All’interno dell’Unione europea risultati deludenti: in Spagna la prolungata mancanza di precipitazioni potrebbe far scendere la produzione a 1,3 milioni di tonnellate (7% in meno rispetto alla campagna precedente); la Grecia con 235 mila tonnellate stimate segna una flessione del 14%. In crescita solo Italia (315 mila tonnellate, +15%) e Portogallo (120 mila tonnellate, +20%).
Fuori dai confini comunitari è stata un’ottima annata: in Tunisia con una produzione stimata in 240 mila tonnellate (+71%), in Turchia 228 mila tonnellate (+9%), in Marocco 200 mila tonnellate (+25%).
Stime per la campagna nazionale 2021/22
Ismea e Unaprol confermano per l’Italia la stima di 315 mila tonnellate (+15%). A trainare la ripresa la Puglia con il +38% su un deludente 2020. Al sud della regione la situazione resta difficile nelle aree colpite da Xylella, nonostante l’entrata in produzione di alcuni nuovi impianti.
In Calabria si stima una crescita del 9% e si prospetta una buona annata anche in Sicilia. In Abruzzo le piogge autunnali hanno ridato vigore alle olive che si stimano in quantità superiore allo scorso anno così come in Basilicata e Molise. Solo la Campania ha una produzione stimata inferiore all’anno scorso.
Male il Centro dove per Toscana, Umbria e Marche, si attendono riduzioni importanti. Il Lazio sembra essere la regione di quest’area che ha resistito meglio.
Al Nord l’annata è pessima sotto il profilo quantitativo. In Liguria si stima, infatti, un calo del 30%, ma in altre regioni la produzione sembra più che dimezzata.
Produzione Italiana di olio di oliva (tonnellate)

Commercio con l’estero
Il commercio con l’estero registra un netto ridimensionamento in termini quantitativi rispetto al medesimo periodo del 2020.
Nei primi 9 mesi del 2021, infatti, i volumi importati sono scesi del 10% a fronte, però, di un incremento della spesa del 20% dovuta alla dinamica dei prezzi internazionali.
L’export è sceso del 6% in volume accompagnato da un incremento dei prezzi del 4%. Il saldo in valore della bilancia commerciale resta quindi negativo, anche se il gap si sta assottigliando rispetto ai primi mesi dell’anno.
Esportazioni italiane di olio di oliva e sansa

La flessione delle richieste di prodotto italiano si è sentita a soprattutto negli Stati Uniti (-14% in volume e -4% in valore). Perdite in volume sempre a due cifre, anche in Canada, Giappone e Regno Unito (in questi due ultimi Paesi, però, il valore mostra il segno positivo).
In aumento sia in volume che in valore le esportazioni verso Germania, Svizzera e Russia.
Approfondimenti: Scheda settore Ismea