1,4 punti percentuali al di sotto del valore previsto dallo scenario di base per il 2022 e di 0,5 punti percentuali al di sotto del valore previsto per il 2023, con effetti di recupero relativamente modesti nel 2024.
Fonte: Bollettino economico Banca Centrale Europea (Marzo 2022)