Secondo l’indagine Nomisma, svolta su un panel di 165 aziende (4 miliardi di euro il fatturato cumulato, di cui 2,5 miliardi relativi all’export, circa il 40% del totale Italia), la difficoltà delle imprese è dovuta alla combinazione dei cali registrati:
- nei canali Ho.Re.Ca, in rosso nel 91% dei casi
- nel dettaglio specializzato, per 3 produttori su 4
- nell’export, per il 63% delle aziende
- nella vendita diretta in cantina (arrivi enoturistici stranieri in diminuzione per l’87% degli intervistati).
In contro tendenza le vendite nella Gdo italiana, che crescono per il 51% dei rispondenti, e il boom dell’online, riscontrato da 8 operatori su 10.
Andamento delle esportazioni
Nonostante l’Italia abbia sofferto meno dei propri competitor, il 63% delle aziende vede rosso, mentre quelle in crescita sono solo il 18%. Tra i top 10 mercati maggiormente in difficoltà, Regno Unito e Stati Uniti sono le aree più critiche, in contrazione per il 60% del campione. A seguire, Giappone, Australia, Cina, Germania, Canada, Russia e Svizzera, in uno scenario globale che vede 9 piazze su 10 in negativo, con la sola Svezia in positivo.
Con la chiusura dell’Ho.Re.Ca e la ridotta diversificazione dei mercati e dei canali di vendita, sono soprattutto le imprese vinicole più piccole a soffrire di più. Le imprese sotto il milione di euro, scontano vendite in rosso nell’81% dei casi e con export (74% delle risposte), Ho.Re.Ca (95%) e dettaglio specializzato (86%) in contrazione.
Trend
Wine Club fondati sull’economia delle relazioni, pensati per condividere enopassioni e inviare ai soci proposte personalizzate, piattaforme proprietarie di e-commerce, potenziamento dei servizi di delivery, vendite multicanale. E tanta condivisione delle wine experience, rigorosamente online e segmentate per target. Nel 2019 i wine club erano uno strumento di nicchia (11% del panel), mentre tra qualche mese la quota salirà al 57%. Le degustazioni a distanza, professionali e non, passeranno dal 16% all’84%.
Le imprese riconoscono tra i fattori decisivi per la ripresa post-Covid la propensione allo sviluppo dell’export (50%), le vendite multicanale (49%), le operazioni volte alla valorizzazione della brand awareness (47%), il talented management (41%) e l’impiego di mercati di sbocco diversificati (33%).
Fonte: Osservatorio Vinitaly Nomisma wine monitor 2020
Dati della vendemmia 2020
Ottima qualità e produzione complessiva a 46,6 milioni di ettolitri (-2% rispetto ai 47,5 milioni del 2019). Questi i dati della vendemmia 2020 elaborati da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini.
La geografia della raccolta segna la contrazione maggiore per le regioni di Centro e Sud Italia: Toscana (-21%), Sicilia (-20%), Umbria e Lazio (-10%). Cala di 9 punti anche il Friuli Venezia Giulia.
In controtendenza Sardegna (+20%), Abruzzo (+6%), Trentino Alto Adige (+5%), Lombardia (+10%) e Marche (+5%).
In equilibrio il Veneto (+1%), che con 11 milioni di ettolitri di vino previsti mantiene il primato produttivo nazionale, seguito dalla Puglia, in calo dell’8% e dall’Emilia Romagna (+10%).